Calabria
“Mafia, pandemia e corruzione” triangolo pericoloso, politici ritenuti responsabili
Bocciato l’impegno della politica nel contrastare la mafia ed è forte la sfiducia nei confronti di membri del governo, del Parlamento e dei partiti
ROMA – La fotografia sulla percezione e presenza delle mafie e della corruzione nel nostro paese nell’anno del Covid è stata scattata da Libera che ha raccolto i risultati dell’indagine curata da Demos su un campione di 995 persone intervistate a novembre all’interno del Rapporto “Il Triangolo pericoloso. Mafie, corruzione e pandemia”. Dentro ci sono i commenti, tra gli altri, di Federico Cafiero de Raho, Roberto Saviano, Romano Prodi, Carlo Cottarelli, Tito Boeri, Franca Maria Rita Imbergamo, Rosy Bindi, Giuseppe Lombardo, Maurizio Landini, Nando Dalla Chiesa e Gian Carlo Caselli.
Italiani consapevole della diffusione delle mafie
In Italia emerge la netta consapevolezza della diffusione oramai nazionale (26%) e internazionale (45%) delle mafie. Libera ha scattato una fotografia su mafia e corruzione in Italia e ben l’83% degli intervistati ritiene che i politici nazionali hanno favorito l’espansione delle mafie in Italia. L’81% invece, ritiene colpevoli i partiti politici e i politici locali. Il 30% degli intervistati ritiene che i fenomeni di corruzione siano più diffusi rispetto all’epoca di tangentopoli. La fotografia è stata scattata da Libera.
I risultati dell’indagine mostrano che ben il 55% degli intervistati valuta negativamente le politiche dello Stato per contrastare la mafia, mentre “l’impegno della politica per contrastare la mafia” è valutato negativamente per il 60%.
Una larga maggioranza degli intervistati (66%) valuta positivamente il 41 bis l’impiego del carcere di isolamento per i mafiosi. L’83% degli intervistati ritiene che i politici nazionali hanno favorito l’ espansione delle mafie, segue con 81% i politici locali e i partiti mentre per il 68% degli intervistati ritengono le banche responsabili dell’espansione delle mafie.
Ecoreati e traffici di droga
I settori dove la mafia è più attiva per il 43% degli intervistati riguardano gli ecoreati, in particolare la gestione dei rifiuti, al secondo posto dopo i traffici di droga( 63%). Ma se si include in questa analisi l’altra filiera principale dell’ecomafia, quella del ciclo illegale del cemento, a quel 43% si deve sommare anche il 20% di chi indica l’edilizia come uno dei settori privilegiati dalle organizzazioni mafiose.
Mafia e colletti bianchi
Dalla risposta del campione intervistato al quesito: “secondo lei la mafia oggi rispetto al passato è più o meno legata ai professionisti e colletti bianchi?” emerge anzitutto la netta percezione, espressa dalla grande maggioranza degli intervistati, di una mafia sempre maggiormente legata ai professionisti/colletti bianchi. Appena il 10% del totale pensa che le cose vadano meglio rispetto al passato, cioè che la mafia sia meno legata di prima ai colletti bianchi, mentre la maggioranza (45%) ritiene che lo sia maggiormente e la restante parte (39%) in misura uguale rispetto al passato.
I più propensi a rispondere che le cose vadano meglio rispetto al passato sono gli elettori di Forza Italia e della Lega, mentre gli elettori di sinistra e di centrosinistra che pensano allo stesso modo sono in percentuale assai inferiore. Tuttavia è nella destra che si ritrova la percentuale più bassa di coloro che ritengono che le mafia sia oggi meno legata ai professionisti e ai colletti bianchi: gli elettori di Fratelli d’Italia che pensano così sono appena il 5% del totale.
Corruzione, per l’81% è in politica e nella società
Per l’81% degli italiani ‘la corruzione in politica è lo specchio della società italiana’: opinione prevalente nel Nord Est (83%) e nel Sud/isole (84%). Si tratta in prevalenza di persone che si collocano nel centro destra, con un picco di preferenze per la Lega (95%). Un’altra larga fetta dichiara di votare il Movimento 5 stelle (88%). Il 71% degli intervistati ritiene che con ‘l’emergenza Covid-19 la corruzione in Italia si sta diffondendo ancora di più’. E’ quanto emerge dal sondaggio Demos – Libera “Il Triangolo pericoloso. Mafie, corruzione e pandemia”.
Alla domanda “secondo lei oggi, rispetto all’epoca di tangentopoli, la corruzione è diffusa meno/allo stesso modo/di più?”, dominano sfiducia e disincanto; il triplo di chi legge un miglioramento ritiene invece che i fenomeni di corruzione siano più diffusi di allora (30% contro il 10%); un’ampia maggioranza (58%) ritiene l’ammontare di corruzione sia equivalente e dunque capillare e sistemico. Le preferenze politiche sembrano incidere in modo rilevante sulle opinioni relative all’andamento della corruzione politica. La tesi dell’immutabilità del fenomeno – oggi come tangentopoli – trova proseliti soprattutto al centro dello spettro politico (70%), ma anche tra gli elettori del M5S (66%). A conferma di una “politicizzazione” del tema, si nota che i giudizi più negativi – oggi c’è più corruzione che ai tempi di tangentopoli – si osservano soprattutto tra gli elettori genericamente di destra (34%), di Forza Italia (40%) e Lega (38%).
Pandemia e Recovery Found
Alla domanda posta da Demos-Libera che chiedeva in quali settori investire i fondi europei gli italiani non hanno esitazioni. La grande maggioranza, 75%, indica la Sanità. Del resto, in tempi cui la curva pandemica segna ancora traiettorie preoccupanti la salute diventa la questione principale. Angoscia un po’ tutti i cittadini (anche se in misura maggiore le donne e gli abitanti del meridione).
Segue la Scuola, che non assume la rilevanza della Sanità, ma, testimonia quanto la formazione venga considerata importante dagli italiani, tanto da essere indicata da oltre un intervistato su tre (35%). Al terzo posto si colloca il mondo dell’Università e della Ricerca (26%), che viene valorizzata dai più giovani (18-34 anni: 35%).
Fra le istituzioni che, secondo i rispondenti, possono favorire maggiormente la ripresa economica del paese troviamo praticamente a pari merito le imprese e il governo (38%), seguite da università e ricerca(30%.) Significativa la minore considerazione delle amministrazioni locali. In fondo alla lista i partiti politici e i sindacati. Oltre il 70% dei cittadini intervistati ritiene che, spinta dall’emergenza Covid, mafie e corruzione in Italia si stiano diffondendo ancora di più. In particolare la mafia aumenta la sua presenza. E il suo potere. Questa convinzione, peraltro, trova “molto” d’accordo più del 50% degli intervistati. Per la precisione: il 55%, per quel che riguarda l’infiltrazione mafiosa. Inoltre, è interessante osservare come, sul piano territoriale, l’attenzione verso l’infiltrazione mafiosa sia particolarmente acuta nel Nord, soprattutto nel Nord Ovest, mentre nel Nord Est è maggiore la sensibilità al fenomeno della corruzione.
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