Provincia
Capolarato e lavoro nero: otto denunce e multe pesanti
Le operazioni eseguite dai finanzieri si sono svolte attraverso interventi “mirati”, eseguiti nei luoghi in cui i lavoratori venivano impiegati
MONTEGIORDANO – Caporalato, lavoro nero e truffa ai danni dello Stato per indebita percezione del reddito di cittadinanza. Sono questi i reati contestati dai militari della Tenenza di Montegiordano, nell’ambito di un’operazione a largo raggio sul litorale dell’Alto Ionio cosentino. Sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal dottor. Eugenio Facciolla, otto persone. Le operazioni eseguite dai finanzieri si sono svolte attraverso interventi “mirati”, eseguiti direttamente nei luoghi in cui i lavoratori venivano impiegati, nonché attraverso il controllo degli automezzi in transito sulla statale 106.
Nel corso delle attività sono stati denunciati due “caporali”, uno per reclutamento e uno in qualità di titolare di azienda agricola, per utilizzo e impiego illegale di manodopera, i quali rischiano, in base all’art. 603 bis C.P. (Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro), la pena della reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a mille euro per ciascun lavoratore reclutato. Le “investigazioni” condotte dai Finanzieri hanno consentito di mettere in luce gli indici di sfruttamento dell’intermediazione illecita e del lavoro richiesti dalla normativa sul “caporalato”. In particolare, gli operai reclutati, costretti a lavorare in violazione della normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, in quanto sprovvisti dei prescritti dispositivi di protezione individuale (calzature antiscivolo, guanti, casco con visiera protettiva), percepivano una paga ampiamente difforme rispetto alle previsioni del contratto collettivo nazionale o comunque sproporzionato rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato.
Scoperti anche 10 lavoratori in nero e 6 irregolari (di cui 1 straniero sprovvisto di permesso di soggiorno) intenti a prestare la propria attività lavorativa presso alcune strutture turistiche. Due lavoratori irregolari sono risultati percettori di reddito di cittadinanza e quindi segnalati all’Autorità Giudiziaria per violazione all’art. 7 m sulle Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni, che prevede la reclusione sino a 6 anni e per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, che prevede la pena sino a 7 anni di reclusione. In particolare, uno dei soggetti percettori di reddito di cittadinanza lavorava in un lido balneare come guardiano notturno mentre l’altro presso un esercizio di generi alimentari.
Per i titolari delle attività commerciali sottoposte a controllo sono state disposte sanzioni amministrative pari a 19.800 euro, per l’impiego dei lavoratori in nero.
Prosegue anche nel periodo estivo l’attività di controllo sul rispetto delle disposizioni in materia di lavoro e percezione di contributi pubblici a tutela delle imprese che operano nel rispetto delle regole e dei lavoratori esposti allo sfruttamento od al mancato riconoscimento di diritti.

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