Calabria
Fase 2, a Catanzaro poca gente in giro e a Crotone protesta dei commercianti
Rientro graduale alla normalità a Catanzaro, dove l’avvio della “Fase 2” ha determinato un maggiore presenza di persone nelle vie del centro. A Crotone, invece, protesta dei commercianti
Gente in strada, in gran parte con la protezione delle mascherine antivirus, a piedi e in auto; qualche bar aperto; utenti in attesa negli uffici postali e nelle filiali delle banche. Si percepisce un rientro graduale alla normalità a Catanzaro, dove l’avvio della “Fase 2” ha determinato un maggiore presenza di persone nelle vie del centro.
Nel capoluogo della Calabria, peraltro, il sindaco Sergio Abramo, di centrodestra, non ha consentito il servizio all’esterno ai ristoratori e ai baristi sancito dalla contestata ordinanza del presidente della Regione, Jole Santelli, esponente di Forza Italia, attenendosi alle disposizioni governative. Molti esercenti hanno ritenuto autonomamente di non aprire, in attesa di tempi migliori, anche a causa delle diffidenza della clientela che ancora, fa notare il titolare di qualche bar lamentandosi dei pochi scontrini emessi in mattinata, stentano a riprendere il rito quotidiano del caffè e del cappuccino.
A Crotone, invece, la fase due è iniziata con la protesta di diverse decine di esercenti di attività commerciali e artigiane davanti al palazzo comunale. Se la chiusura dei loro esercizi che va avanti ormai da due mesi ha avuto un costo economico notevole, ancora più pesante – dicono i commercianti – sarà quello da sostenere per la riapertura alla luce delle tante prescrizioni da rispettare come la frequente sanificazione dei locali, il rispetto del distanziamento sociale, l’adozione di misure di protezione personale. Senza contare, ed è questo il punto cruciale della protesta, i tributi locali da pagare entro la fine del mese. Costi che gli esercenti non sono in grado di sostenere e per questa ragione continueranno a tenere le serrande abbassate. Malgrado l’ordinanza della Regione Calabria, infatti, anche questa mattina negozi, bar e ristoranti sono rimasti chiusi mentre, al contrario, le strade cittadine hanno ricominciato a popolarsi di persone.
Circa cinquanta esercenti si sono ritrovati spontaneamente in piazza Resistenza, davanti al municipio, chiedendo il rinvio del pagamento dei tributi locali come l’Imu ma anche l’occupazione di suolo pubblico ed hanno consegnato simbolicamente le chiavi dei loro esercizi commerciali. “Noi siamo le partite Iva di Crotone – afferma il comitato aziende artigianato commercio e pubblici servizi che si è costituito spontaneamente – e questa è una manifestazione pacifica che serve a contenere la rabbia. Una rabbia fortissima che comprende paura, disperazione, incertezza e disperazione. Noi siamo padri di famiglia, siamo uomini e donne che lavorano 12 ore al giorno rischiando tutto, non abbiamo ammortizzatori sociali, noi abbiamo solo il fallimento e la chiusura se le cose non vanno bene. Siamo l’80% dell’economia italiana e siamo l’unica fonte occupazionale del territorio. Noi siamo l’economia, siamo nati imprenditori e moriremo lottatori se non ci ascolterete”.
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