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“Aleph” di Paulo Coelho

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“Aleph” di Paulo Coelho

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“Non è quello che hai fatto nella tua vita passata a influenzare il presente, ma è ciò che fai nel presente che redimerà il passato e logicamente cambierà il futuro.”

 

E’ alla ricerca di una rinascita spirituale Paulo Coelho, scrittore più letto al mondo dopo William Shakespeare. Nel suo ultimo romanzo Aleph (Bompiani, 2011), Coelho racconta il proprio cammino verso se stesso riprendendo in mano un’idea già nettamente sviscerata nel suo bestseller l’Alchimista attraverso il personaggio di Santiago. Aleph come la raccolta di racconti filosofici di Jorge Luis Borges, Aleph come il numero zero, quello dal quale tutto inizia, ma dove anche tutto finisce.

E’ un diario di bordo la nuova opera di Coelho. Il racconto del suo giro promozionale avvenuto in Russia nel 2006, nato per porre fine ad un periodo grigio, dal quale nascono le descrizioni di scomodi mezzi di trasporto di treni visti come piccolissime scatole in cui la noia vince sempre e di sensazioni date dalla folla in adorazione. Un diario di bordo inizialmente molto lontano dallo stile dell’autore, che poi si fa riconoscere nell’incontro con Hilal, una violinista innamorata del suo scrivere e della sua persona, che si impone nelle ore dello scrittore attraverso lunghe passeggiate per i corridoi del treno e chiacchierate interminabili nella piazzola che diventa il punto zero, l’Aleph. E’ lì che tutto inizia e tutto finisce. Nonostante l’invadenza e l’ostilità degli accompagnatori nei confronti della ragazza, l’autore brasiliano (che narra tutto in prima persona) non è infastidito dalla presenza di Hilal in quanto è convinto di averla incontrata in una vita precedente e di doverle chiedere perdono.

Dal punto di vista letterario, è interessante come Coelho riesca ad intersecare perfettamente il racconto della cruda realtà e il racconto di un’esperienza che sembra quasi essere un sogno. Di fatto, il romanzo mi è risultato un’opera del tutto auto-celebrativa e forzatamente mistica, lì dove la mera realtà sarebbe bastata a dar vita a un eccellente racconto on the road.

 

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