Attualità
Semi di marijuana: pregiudizi, stereotipi e benefici tangibili
 
																								
												
												
											Innanzitutto una domanda. Chi non conosce la differenza tra: coltivare piante, mangiare semi e fumare cannabis?
Ad ogni verbo corrisponde un’azione e l’oggetto per il quale ci si mette in attività è diverso, anche se si parla sempre dello stesso tema. Quando la cannabis è illegale nel paese in cui si vive è molto probabile che lo stigma sull’argomento si amplifichi al punto da impregnare tutta la superficie circostante.
La sola parola: “marijuana”!
Senza riferimenti ai migliori semi autofiorenti di cui solo un appassionato collezionista potrebbe parlare con grande disinvoltura… la sola parola “cannabis”: può essere considerata scabrosa e creare intorno a chi l’ha nominata un’atmosfera alquanto imbarazzante.
In effetti succede così per tanti discorsi stereotipati.
Attenzione: i pregiudizi possono essere fondamentali per l’esistenza umana, sono come dei kit per la sopravvivenza pronti all’uso, impacchettati grazie agli sforzi dell’evoluzione! A volte però si potrebbe fare un passetto indietro e ragionare. Anche il dubbio può essere utile.
In Italia e in tanti altri paesi del mondo, portare i semi a germinare è illegale. Verissimo. Ma si possono comprare per collezionarli, si possono mangiare, i medici prescrivono terapie a base di marijuana.. eppure gli stereotipi sono molto vincenti. L’uso di marijuana medica causa addirittura conflitti in alcune parti del mondo, anche se la ricerca ha permesso di trarre benefici per la salute di cui si può godere senza esposizione al THC.
Tuttavia, c’è ancora una certa stigmatizzazione nei confronti della marijuana, forse proprio a causa dei pensieri controversi a livello politico.
Conoscere i semi attraverso la scienza
I semi di cannabis sono legali. E’ nella pianta che cresce ad essere presente il THC (Tetraidrocannabinolo) che è la sostanza psicoattiva della cannabis, non consentita dalla legislazione italiana. La pianta però è ormai tornata alla ribalta perchè molto utile. Viene adoperata nella produzione di alimenti, abbigliamento, carburante e materiali per l’edilizia.
Nei paesi in cui è consentito le persone che usano la cannabis a scopo ricreativo non si sognano neppure di aggiungere i semi quando fumano marijuana. Tutti lo sanno e la ricerca lo dimostra: i semi di cannabis non contengono cannabinoidi.
Non si può negare, tra l’altro, che i semi di cannabis sono pieni di sostanze nutritive essenziali. Hanno anche proprietà antinfiammatorie molto importanti e sono utili addirittura nella riparazione dei muscoli e dei tessuti dopo l’esercizio. I semi di cannabis sono una proteina completa. Infatti, sono l’unica fonte naturale di edestina, l’aminoacido che condivide una struttura molto compatibile col DNA degli esseri umani. Per questo i semi sono considerati la fonte di proteine più in sintonia con il profilo aminoacidico umano.
In più la maggior parte delle proteine vegetali non contiene la lisina, altro aminoacido presente nei semi di cannabis.
Un esempio di proteina vegetale che contiene la lisina è la quinoa. Tuttavia, questa non è facile da inserire quotidianamente nei pasti.
Nutrire l’organismo con i semi di marijuana
I semi di marijuana possono essere integrati con semplicità in una grande quantità di piatti e stuzzichini diversi ogni giorno. Esplorare il modo in cui mangiare i semi è quindi conveniente per prepararli nella maniera più consona al proprio gusto.
Il loro sapore mite simile a quello della nocciola si abbina bene sia con i piatti salati che con quelli dolci. Possiedono molte proteine: 2 cucchiai di semi ne contengono quasi 7 grammi, più dei semi di lino o di chia.
La cannabis è inoltre una ottima fonte di acidi grassi omega-3. I semi si possono usare interi, cospargerli sulle insalate, sui piatti integrali, oppure farli diventare latte per sostituire gli altri tipi che in genere si bevono. Avendo la caratteristica di essere facilmente assorbibili e facili da digerire, aiutano l’organismo ad avere disponibilità di maggiori riserve di energia per rigenerare i muscoli e metabolizzare i grassi.
In genere la proteina dei semi di cannabis viene paragonata a quella che si trova nelle noci, nei cereali e nei legumi. Anche in questo confronto c’è una vittoria a favore della cannabis riguardo alla digeribilità delle sue proteine.
Ma non è tutto!
Un altro degli aminoacidi che si trovano nei semi di cannabis è l’arginina. L’arginina produce ossido nitrico nell’organismo e questo incentiva la dilatazione dei vasi sanguigni, che secondo gli studi incide sulla pressione del sangue. Tutto ciò crea un livello migliore di pressione sanguigna e una riduzione del rischio di malattie cardiache.
Ancora, altri studi hanno riconosciuto che il consumo di arginina causa livelli minori di proteina C reattiva, marcatore infiammatorio sempre associato alle malattie cardiache.
Conclusioni (che possano costruire nuovi pregiudizi)
I semi, in generale, e quelli di marijuana, in particolare, sono ricchi di sostanze nutritive essenziali, che li rendono un vero e proprio superalimento.
Possono essere d’aiuto in condizioni poco desiderabili come:
- alta pressione sanguigna
- colesterolo alto
- malattie cardiache
- danni ai muscoli e ai tessuti
- coaguli di sangue
- malattie della pelle, tra cui dermatite ed eczema
Nel caso qualcuno non gradisse sperimentare il loro gusto perché li ritiene troppo preziosi, in rete è possibile trovare siti come quello di SensorySeeds, in cui scegliere tra i semi che non fanno ancora parte della propria collezione.
Molti preferiscono custodirli gelosamente.
 
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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