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La mutazione inglese del covid fino al 70% più contagiosa. Circola già da novembre

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La mutazione inglese del covid fino al 70% più contagiosa. Circola già da novembre

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Il Centro europeo per il controllo delle malattie avanza tre ipotesi sulla comparsa di questa mutazione che ha una trasmissibilità molto maggiore, quantificata al 70% in più, che si è diffusa in un periodo dell’anno in cui tradizionalmente aumentano i contatti familiari e sociali. Poi l’invito a tutti i Paesi “identificate subito i casi”

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COSENZA – La variante inglese del coronavirus circola già da un mese. Tre sequenze di campioni raccolti in Danimarca e uno in Australia, prelevati a novembre, sono infatti risultate essere collegate al focolaio inglese causato da questa mutazione. Il che indica che si è già “verificata una sua diffusione internazionale, anche se non se ne conosce l’estensione”. Lo spiega in un accurato rapporto il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). L’insolito alto numero di mutazioni della proteina spike e altre proprietà genomiche della variante suggeriscono, secondo l’Ecdc, che questa mutazione “non sia emersa attraverso il graduale accumulo di mutazioni in Gran Bretagna”. Molti Paesi, tra cui l’Italia, hanno bloccato i collegamenti con il Regno Unito. Boris Johnson ha convocato il comitato Cobra (Cabinet Office Briefing Rooms) che si riunisce in caso di crisi mentre il Centro per il controllo delle malattie (Ecdc) invita a identificare chi ha avuto contatti con i positivi alla nuova mutazione o ha viaggiato in zone colpite, per testarli, isolarli e tracciarne i movimenti.

Intanto è stata avviata allo Spallanzani di Roma la procedura per isolare la sequenza del virus per verificare la cosiddetta variante inglese, il ‘Covid-bis’. Gli accertamenti saranno fatti sul test eseguito su un passeggero (asintomatico) sbarcato a Fiumicino e risultato positivo al tampone. Secondo il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli sull’efficacia del vaccino anti-Covid anche per questa nuova mutazione del virus non dovrebbero esserci problemi. Primi casi di ‘Covid-bis’ in Italia: un uomo rientrato a Roma dall’Inghilterra e la moglie che ha “una forte carica virale”, ma “è asintomatica”.

Le tre ipotesi sulla comparsa della variante

L’Ecdc avanza tre ipotesi sulla comparsa di questa variante. La prima è che una prolungata infezione da SarsCov2 in un singolo paziente, forse con ridotta capacità immunitaria, possa aver portato ad un alto tasso di accumulo di mutazioni che riescono a eludere il sistema immunitario. Un’altra possibile spiegazione potrebbe essere un processo di adattamento del virus, presente in specie animali e poi ritrasmesso all’uomo dall’animale, come accaduto con la mutazione rilevata negli allevamenti di visioni in Danimarca e Olanda. Ma il Regno Unito ha segnalato all’Ecdc e all’Organizzazione mondiale della sanità che “non c’è un chiaro collegamento epidemiologico con gli animali per questa variante”. Infine è anche possibile che la variante sia emersa attraverso la circolazione in paesi con poca o inesistente copertura di sequenziamento genetico. Ma questa ipotesi è la meno plausibile, secondo l’Ecdc, perchè le mutazioni casuali acquisite dalla circolazione del virus non spiegherebbero il numero insolitamente alto di mutazioni nella proteina spike e una circolazione sottotraccia per un tempo sufficientemente lungo per l’accumulo di così tante mutazioni (si stimano circa 10 mesi) non è molto probabile per via dei flussi di viaggi globali. global travel patterns. Il Sud Africa ha segnalato al database mondiale GISAID EpiCoV un aumento rapido simile, da ottobre, di una variante con mutazione della proteina spike, che non ha una stretta relazione evolutiva con la variante inglese, ma dimostra che la comparsa di varianti del genere non è un evento raro.

Identificare subito i casi

Le analisi hanno identificato una larga parte di casi di Covid nel sud-est dell’Inghilterra collegati alla nuova variante inglese del coronavirus. Per questo le autorità sanitarie pubbliche e i laboratori di tutti i paesi europei devono analizzare i virus isolati in modo tempestivo per identificare i casi della nuova variante. Va identificato immediatamente chi ha avuto contatti con persone positive alla nuova mutazione o ha viaggiato nelle aree colpite, in modo da testarli, isolarli e tracciare i loro contatti. E’ l’invito che arriva a tutti i paesi europei dal Centro europeo per il controllo delle malattie  che spiega come questa nuova variante è comparsa in un periodo dell’anno in cui tradizionalmente aumentano i contatti familiari e sociali, rileva l’Ecdc. “Non ci sono indicazioni al momento di una maggiore gravità dell’infezione collegata a questa nuova mutazione, di cui sono stati segnalati casi in Danimarca, Olanda e, secondo i media, in Belgio – continua – Data l’attuale mancanza di dati su quanto questa nuova variante sia diffusa fuori dal Regno Unito, servono sforzi tempestivi per prevenirne e controllarne la diffusione”. Tutti i casi che dovessero essere identificati andranno quindi comunicati al Sistema di allerta e risposta rapida dell’Unione europea ed è importante ora più che mai, sottolinea il Centro europeo per il controllo delle malattie, comunicare ai cittadini l’importanza di rispettare le misure restrittive e il distanziamento sociale, evitando i viaggi non essenziali e le attività sociali. Inoltre i casi sospetti di reinfezione da Covid dovrebbero essere seguiti e accompagnati dal sequenziamento del virus isolato, così come vanno approfonditi i casi di fallimento delle terapie con plasma convalescente o anticorpi monoclonali. Andranno poi monitorate strettamente le persone che riceveranno il vaccino anti-Covid per identificare i possibili fallimenti della vaccinazione. L’Ecdc invita infine i paesi europei a sviluppare dei meccanismi standardizzati per studiare e valutare le nuove varianti di SarsCov2 emergenti dal punto di vista antigenico, di trasmissibilità, gravità dell’infezione e possibile serbatoio animale, e se necessario, stabilire dei sistemi per rivalutare composizione e strategia vaccinale.

Aggiornare sequenze di tamponi e test rapidi

I laboratori europei dovranno ricontrollare e aggiornare i nucleotidi usati nei vari metodi diagnostici del SarsCov2, quali i tamponi molecolari e i test antigenici rapidi. A indicarlo è l’Ecdc, in un documento pubblicato sul suo sito. Secondo l’Ecdc nei test non ci si può basare solo sulla rilevazione delle varianti sul gene-S e raccomanda di avere una conferma usando il sequenziamento. Per questo va aumentata la capacità di caratterizzare il virus geneticamente e antigenicamente, o di condividere con i laboratori di riferimento le sequenze isolate.

Per inficiare vaccino serve mutazione sostanziale

Sarebbe preoccupante se avessimo mutazioni multiple, soprattutto sulla proteina spike. Credo però che per costringerci ad aggiornare il vaccino con i nuovi ceppi il virus debba cambiare in modo sostanziale. Per ora non siamo preoccupati”: così Marco Cavaleri, capo delle strategie vaccinali dell’Ema, risponde a chi gli chiede che tipo di mutazione del Covid potrebbe mettere a rischio il funzionamento del vaccino.

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