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Chiesero la “mazzetta”: obbligo di dimora per 4 malviventi

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Chiesero la “mazzetta”: obbligo di dimora per 4 malviventi

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CASTROLIBERO – Obbligo di dimora. E’ questo il verdetto emesso dal gip del tribunale di Salerno, nei confronti dei quattro “signori della mazzetta” cosentina, responsabili dell’estorsione ai danni di due imprenditori di Castrolibero, trapiantati per affari in Campania.

I quattro, Annunziato Stancato, 37 anni, di Cosenza, per il 42enne Angelo Stancati di Castrolibero, per il 39enne Francesco Santise, di Casole Bruzio e per il 25enne cosentino Andrea De Cicco, lo scorso 9 novembre (giorno del loro arresto, ndr) erano arrivati in Campania, per riscuotere la tassa della tranquillità, dai due imprenditori che avevano fatto un investimento multimilionario per rilevare un lussuoso albergo nella Valle dell’Irno, terra di confine tra i comuni di Salerno e Avellino. La “tassa” era di 30mila euro, non trattabili. Gli imprenditori, contattati dai loro aguzzini, d’accordo con la Procura di Salerno e i carabinieri di Baronissi, hanno fatto finta di accettare di pagare, facendo scattare la trappola.

IL BLITZ – I due imprenditori, come da accordi presi con i malviventi, attesero i loro aguzzini, all’interno della loro struttura alberghiera. Credevano che riscuotere la mazzetta sarebbe stato un gioco semplice e veloce, confidando, soprattutto, nella voglia dei due imprenditori di essere lasciati in pace. Non potevano, però, immaginare che tra tutto quel personale di servizio, c’erano i carabinieri “travestiti” da personale della struttura. I quattro malviventi, arrivati all’appuntamento in perfetto orario, hanno fatto cenno ai due imprenditori che erano quelli della mazzetta. Seguendo il copione, scritto dai carabinieri, i titolari dell’albergo, hanno fatto finta di accettare, invitando i loro aguzzini in un posto più sicuro, distante da occhi e orecchie indiscrete. La consegna del denaro e la conseguente “pax” per la tranquillità venne anche “bagnata” da un cocktail. I malviventi, con gli assegni in tasca e la convinzione di aver fatto bingo, prima di raggiungere l’uscita della struttura alberghieri, furono circondati dai “falsi” addetti della struttura che, qualificandosi come carabinieri li arrestarono. Dell’inchiesta si è occupato il sostituto procuratore della Repubblica di Salerno, Franco Roberti.

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