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Truffa, minacce a ispettori e simulazione di corruzione: La Rupa e il business del finto bio

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Truffa, minacce a ispettori e simulazione di corruzione: La Rupa e il business del finto bio

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Dall’inchiesta emerge, tra l’altro, come tutto fosse gestito dall’ex primo cittadino di Amantea Franco La Rupa, sebbene l’azienda fosse intestata al figlio Antonio

 

AMANTEA (COSENZA) – Franco La Rupa, insieme al figlio Antonio, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode nell’esercizio del commercio, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, calunnia e tentata estorsione. Per la procura di Paola, diretta da Pierpaolo Bruni, i due hanno venduto 42mila litri di olio prodotto con pesticidi e fertilizzanti vietati, spacciandolo per biologico.  “Un’indagine che parte da un controllo fiscale – ha dichiarato Pietro Autori, comandante della guardia di finanza di Paola – che ha evidenziato l’acquisto di prodotti chimici e fitosanitari, che ha insospettito i militari, perché acquistati da un’azienda che si avvaleva del marchio biologico. L’olio, commercializzato come falsamente biologico, è stato venduto ad un’azienda pugliese e poi riemesso sul mercato. La fattura di vendita è di circa 150mila euro e il provento della truffa è stato reinvestito nell’acquisto di un complesso immobiliare a Serra d’Aiello, oggi oggetto di procedura fallimentare”.

L’indagine della guardia di finanza, denominata “Mosca Bianca“. è partita nel febbraio del 2018. Nel corso dell’indagine, secondo quanto riferito dagli inquirenti,  sono emerse anche delle minacce a carico di coloro i quali svolgevano i controlli inerenti al settore biologico. “Gli ispettori hanno fatto il loro lavoro – aggiunge il colonnello Danilo Nastati, comandante provinciale della guardia di finanza di Cosenza – ma hanno anche denunciato l’accaduto permettendoci di realizzare un quadro indiziario che comprovasse ulteriormente le indagini che stavamo svolgendo”. Dall’inchiesta emerge, tra l’altro, come tutto fosse gestito dall’ex primo cittadino di Amantea Franco La Rupa, sebbene l’azienda fosse intestata al figlio Antonio. “Abbiamo accertato anche l’ipotesi della calunnia reale – ha spiegato il procuratore Pierpaolo Bruni – perché Franco La Rupa si reca a consegnare dei doni ad un maresciallo della guardia di finanza della stazione di Amantea simulando una contiguità e una corruzione nei confronti del maresciallo totalmente inventata e prontamente denunciata dal finanziere”.

 

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