Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Scuole, Spirlì pronto alla didattica integrata. 5 Stelle all’attacco “getta gli studenti nel caos”

Calabria

Scuole, Spirlì pronto alla didattica integrata. 5 Stelle all’attacco “getta gli studenti nel caos”

Pubblicato

il

Il presidente facente annuncia un’ordinanza che attiverebbe da subito la didattica integrata. Ovvero, saranno le famiglie a decidere se mandare gli alunni in classe o continuare in DAD con tutte le difficoltà e i ritardi che questo comporta nella organizzazione scolastica “siamo ancora in pandemia, se l’RT è sceso è perchè i ragazzi sono rimasti a casa”

.
COSENA – Da lunedì sette regioni italiane, le ultime che mancavano all’appello, riapriranno gli istituti superiori per far rientrare in classe i propri studenti: Veneto, del Friuli Venezia Giulia, della Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna e Calabria. Al di là dei colori e delle disposizioni previste dai vari Dpcm, infatti, i presidenti di queste Regioni hanno firmato ordinanze che hanno previsto la didattica a distanza fino a lunedì prossimo, quando anche negli istituti superiori si tornerà in aula. In che modalità? I ragazzi dovrebbero torneranno in presenza al 50%, alternandosi in classe. Dovrebbero, appunto, perchè ad esempio in Calabria, il presidente facente funzioni Spirlì, da sempre contrario alla riapertura, ha preannunciato oggi una nuova ordinanza sulla didattica integrata (DDI). Ovvero la possibilità per famiglie e studenti di scegliere se poter seguire le lezioni sia in presenza che a distanza. La didattica integrata dovrebbe essere utilizzata solo in caso di una nuova sospensione delle attività in presenza, ma Spirlì punta a renderla attiva da subito con un’ordinanza che possa non essere impugnata davanti al Tar o al consiglio di stato. Ma questo compererà inevitabilmente ritardi e caos nella riorganizzazione, perchè dovranno essere i genitori, inevitabilmente, a comunicare alla scuola la richiesta della DID (non gli si potrà imporre la didattica in presenza) mentre le istituzioni scolastiche, a loro volta, dovranno riorganizzare le attività, applicare la percentuale ad ogni singola classe e garantire la didattica digitale integrata a tutti gli studenti le cui famiglie ne abbiamo fatto richiesta.

“Quello del ritorno a scuola in presenza – ha spiegato Sprilì – è un argomento cui tengo molto. Io ho cercato di mediare tra le esigenze di ragazzi e insegnati e le pretese della ministra Azzolina che, per giustificare le grosse spese per gli stupidissimi banchi a rotelle, ha spaccato l’unità degli italiani riguardo la tutela della salute dei nostri giovani, dei bambini e di tutto il personale scolastico. Per Spirlì sono ancora troppi rischi e spingere sulla necessità di far rientrare in aula i ragazzi, non fa riflettere sul fatto che siamo ancora in piena pandemia “un qualificato professore, Massimo Galli, tra i vari che affianca il governo stesso – ha aggiunto, ribadisce che con la riapertura delle scuole, i contagi risaliranno quasi del 25%. La tutela della salute dei nostri ragazzi non è un giochino o un braccio di ferro tra la Regione e il tribunale, tra il presidente e le forze politiche avverse, o tra i genitori favorevoli e quelli contrari alla didattica a distanza. Smettiamola. Ricordiamo che, – ha concluso – se oggi in Calabria l’Rt è inferiore a 1, è perché i giovani sono rimasti a casa”.

Studenti in protesta “situazione drammatica”

E se da una parte ci sono studenti che chiedono di poter finalmente rientrare in classe dopo mesi di sospensione, dall’altra chi lo ha già fatto nelle scorse settimane, denuncia oggi una situazione assolutamente drammatica per la sicurezza di studenti e lavoratori, con le classi pollaio, trasporti sovraffollati e  assenza di un adeguato tracciamento dei contagi. Per questo gli studenti si sono mobilitati in più di 20 città italiane questa mattina da Roma a Torino, passando per Milano e Catania, per denunciare le condizioni della riapertura delle scuole.

“La DAD non è la soluzione a questa situazione – ribadiscono – in quanto aumenta le barriere per il diritto allo studio penalizzando i giovani delle periferie e delle classi popolari come indicano i recenti dati IPSOS che segnalano 34 mila studenti tra i 14 e i 18 anni a rischio abbandono. Servono classi da 15 studenti, assumere insegnanti a tempo indeterminato, aumentare gli spazi scolastici, garantire un numero maggiore di mezzi pubblici e un efficace tracciamento dei contagi con accesso diretto e gratuito ai tamponi per studenti e lavoratori della scuola“, hanno detto i manifestanti. La mobilitazione ha aderito allo sciopero generale indetto da SICobas, SlaiCobas e promosso dall’Assemblea dei Lavoratori combattivi.

5 Stelle all’attacco “Spirlì e De Luca gettano gli studenti nel caos”

Durissima la reazione del Movimento 5 Stelle  durante la commissione Istruzione al Senato ”Mancano 48 ore al ritorno in classe di migliaia di studenti campani e calabresi delle superiori, eppure De Luca e Spirlí gettano ancora nel caos studenti e famiglie. Il presidente campano lo ha fatto con il suo ultimo provvedimento, che contiene raccomandazioni in contrasto con le disposizioni governative, in cui chiede ai dirigenti scolastici di evitare gli orari differenziati. Una disposizione che lascia increduli, visto che le scuole hanno già rimodulato gli orari per consentire gli afflussi secondo fasce orarie differenziate. Ma soprattutto De Luca anziché assumersi le proprie responsabilità le scarica sulle famiglie campane preannunciando un rientro in classe “á la carte”, con la possibilità per le famiglie di scegliere tra dad e presenza a propria discrezione. Insomma il caos più totale, sulla pelle della comunità scolastica. Il bello (anzi, il brutto) è che questo esercizio di amministrazione scellerata verrà preso ad esempio in Calabria, dove il presidente facente funzioni Spirlí ha preannunciato in una diretta Facebook imbarazzante provvedimenti analoghi. Davanti al muro di gomma di personaggi come De Luca e Spirlí un plauso va invece al grande lavoro fatto dalle istituzioni scolastiche in coordinamento con le prefetture in una logica di collaborazione istituzionale. La scuola è e sarà sempre più forte di certa politica“.

Ancora più netta la stoccata di Melicchio “lasciar scegliere alle famiglie se mandare il proprio figlio a scuola o fargli proseguire la dad è una proposta insensata, che mi auguro per il bene degli studenti e studentesse calabresi che non si tramuti davvero in un’ordinanza, come ha anticipato il governatore Spirlì” ha detto il deputato calabrese del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura. “La scuola è un diritto, non un’opzione, e le istituzioni hanno il dovere di fare il possibile per garantirlo a tutti, senza creare disparità sulla base di valutazioni o convinzioni personali che poco hanno a che fare con la scienza. La scienza infatti, è bene ricordarlo, considera la scuola uno tra i luoghi più sicuri e non è un caso che il Governo, sulla base delle indicazioni delle autorità sanitarie, abbia previsto la riapertura anche delle superiori, sebbene al 50%. Già i mesi di chiusura hanno acuito le disuguaglianze tra i giovani: bisogna lavorare per ridurle, non per aumentarle” ha concluso Melicchio.

 

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA