Calabria
Rizzi: “Rocco Morabito e Francesco Pelle sono i latitanti di ‘ndrangheta più pericolosi”
 
																								
												
												
											Il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, ha presentato a Reggio Calabria I-Can (Interpol Cooperation Against `Ndrangheta), progetto di attacco globale alla `Ndrangheta in collaborazione tra polizia italiana e Interpol
REGGIO CALABRIA – “I latitanti di ‘ndrangheta più pericolosi sono Rocco Morabito e Francesco Pelle”. Lo ha ricordato il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, nel corso della presentazione a Reggio Calabria di I-Can (Interpol Cooperation Against `Ndrangheta), progetto di attacco globale alla `Ndrangheta in collaborazione tra polizia italiana e Interpol. Rocco Morabito dopo 23 anni di latitanza è stato rintracciato e catturato dalle forze di polizia uruguaiane e italiane nel 2017, poco prima di essere estradato in Italia è riuscito a evadere dal carcere di Montevideo facendo perdere le sue tracce. “Questo dà la misura – ha affermato Rizzi – di come la ‘ndrangheta non solo sia in grado di trovare rifugio all’estero ma di trovare coperture e riuscire a organizzare un’evasione da un carcere in un paese così lontano come l’Uruguay e che quindi questo tipo di contrasto non può immaginarsi soltanto a livello bilaterale perché in questo momento Rocco Morabito potrebbe essere in qualsiasi paese del mondo”.
“Francesco Pelle – ha aggiunto Rizzi – è un altro latitante che recentemente si è sottratto all’esecuzione definitiva della condanna, in questo momento è ricercato in tutto il mondo. E’ stato un grande uomo d’affari, l’uomo che ha anche dimostrato il cambio di passo della ‘ndrangheta perché già 30 anni fa si muoveva a Milano muovendo capitali e avendo interessi nel mercato ortofrutticolo di quella città, muovendosi da imprenditore”. Attualmente si registrano 498 latitanti per associazione a delinquere di stampo mafioso. Sono 134 i latitanti di `ndrangheta di cui 55 ricercati in ambito internazionale, colpiti da provvedimenti di cattura internazionale o presenti negli elenchi del “Programma speciale di ricerca”, selezionati dal Gruppo integrato interforze ricerca latitanti della Direzione Centrale della polizia criminale. Oltre al reato associativo di stampo mafioso, le condanne più gravi che devono scontare riguardano omicidi, sequestri di persona a scopo estorsivo, traffici internazionale di sostanze stupefacenti, da un minimo di 15 anni all’ergastolo.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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