Italia
Speranza alle Regioni in rivolta “è surreale che fingano di ignorare la gravità dei dati”
Uno scontro durissimo quello tra le Regioni dichiarante zone rosse, la Sicilia dichiarata arancione, e il Governo. E il Ministro Speranza invoca l’unità sottolineando “sono le stesse Regioni che forniscono e alimentano i dati dell’epidemia che poi servono per il monitoraggio. Serve unità e responsabilità, non polemiche inutili”
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COSENZA – Decisione “ingiusta”. Una scelta “assurda”, uno “schiaffo ai lombardi, “un tentativo di piegare la schiena dei Calabresi“. L’attacco dei governatori delle Regioni inserite nella zona rossa e arancione parte un minuto dopo la fine della conferenza stampa nella quale il premier Giuseppe Conte a palazzo Chigi illustra il nuovo Dpcm. E trova sponda nelle dichiarazioni del leader del centrodestra Matteo Salvini: “chiudono in casa milioni di italiani, in diretta tivù, sulla base di dati vecchi di 10 giorni, senza garantire rimborsi adeguati. E intanto lasciano sbarcare più di 2.000 clandestini in poche ore”. Parole pesanti che fotografano le divisioni profonde e il clima dei prossimi giorni, tutto il contrario dell’unità chiesta dal capo dello Stato Sergio Mattarella. Il più duro è il governatore della Lombardia Attilio Fontana. La Regione dall’inizio della pandemia è quella che più ha sofferto e che continua ad avere gli indici più alti. “Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi, non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita” dice definendo la decisione “grave e inaccettabile visto che si è scelto la zona rossa con dati vecchi di 10 giorni“.
Nella tarda mattinata sono arrivate le parole del Ministro della Salute Speranza che ha firmato le singole ordinanze che non vuol sentire parlare di scelte politiche “le Regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle Regioni. È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili”. Il ministro della Sanità riferirà nell’Aula della Camera sulle misure dell’ultimo Dpcm domani alle 11.30.
Di scelta “ingiusta” parla invece il presidente facente funzione della Calabria Nino Spirlì che ha già annunciato che impugnerà l’ordinanza. “L’ho appreso alle 20 dalla telefonata del ministro Speranza con costernazione, rabbia e sgomento. Penso alle migliaia di imprese – sottolinea – che saranno costrette a chiudere i battenti forzatamente e, a mio parere, senza un motivo valido”. Tra chi è finito in zona rossa, l’unico per il momento a difendere le scelte del governo è il governatore della Valle d’Aosta Erik Lavevaz. “La situazione è difficile e serve una presa di coscienza da parte di tutti. Più saremo attenti nell’applicare le prescrizioni, anche nella vita privata, prima la situazione sanitaria migliorerà e prima torneremo alla normalità. Dobbiamo essere tutti coesi nell’impegnarci al massimo oggi per essere liberi domani”.
Resta invece in silenzio nella serata il presidente della Piemonte Alberto Cirio che poi commenta la decisione questa mattina “vi confesso che questa notte non ho dormito. Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili. Perché si sia voluto assumere scelte così importanti sulla base di dati vecchi di almeno 10 giorni. Perché il netto miglioramento dell’Rt del Piemonte (sceso nell’ultima settimana grazie alle scelte di prudenza che la Regione aveva già saputo adottare) non sia stato preso in nessuna considerazione. Perché per regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso. Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza”. Chi sferra una stoccata è Andrea Tronzano, assessore al Bilancio della Regione Piemonte, “Campania in zona gialla è uno #scandalo!! Non sono avvezzo a usare parole cosi dure, ma questa volta lo dico senza giri di parole e ben consapevole di non essere politicamente corretto e di aprire la guerra fra poveri. In questo caso, però, non mi interessa avere mezze misure” ha scritto ieri n un post sul suo profilo personale Facebook “Il popolo italiano, spettabile governo composto da non eletti e da persone che hanno perso tutte le elezioni negli ultimi 5 anni, merita rispetto, trasparenza e verità. – continua Tronzano – Questa decisione è uno scandalo degno dei peggiori regimi totalitari e, aggiungo, comunisti!”.
Nello Musumeci, presidente della Sicilia finita in zona arancione, urla la sua rabbia. “E’ una scelta assurda e irragionevole. L’ho detto e ripetuto stasera al ministro Speranza che ha voluto adottare una decisione al di fuori di una legittima spiegazione scientifica“. In zona arancione c’è anche la Puglia. Michele Emiliano per il momento non parla ma le scelte fatte in concomitanza con la conferenza stampa di Conte lasciano intendere che il governatore pugliese abbia più di un punto in disaccordo con il governo. Il Dpcm prevede infatti che nella zona arancione siano in presenza le scuole dell’infanzia, le elementari e le medie. Ma Emiliano ha fatto sapere che resta in vigore l’ordinanza che stabilisce la didattica a distanza per tutte le scuole di ordine e grado ad eccezione di quelle dell’infanzia. Era tra quelli che chiedevano il lockdown nazionale, come Vincenzo De Luca. La sua regione si è salvata, per il momento e nonostante la situazione di Napoli. Ma l’attacco al governo è comunque pesante. “Si assumerà la responsabilità sanitaria e sociale conseguente alle sue scelte, sempre ritardate, e sempre parcellizzate” dice il presidente della Campania annunciando che lascerà tutte le scuole chiuse.
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