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Cosenza: muore per occlusione intestinale, cinque medici a processo

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Cosenza: muore per occlusione intestinale, cinque medici a processo

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Rinviati a giudizio i dottori che ebbero in cura la donna sia nella clinica Villa degli Oleandri sia nel Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile

 

 

COSENZA – Sono stati rinviati a giudizio i medici della clinica “Villa degli Oleandri”, Granieri Giorgio e Crispino Giorgio, e del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cosenza Scarcello Giovanna, Niccolò Domenica, Spadafora Natalia. A deciderlo il Giudice del Tribunale di Cosenza Piero Santese che, nell’udienza dello scorso 11 luglio, ha evidenziato come “non sussistano i presupposti per una sentenza di non luogo a procedere, invitando gli imputati a comparire in giudizio il prossimo 12 novembre 2019. I fatti risalgono al dicembre 2017 ed interessano la signora Carlomagno Vera Lucia che era ricoverata presso la casa di cura Villa degli Oleandri dal 1975, perché affetta da una psicosi cronica/schizofrenica. Era anche affetta da stipsi cronica tanto da assumere farmaci per favorire l’evacuazione. Nei giorni che vanno dal 19.12.2017 al 21.12.2017 i medici Crispino e Granieri, che curavano la paziente all’interno della casa di cura Villa degli Oleandri, sono accusati di non aver effettuato le visite necessarie, sottovalutando la patologia da cui era affetta la Signora Carlomagno.

 

 

Ciò avrebbe creato le condizioni per l’insorgenza dell’occlusione intestinale che provocò il decesso della signora Carlomagno. Stessa condotta negligente, secondo l’avvocato Oscar Musacchio che rappresenta i familiari della donna, fu tenuta dai medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cosenza Scarcello, Niccolò e Spadafora che non prescrissero esami ecografici, non prescrissero il posizionamento di un sondino nasogastrico, non reidratarono la paziente, nonostante fossero evidenti anche a prima vista le condizioni della paziente che presentava addome molto gonfio. Tali condotte ne cagionarono il decesso per risalita delle feci fino all’esofago e al cavo orale. Il dottor Berardo Silvio Cavalcanti, consulente della Procura, accertò la morte per occlusione intestinale da atonia e fecalomi, squilibrio idroelettrolitico, stato di shock ed embolia polmonare.

 

 

A sottolinearlo è stato il giudice nella sentenza dell’11 luglio in cui sottolinea la “negligenza” dei medici del Pronto Soccorso e “l’omessa valutazione clinica dell’addome e richiesta di consulenza chirurgica oltre che di esame radiologico e di posizioinamento del sondino nasogastrico e reidratazione”. Per i medici della Casa di Cura, invece, il giudice sottolinea il fatto che sottovalutarono il quadro clinico e la stipsi cronica della paziente. Oggi il signor Mario Carlomagno, fratello ed unico erede della povera donna, assistito dall’avvocato Oscar Musacchio, cerca ancora giustizia per la tragica sorte toccata alla sfortunata sorella.

 

Immagine di repertorio

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