Provincia
Padre Fedele recita il rosario col megafono: “la preghiera è il farmaco più potente”
 
																								
												
												
											Padre Fedele Bisceglia ogni giorno alle 15, prende il megafono e recita il Rosario dal balcone dell’abitazione in cui sta trascorrendo il periodo di isolamento
DIPIGNANO (CS) – “Il farmaco più potente che ci sia è la preghiera” e così Padre Fedele, a casa a Laurignano, in rispetto del decreto dal governo, ogni giorno recita il rosario con il megafono, alle 15. “Io non mi muovo di qui, al massimo scendo un attimo a prendere il giornale – dice il religioso – e poi passo la giornata a scrivere e a pregare”. Il Rosario recitato dal suo balcone ha un vasto seguito: in tanti si affacciano alle finestre della zona, in tutta la vallata, fin dove arriva il suono della voce di Padre Fedele, che invita alla preghiera e alla speranza.
“Sono un medico missionario specializzato in medicina tropicale e durante i miei 50 anni di Missione in Africa ho visitato e toccato a mani nude, senza precauzioni, tutti gli ammalati, specialmente i lebbrosi, – dice Padre Fedele – ma fortunatamente il Signore mi ha protetto da ogni contagio. E’ un miracolo? Non lo so, ma è stato così“. E poi ricorda che attende di poter tornare a celebrare la Santa Messa. Il religioso fu coinvolto in una vicenda di presunti abusi sessuali, ma ne uscì con la piena assoluzione.
Padre Fedele, 83 anni, icona di Cosenza per anni ha guidato il tifo rossoblù, dalla curva dello statdio San Vito-Marulla, tanto da essere soprannominato “il monaco ultrà“. Ed è stato persino presidente del Cosenza Calcio, seppur per un breve periodo, nella stagione 2004-2005, in un momento di difficoltà della società sportiva. E’ stato vicino a tanti giovani disagiati, recuperandoli anche dal tunnel della droga. E ha fondato l’Oasi Francescana (oggi Casa di San Francesco), dove sono stati sempre accolti bisognosi e migranti. Poi la vicenda di presunti abusi sessuali ai danni di una suora siciliana.
 
Dieci anni di estenuanti cause giudiziarie, finite in Cassazione e poi con un secondo appello. Alla fine ne è uscito con la piena assoluzione. Ma ancora non ha avuto la possibilità di tornare a fare il sacerdote. Ed è il suo più grande desiderio, quello di poter tornare a celebrare la Santa Messa. Lui, che fu sospeso a divinis, non demorde: con il suo banchetto, fin quando ha potuto, prima delle limitazioni imposte in questi giorni, ha sfidato anche il cattivo tempo e ha raccolto offerte sull’isola pedonale di Corso Mazzini, nel centro della città. E sta portando a termine una grande seconda opera: una nuova struttura che accoglierà i bimbi disabili. La città è sempre con lui e con la sua nuova associazione di beneficenza, “Il Paradiso dei Poveri”. E Padre Fedele, anche in questi momenti di emergenza, non lesina consigli e avvertimenti. “State in casa e pregate – dice dal suo megafono – che il Signore è misericordioso e ci aiuterà”. Sul suo balcone campeggia un cartello con la scritta Christus Vincit.
“Mi rivolgo ai giovani, agli ultrà di tutta Italia: rimanete a casa – dice il religioso – non stanchiamoci di ripeterlo e rispettiamo le regole. E, a qualunque religione apparteniamo, preghiamo ognuno il suo Dio!”.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
Social