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Decreto Calabria bis, la Regione si appella alla Corte Costituzionale. Spirlì “dignità scippata”

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Decreto Calabria bis, la Regione si appella alla Corte Costituzionale. Spirlì “dignità scippata”

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La Regione ha deciso di presentare ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Calabria 2 che prolunga il periodo di commissariamento della sanità regionale. Spirlì “non possiamo abbandonare il campo di una battaglia di principio e di rispetto nei confronti della lesa onorabilità delle professionalità calabresi”

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COSENZA – Il cosiddetto Decreto Calabria Bis, che contiene misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione e che di fatto prolunga il periodo di commissariamento, continua ad essere oggetto di scontro visto che Giunta regionale ha appena autorizzato la presentazione del ricorso alla Corte costituzionale. L’esecutivo regionale, nel corso della seduta di oggi, ha autorizzato il presidente facente funzioni Nino Spirlì, in qualità di legale rappresentante dell’ente, a conferire la procura speciale agli avvocati difensori e ha dato mandato all’Avvocatura regionale per l’esecuzione del provvedimento che il 29 dicembre scorso è diventato legge dopo l’ok al Senato che aveva approvato il decreto già licenziato dalla Camera.

«Ferma restando la totale disponibilità alla collaborazione con il commissario ad acta, Guido Longo, con il quale condividiamo strategie e obiettivi, e al quale riconosciamo la grande capacità di intervenire in modo deciso sulle urgenze delle sanità calabrese – afferma il presidente Spirlì –, non possiamo abbandonare il campo di una battaglia di principio e di rispetto nei confronti della lesa onorabilità delle professionalità calabresi. Il Governo appena smontato – continua – ha voluto mortificare la Calabria perpetuando il commissariamento della sanità, senza tenere conto delle giuste richieste avanzate dalla Regione Calabria. Solo una fortunata casualità ha voluto che tra il nominato commissario ad acta e il presidente della Giunta regionale nascesse, nell’adempimento dei rispettivi compiti istituzionali, l’amichevole volontà di consegnarsi vicendevolmente per l’ottenimento del fine ultimo comune: la tutela della salute della gente di Calabria. Mi auguro – conclude Spirlì – che questo ricorso venga accolto: sarebbe una decisione giusta che riconsegnerebbe alla Calabria una dignità scippata, inutilmente scippata.

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