Calabria
Economia sommersa, Calabria triste maglia nera. In tutto il Sud l’incidenza più alta
Secondo i dati Istat la Calabria è la regione in cui il peso dell’economia non osservata è al massimo, con il 21,3% del valore aggiunto complessivo. Sottodichiarazione dei risultati economici delle imprese e lavoro nero le componenti più rilevanti
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COSENZA – Nel Mezzogiorno d’Italia si registra l’incidenza più elevata dell’economia non osservata. Lo rileva l’Istat nel rapporto sui Conti economici territoriali 2017-2019. Nel 2018, ultimo anno per cui sono disponibili le informazioni, l’economia non osservata (somma della componente sommersa e di quella illegale) rappresenta in Italia il 13,1% del valore aggiunto totale (l’incidenza sul Pil è pari all’11,9%): le componenti più rilevanti sono la rivalutazione della sottodichiarazione dei risultati economici delle imprese (5,9%) e l’impiego di lavoro irregolare (4,9%). L’economia illegale e le altre componenti minori (mance, fitti in nero e integrazione domanda-offerta) incidono per il restante 2,3%. L’incidenza dell’economia non osservata è molto alta nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 18,8% del complesso del valore aggiunto, seguita dal Centro (13,8%). Sensibilmente più contenuta, e inferiore alla media nazionale, è l’incidenza nel Nord-est (10,9%) e nel Nord-ovest (10,3%). Il peso relativo delle tre diverse componenti dell’economia non osservata si conferma anche a livello ripartizionale; a pesare di più è ovunque la rivalutazione da sotto-dichiarazione che raggiunge un picco nel Mezzogiorno (pari all’8% del valore aggiunto) mentre registra nel Nord-ovest l’incidenza più contenuta (4,7%). Anche la quota di valore aggiunto generato da impiego di lavoro irregolare è significativa nel Mezzogiorno, dove si attesta al 7,5%. L’incidenza risulta lievemente superiore alla media nazionale (pari al 4,9%) al Centro (5%), mentre è inferiore nelle altre due ripartizioni (3,8% il Nord-ovest e 3,9% il Nord-est). (AGI)
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