Italia
Coronavirus, 4 scenari previsti dell’Iss per i prossimi mesi in vista dell’influenza
 
																								
												
												
											Un rapporto dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute traccia i 4 possibili scenari analizzando l’indice di trasmissione del contagio (RT). Il peggiore con Rt sopra 1,5 e sovraccarico degli ospedali. Medici ospedalieri ” se casi continuano a crescere gli ospedali reggeranno non oltre i due mesi”
.
COSENZA – Punto sulla pandemia da Covid-19 in Italia dalla prima fase ai possibili scenari futuri in vista anche del virus influenzale in un rapporto dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute. Quattro gli scenari possibili analizzati in base all’indice di trasmissione Rt. Lo scenario peggiore, il quarto in elenco, quello con una situazione di trasmissibilità non controllata e criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1,5.
Anche se una epidemia con queste caratteristiche porterebbe a misure di mitigazione e contenimento più aggressive, uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. La crescita potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi, a meno che l’epidemia non si diffonda prevalentemente tra le classi di età più giovani, come a luglio-agosto, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili.
Negli altri casi, il primo scenario, prende in considerazione una situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto al periodo luglio-agosto 2020, con Rt regionali sopra soglia per periodi limitati (inferiore a 1 mese) e bassa incidenza, nel caso in cui la trasmissibilità non aumenti sistematicamente all’inizio dell’autunno, le scuole abbiano un impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici. Il secondo scenario, una situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve e medio periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1,25. L’incremento potrebbe però essere relativamente lento, senza comportare un rilevante sovraccarico dei servizi assistenziali per almeno 2-4 mesi. Nel terzo scenario si parla di situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1,25 e Rt=1,5. Caratteristiche che potrebbero comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi ma con un margine maggiore di intervento se l’epidemia dovesse diffondersi prevalentemente tra le classi di età più giovani, come a luglio-agosto, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili.4
Anaao “se i casi aumentano ancoa, tenuta ospedali non oltre 2 mesi”
Con i numeri attuali della pandemia da Covid-19 “gli ospedali italiani potranno reggere almeno per 5 mesi ed al momento la situazione è gestibile, ma se dovessimo assistere ad un aumento esponenziale dei casi come sta accadendo in altri Paesi come la Francia allora il sistema ospedaliero avrebbe una tenuta di non oltre 2 mesi“. Lo afferma all’ANSA Carlo Palermo, il segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri italiani, l’Anaao-Assomed. Se si passasse dai circa 5mila casi di contagio giornalieri agli oltre 10mila come in Francia, rileva, “si rischia il crollo della prima trincea ospedaliera anti-Covid, perchè gli ospedali non sono pronti a far fronte ad un’epidemia esponenziale”. “Già ora – avverte – si iniziano a registrare delle criticità, a partire dal personale sanitario carente e dalle strutture che non sempre garantiscono percorsi differenziati.
Ospedali vecchi e mancano 10mila medici
Il problema della “mancanza di personale sanitario ospedaliero – spiega Palermo – non è un problema nuovo. Abbiamo ereditato dal passato già una carenza di 6mila medici determinata dal blocco del turnover. Ma ora, con la pandemia, la situazione è peggiorata perchè l’aumento dei posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva rende ovviamente necessario anche un aumento del personale sanitario e medico addetto. Sarebbe necessaria – sottolinea – l’assunzione di almeno altri 4mila medici“. Ad oggi, sostiene Palermo, “registriamo una carenza complessiva di circa 10mila medici: negli ultimi mesi sono state infatti effettuate circa 5mila assunzioni, ma si tratta di contratti a tempo determinato, precari o libero professionali. Il problema, dunque, non si è risolto alla radice e la situazione di sofferenza negli ospedali resta”. Ma non è solo il personale il punto ‘dolente’. Anche le strutture ospedaliere non sempre sono adeguate a fare fronte alla pandemia: “Molti ospedali sono vecchi, magari costruito oltre 50 anni fa. Questo rende ad oggi impossibile in varie strutture nosocomiali poter predisporre i fondamentali percorsi differenziati Covid e no-Covid”. Per garantire tali “adeguamenti strutturali – avverte – sono fondamentali investimenti mirati, perchè la separazione dei percorsi è un imprescindibile elemento di sicurezza”. Insomma, “ci sono delle criticità da affrontare subito, per essere preparati nel caso in cui i numeri del contagio dovessero aumentare significativamente: con un aumento esponenziale, gli ospedali andrebbero in tilt, mentre se l’aumento dei casi rimane costante con le cifre attuali abbiamo ancora un periodo piuttosto lungo di tenuta”. Dunque, conclude Palermo, “la trincea ospedaliera va rafforzata, ma bisogna al contempo rafforzare anche la capacità territoriale di fare test e l’assistenza domiciliare”.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
Social