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Etichette per alimenti per colori, l’Italia boccia il testo del Consiglio europeo

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Etichette per alimenti per colori, l’Italia boccia il testo del Consiglio europeo

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Italia, Grecia e Repubblica ceca hanno bocciato il testo di compromesso sull’etichettatura di origine e nutrizionale proposto dalla presidenza tedesca

 

L’Italia ha bloccato il documento di conclusioni del Consiglio Agricoltura UE che avrebbe accelerato l’adozione di un sistema di etichettatura a colori sul modello del Nutriscore francese che danneggia le produzioni Made in Italy e non informa correttamente i consumatori.
L’etichettatura nutriscore francese come quello a semaforo adottato in Gran Bretagna influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari. Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto e – sostiene la Coldiretti – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia – precisa la Coldiretti – di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.

Un sistema che – sottolinea la Coldiretti – rischia di espandersi a livello globale dove in gioco ci sono 44,6 miliardi di esportazioni agroalimentari tricolori nel mondo tra i quali si conta una rilevante presenza di prodotti, dai formaggi all’olio fino ai salumi ingiustamente penalizzati dal nuovo sistema. La manovra degli altri Paesi punta a fermare la crescita del Made in Italy agroalimentare che nel tempo del Covid, insieme alle medicine, è l’unico settore a crescere all’estero (+1%) nei primi dieci mesi del 2020 e può essere l’elemento di traino per l’intero tessuto economico del Paese.

“Esprimo il mio rammarico per la decisione della presidenza di non voler accogliere le nostre proposte – ha dichiarato Teresa Bellanova – prendiamo atto della decisione di adottare conclusioni della presidenza, che come tali non rappresentano la posizione del Consiglio né tantomeno dell’Italia”. Questa decisione “non fotografa l’esito delle discussioni che sono state molto divisive sul tema, spiace constatare che la presidenza su questo argomento non è neutrale. Con Grecia e Repubblica ceca, presenteremo una dichiarazione congiunta da mettere a verbale per il dibattito dei prossimi mesi”. Cipro ha votato a favore ma condivide i punti della dichiarazione comune di Italia, Grecia e Repubblica ceca. Lettonia, Ungheria e Romania, che inizialmente si erano schierati su posizioni critiche rispetto al documento della presidenza tedesca, alla fine hanno votato a favore.

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