Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Mendicino, sabato 14 dicembre lo spettacolo “Il Berretto a Sonagli” di Luigi Pirandello

Provincia

Mendicino, sabato 14 dicembre lo spettacolo “Il Berretto a Sonagli” di Luigi Pirandello

Pubblicato

il

Lo spettacolo del Gruppo Teatrale IBaki-Associazione Juovi Santu, per la regia di Imma Guarasci, in scena sabato 14 dicembre alle ore 20.30 presso il teatro comunale di Mendicino. Parte dell’incasso sarà devoluto all’AISM

.

MENDICINO (CS) – Lo spettacolo coprodotto dall’Associazione culturale e teatrale “Maschera e Volto” sarà patrocinato dal Comune di Mendicino. Un evento di beneficenza in favore dell’AISM e parte dell’incasso sarà devoluto proprio in favore di quest’ultima. Infatti, nel corso della serata, verrà consegnata, a chi acquisterà il biglietto dal costo unico di €. 8,00, una decorazione natalizia a forma di stella dell’AISM. Il gruppo teatrale iBaki, affiliato alla FITA (Federazione Italiana Teatro Amatori), nato da solo un anno e mezzo, ha già in attivo, nei teatri calabresi, sei repliche dello spettacolo il “Malato immaginario” di Molière ed ha collezionato numerosi premi (premio migliore regia, costumi, social, migliore attrice non protagonista al Premio Ausonio 2018 e miglior scenografia e migliori costuimi al Premio Ausonia 2019; premio miglior regia, costumi e miglior attrice non protagonista al Premio Regionale Bronzi di Riace 2018 e migliori costumi e migliore attore protagonista al Premio Bronzi di Riace 2019) e diverse nomination nei concorsi teatrali regionali. “L’ allestimento de ‘Il Berretto a sonagli’ di Pirandello – sottolinea la regista Imma Guarasci – è un piccolo omaggio all’Opera dei Pupi, riconosciuta dall’UNESCO ‘Capolavoro del patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità’. Il dilemma tra l’apparire e l’essere, la pazzia, l’ipocrisia, la maschera, sono i temi centrali della drammaturgia e della poetica pirandelliana. In questa commedia in due atti di Pirandello il ruolo della Donna e la Sua condizione subalterna, al Sud, nei primi anni del XX secolo, sono intessuti e tratteggiati nei profili di diversi personaggi femminili e maschili.

Gli attori-marionette si muovono nel proprio Teatro – Opera dei pupi, come sorretti in equilibrio ed animati da tre corde (la seria, la pazza e la civile). La visone registica delle metafore pirandelliane si estende a macchia d’olio fino a caratterizzarne l’interpretazione attoriale, la scenografia, i costumi, le musiche (di Giacomo Cutticchio) e contaminando i differenti linguaggi artistici: dal teatro d’attore al teatro di figura, fino a modificare i procedimenti linguistici, in differenti figure retoriche: sineddoche e metonimia. L’opera dei pupi rappresenta in questo spettacolo un ponte metaforico tra Calabria e Sicilia, tra il teatro d’attore ed il teatro di figura. Il dilemma tra l’apparire e l’essere, la pazzia, l’ipocrisia, ruolo della donna, la maschera sono i temi centrali della drammaturgia e della poetica pirandelliana. In questa commedia in due atti di Pirandello la storia della Donna e la condizione femminile nei primi anni del XX secolo è intessuta ed è tratteggiata nei profili dei diversi personaggi. La Saracena è la personificazione della pupara, subdola e ruffiana rigattiera, disfa l’intreccio della storia; compra e rivende pezzi di vita altrui, non sempre comprendendone appieno il valore delle sue azioni e gesta. Assunta è la madre apparentemente amorevole, indipendente, succube dei luoghi comuni dell’epoca.

L’isterica Beatrice, è una Penelope ribelle: offesa nel suo ruolo sociale di moglie, reagisce istintivamente come un animale ferito; aziona la corda pazza, a discapito della corda seria e civile, divenendo uno strumento scordato. Fana e Mariannina, le serve di casa Fiorica, rappresentano due figure familiari (l’apprensione materna; la premura di una seconda madre; la compagna di giochi) che aiutano e sostengono la Signora Beatrice e che al contempo, però, per loro condizione sociale, incarnano la condizione subalterna della donna che non ha diritto di parola e di scelta.La comparsa silenziosa di Nina Ciampa diviene presenza scenica eloquente.  Fifì, signorino di buona famiglia:  ben vestito, apparentemente puro e candido, riveste i panni di eterno enfant, ancora alla ricerca di un proprio lavoro, di una propria dimensione sentimentale, un mezzo uomo o un uomo a metà, un parassita sociale che vive di espedienti. Ciampa è il fidato e servizievole dipendente del Cavalier Fiorica; “esposto ai comandi dei suoi Signori”. Da buon scrivano crede di imprimere il suo marchio,  il suo inchiostro  su tutto e su tutti, di aver sotto il suo controllo, sotto chiave o sotto salamoia: idee, parole e persone . Il delegato Spanò, funzionario dello Stato, vice commissario provinciale, è un fidato uomo vicino alla famiglia Fiorica che conosce la verità ma la mistifica, la camuffa. Personaggio ironico che si sdoppia, divenendo sulla scena un duo comico-ironico con il calabrese Logatto. Infine il cavaliere Fiorica è un personaggio in absentia. Artefice dell’intreccio, deus ex machina della storia,  risiede ed abita le quinte del teatro, attraverso dialoghi degli altri  personaggi.

Interpreti e personaggi saranno Luigi Gaudio nei panni di Ciampa, Monica Rossi (Beatrice), Alessandro Bartoletti (Fifì), Mike Gaudio (Delegato Spanò), Mariarosa Gaudio (Fana), Rita De Cicco (Assunta), Emanuela Grillo (Saracena), Eva Gaudio (Rosalia), Alice Curia (Tuzza), Antonio Minnicelli (Logatto), Patrizia Fancellu (Mariannina), Paola Cannataro (Nina). Costumi  di Natalia Kotsinska Trucco e Parrucco Patrizia Fancellu; Scenografia di Mike Gaudio e Luigi Gaudio, Foto di Marco Amoriello, Regia Imma Guarasci.

 

 

 

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA