Provincia
Raganello, mai più. Un anno fa la tragedia che uccise 10 persone
 
																								
												
												
											Il 20 agosto 2018 la tragedia che cancellò per sempre la vita di 10 persone, 9 turisti e una guida. Travolti delle acque del Raganello diventate una furia a causa delle piogge. Tragedie del genere non si ripetano più
CIVITA (CS) – Improvvisa, la valanga d’acqua e fango si riversò furiosa nel torrente che attraversa le strette gole all’interno del Parco Nazionale del Pollino nel comune di Civita, meta ogni anno di migliaia di appassionati e turisti del rafting e delle escursioni in uno dei canyon più belli al mondo, incastonato in un contesto naturalistico unico. Quarantaquattro furono gli escursionisti sorpresi dal maltempo. Per 10 di loro, 9 turisti e una guida, no ci fu speranza. Morti dopo essere stati trascinati via per centinaia di metri dalla furia delle acque del Raganello, ingrossate dalla pioggia in una calda giornata di fine agosto, arrivate a superare i due metri di altezza. Alcuni corpi furono ritrovati anche a quasi 3 chilometri a valle.
Le vittime furono Antonio De Rasis, 32 anni di Cerchiara di Calabria in provincia di Cosenza, la guida esperta e volontario della Protezione Civile. Maria Immacolata Marrazzo, 43 anni, avvocato di Torre del Greco, Carlo Maurici, 35 anni, e Valentina Venditti, 34 anni di Roma, Myriam Mezzolla, 27 anni, e Claudia Giampietro di 31, pugliesi, investiti dalla piena del torrente mentre erano in canoa a fare rafting. Gianfranco Fumarola 44 anni, anche lui pugliese agente di polizia penitenziaria. Carmen Tammaro 41 anni e Antonio Santopaolo, 44 marito e moglie di Di Qualiano nel Napoletano, erano. Le loro figlie di 10 e 12 anni si sono salvate. L’ultima vittima fu Paola Romagnoli, ricercatrice di 55 anni di Bergamo.
Chiara, la bimba di 9 anni, salvata dagli uomini del Soccorso Alpino e trovata accanto un cadavere, è diventando il simbolo di quella terribile giornata.
Ad un anno dalla tragedia, nel primo anniversario da più parti si è rafforzata la consapevolezza che tutto poteva essere evitato. C’era un bollettino di allerta meteo diffuso dalla Protezione Civile emanato il giorno prima. Su questo aspetto si concentra l’indagine della Procura di Castrovillari che pochi giorni fa è stato notificato l’avviso di conclusione indagini. Secondo la ricostruzione emersa, oltre alla sottovalutazione meteo, un ruolo fondamentale lo avrebbero avuto anche l‘assenza di regolamenti per l’accesso alle gole, la mancanza di aggiornamenti dei piani di emergenza e infine l’imprudenza.
Ma oggi è il giorno del ricordo, il giorno della preghiera e della memoria per quelle 10 persone che in un giorno che doveva essere di festa e divertimento hanno trovato la morte. La commemorazione delle 10 vittime avverà nella chiesa di Santa Maria Assunta alle 18:00 dove si terrà una messa in suffragio a cui parteciperanno le autorità civili, religiose e militari del comprensorio, i componenti del “Comitato Familiari Vittime del Raganello”, i familiari delle vittime e i rappresentanti istituzionali delle comunità di alcune delle vittime. Alle 20:00, organizzata dallo stesso comitato, una fiaccolata che arriverà fino al Belvedere. “Ad un anno da quel terribile lunedì vogliamo ricordare chi non c’è più. Lo vogliamo fare sommessamente e in modo molto sobrio ha detto il sindaco di Civita, Alessandro Tocci – . Vogliamo testimoniare, ancora una volta, la nostra vicinanza ai familiari delle dieci vittime. Un evento che ha stravolto la vita di una piccola comunità. Un triste ricordo indelebile ma che ci deve spronare ad andare avanti. Quanto successo il 20 agosto dell’anno scorso non potrà e non sarà cancellato dalla memoria della comunità civitese, sottolineando, però, che la comunità che mi onoro di rappresentare ha vissuto quest’anno con grande dignità e con grande senso di umanità“.
Protezione Civile “è mancata la prevenzione, su questo si deve lavorare”
A tutto il sistema di protezione civile l’obbligo di fare tutto il possibile per evitare che simili tragedie si ripetano. Se, infatti, un anno fa il sistema ha funzionato bene nella fase del soccorso (l’intervento tempestivo del Soccorso Alpino, dei Vigili del Fuoco e delle altre componenti operative ha impedito che il bilancio fosse molto più pesante) è invece mancato nella fase della prevenzione. Bisogna lavorare per migliorare la comunicazione dei rischi e delle allerte ai cittadini. Purtroppo manca nella nostra regione una cultura della Protezione civile. Leggi, regole e divieti sono fondamentali ma più importante è che tutti i cittadini, i sindaci e gli operatori conoscano i pericoli a cui sono esposti e le azioni che si possono mettere in campo per mitigare i rischi conseguenti. La sicurezza non può essere semplicemente delegata! La sicurezza è qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno con scelte consapevoli, ad esempio quando si costruisce una casa scegliendo un’area sicura e rispettando le norme o quando si attraversano aree a rischio di inondazione o allagamento (es. sottopassi) in caso di allerta meteo. Infine il piano di protezione civile dovrebbe essere uno strumento semplice e conosciuto da tutti. La conoscenza è fondamentale per evitare che simili tragedie accadano di nuovo.
 
                        



 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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