Dal mondo
Coronavirus, annuncio Cina “c’è il vaccino”. Il virus sopravvive 9 giorni sugli oggetti
 
																								
												
												
											Lo scrive l’agenzia cinese Xinuha “alcuni campioni del possibile vaccino sono stati iniettati ieri a oltre 100 topi”. Nel frattempo uno studio scientifico rileva che Il virus può rimanere infettivo sulle superfici degli oggetti a temperatura ambiente fino a 9 giorni
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La Cina ha iniziato la sperimentazione sui topi di un primo possibile vaccino contro il nuovo coronavirus 2019-nCov. Lo riporta l’agenzia cinese Xinuhacitando il portale locale yicai.com che riporta varie fonti del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC). “Alcuni campioni del possibile vaccino sono stati iniettati ieri a oltre 100 topi“, si legge, ricordando che “i test sugli animali avvengono in una fase molto precoce dello sviluppo di un vaccino e che ancora molti passi dovranno essere fatti prima che sia pronto per la somministrazione agli esseri umani”. Sui numeri va segnalato che è salito a 910 il numero dei morti. Cifra che ha oramai superato anche quello delle vittime della Sars in tutto il mondo nel 2002-2003. I contagiati sono oltre 40mila mentre le persone guarite sono oltre 3.500. In italia restano 3 le persone che hanno contratto il virus: la coppia di turisti cinesi che rimane ricoverata in prognosi riservata e lo studente italiano.
Il virus resiste 9 giorni sulle superfici
Il Coronavirus può rimanere infettivo sulle superfici degli oggetti a temperatura ambiente fino a 9 giorni. In compenso non è molto resistente e bastano detergenti a base di candeggina o disinfettanti a base di alcol o acqua ossigenata per ucciderlo. A far luce è una revisione di studi, pubblicata sul Journal of Hospital Infection. Il periodo di incubazione del coronavirus potrebbe estendersi fino a 24 giorni, 10 in più di quanto indicato fino ad ora. Lo riporta il britannico Independent citando uno studio di ricercatori cinesi, co-firmato dal dottor Zhong Nanshan, il medico che scoprì il virus della Sars nel 2003 e che sta lavorando come consulente per affrontare l’attuale epidemia. Troppi falsi negativi in Cina dal test più diffuso per la diagnosi del coronavirus 2019-nCoV, ossia il test Nat (nucleic acid test) per la ricerca del materiale genetico del virus: la denuncia, riportata dalla stampa cinese e pubblicata sulla rete della Società internazionale per lo studio delle malattie infettive, arriva dal direttore dell’Accademia cinese delle Scienze mediche, Wang Chen. Il problema non riguarda l’Italia, dove nei test si esegue sempre una procedura di controllo, spiega Andrea Crisanti, ordinario di Malattie infettive dell’Università di Padova. “In Italia facciamo controlli positivi perché abbiamo un controllo positivo”, osserva l’esperto riferendosi alla sequenza sintetica del materiale genetico del coronavirus ottenuta nel suo laboratorio e messa a disposizione della comunità scientifica. Le eventuali tracce genetiche di un virus presenti in un campione possono quindi essere confrontate con il materiale genetico che sicuramente appartiene al coronavirus.
Il ministero della salute ” è respiratoria la via di trasmissione principale”
“Non deve creare allarme lo studio tedesco secondo il quale il nuovo coronavirus resisterebbe attivo sulle superfici circa 9 giorni. Questo elemento, ancora da dimostrare e condotto su altri coronavirus e non su quello cinese, non fa la differenza sul contenimento precoce dell’epidemia. Da quello che sappiamo rispetto alle precedenti malattie infettive respiratorie, Mers e Sars, infatti, il nuovo coronavirus si trasmette molto più velocemente e la via di trasmissione da temere è soprattutto quella respiratoria, non quella da superfici contaminate. E’ comunque sempre ricordare l’importanza di una corretta igiene delle superfici e delle mani. Anche l’uso di detergenti a base di alcol sono sufficienti a uccidere il virus”. E’ il commento di Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità in merito allo studio pubblicato il 6 febbraio 2020 sul Journal of Hospital Infection.
Vertice a Palazzo Chigi. Controllo sui voli nazionali
“Il Governo continuerà a perseguire una linea di massima precauzione con l’obiettivo prioritario di assicurare la tutela della salute di tutti i cittadini, come fatto fino ad ora con tutte le misure già assunte”. Così una nota di palazzo Chigi al termine dell’incontro interministeriale,per un aggiornamento sul rischio sanitario collegato al coronavirus e su tutte le varie implicazioni legate all’emergenza, specie sul fronte economico e turistico. Ai passeggeri in arrivo negli aeroporti italiani con un volo da Roma verranno applicate le procedure sanitarie per prevenire il contagio del coronavirus, già in vigore per i voli internazionali. La misura è stata decisa dal Comitato operativo della Protezione Civile per risolvere un problema: chi arriva a Roma con un volo internazionale e poi prosegue per una destinazione italiana, rimanendo di fatto nell’area transiti dell’aeroporto di Fiumicino, non viene sottoposto ai controlli.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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