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Verbicaro, associazione Gabbie Vuote: «crudeltà contro animali e inadempienza delle istituzioni»

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Verbicaro, associazione Gabbie Vuote: «crudeltà contro animali e inadempienza delle istituzioni»

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A segnalare la situazione è la presidente dell’Associazione Gabbie Vuote, organizzazione di volontariato di  Firenze, Mariangela Corrieri che parla di “indifferenza e inadempienza delle istituzioni”

 

VERBICARO (CS)  – “Siamo venuti a conoscenza da parte di cittadini del luogo ma anche di villeggianti e, addirittura, da alcuni consiglieri del comune di Verbicaro, Salvatore Papa e Franco Cirimele con i quali abbiamo parlato per telefono, che il comune in questione non ha un’anagrafe canina  e i cani padronali vagano liberi per le strade e si accoppiano. Inoltre non esiste un canile comunale nè consortile dove ricoverare i cani randagi o abbandonati, non ha un regolamento di tutela degli animali, la ASL non ha attivato la sterilizzazione e la Regione non consente si faccia con convenzioni private. Cani con lesmaniosi, rogna,  rilasciati per le vie, zecche cani malati che non vengono curati”. A denunciare la situazione è l’associazione di volontariato Gabbie Vuote e la presidente Corrieri sottolinea come “qualcuno al di sopra delle parti, c’è. Qualcuno che si preoccupa di controllare la popolazione degli animali randagi, uccidendone a centinaia nei più crudeli dei modi: avvelenandoli con la stricnina anche in pieno centro cittadino, spezzandoli a bastonate e accettate, imprigionandoli nei bidoni della spazzatura, fucilandoli. Cani, gatti, cuccioli indifesi nelle mani di vigliacchi umani senza coscienza”.

“Verbicaro è il perfetto esempio di come in Italia, la legge non è legge, e la barbarie medioevale imperi ancora verso animali che il Trattato di Lisbona dell’Unione europea considera esseri senzianti e la Dichiarazione di Cambridge firmata dai massimi scienziati mondiali, considera esseri con coscienza. Forse è utile ricordare – spiega la Corrieri – a chi ha dimenticato, che i cani sono i nostri compagni di vita, vivono nelle nostre case, alleviano la nostra solitudine, ci regalano emozioni ed esperienze altrimenti sconosciute. Il cane ci soccorre, ci guida, ci difende. Dal recupero nei terremoti ai salvataggi in mare e sotto le valanghe, alla guida dei ciechi, all’aiuto ai disabili, dalla ricerca delle droghe a quella dei dispersi, alla pet therapy. Fiutano il cancro, le crisi diabetiche e ancora tanti altri sono i servizi che compiono per noi”.

La legge quadro n. 281 del 14 agosto 1991 ha indicato norme per la gestione degli animali d’affezione (cani e gatti) e prevenzione del randagismo, legge che nel mezzogiorno d’Italia non viene applicata o applicata con finalità diverse da quelle per cui i nostri legislatori l’hanno emanata.  Ed esiste anche la circolare del Ministero della Sanità n. 5 del 2001, con la quale viene ufficializzata la figura del “cane di quartiere” ovvero un randagio che, dopo aver seguito un preciso iter (deve essere sano, sterilizzato, vaccinato e microcippato) viene reimmesso nel quartiere di appartenenza”.

“Ci domandiamo allora: che differenza c’è con i cani e i gatti venduti nei mercati cinesi? Con il festival di Yulin che tanto ci scandalizza? Con l’orrore che trasuda dai banchi insanguinati dei wet market dove fauna selvatica, cani e gatti vengono macellati sul posto davanti ai compratori? Solo una: lì è tutto in evidenza, legalizzato, qui è nascosto e illegale. Alla base dei gesti la barbarie è la stessa: crudele uccisione di creature innoocenti e indifese, compagne di viaggio, terapeuti, amici fedeli”.

“Stante quanto sopra –  conclude l’associazione – chiediamo a chi di dovere che si istituisca a Verbicaro (ma anche in altri paesei calabresi) l’anagrafe canina, che si istituisca la figura del “cane di quartiere“, che si cooperi con i volontari per l’istituzione di un rifugio per cani, che si riconoscano le colonie feline protette e gestite da volontari regolarmente registrati, che si perseguano e si puniscano i reati di maltrattamento degli animali di cui alla legge n. 189 del 20 luglio 2004 recante “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate. Tutto questo in onore del rispetto, della civiltà, della coscienza, della legge”.

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