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Cosenza, incontro con i vertici dell’Annunziata sulla questione aborto volontario

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Cosenza, incontro con i vertici dell’Annunziata sulla questione aborto volontario

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Il collettivo Fem.In. Cosentine in Lotta ha avuto un incontro con la direzione generale dell’azienda ospedaliera di Cosenza insieme al direttore del reparto di Ginecologia e Ostetricia, Dr. Morelli, e il direttore sanitario, Dr. De Paola “All’Annunziata in cantiere la costruzione di un reparto destinato alla salute della donna, nel quale trasferire anche il servizio di aborto chirurgico”

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COSENZA – Le femministe al tavolo con i vertici dell’Annunziata. A Maggio del 2019, il collettivo Fem.In. Cosentine in Lotta ha presentato una petizione popolare al Dr. Belcastro, Dirigente del Dipartimento Tutela della Salute e delle Politiche Sanitarie e al Commissario Ad Acta, il Dr. Saverio Cotticelli. La Regione ha dato la responsabilità della mancata implementazione della pillola Ru486 all’Azienda Ospedaliera di Cosenza, imputando ai vertici ospedalieri di non aver mai risposto al Protocollo sull’aborto farmacologico emesso nel 2017 e di aver ignorato la richiesta di ricognizione effettuata dopo la presentazione della petizione. In seguito a queste informazioni, è stata scritta una lettera aperta diretta alla dirigenza dell’Annunziata, al dr, Morelli e al dr. Scarpelli, chiedendo spiegazioni in merito alle omissioni di risposta e con l’intenzione di voler portare su un tavolo l’esigenza di rinnovare un servizio che, ad oggi, è gravemente carente. Il 24 Luglio, in risposta alla lettera aperta, il collettivo è stato convocato dalla reggente della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, la Dottoressa Adelaide Marsico, per sederci ad un tavolo insieme al Direttore del reparto di Ginecologia e Ostetricia, il Dr. Morelli, e il Direttore Sanitario, il Dr. De Paola.

Dall’incontro è emersa in primo luogo la difficoltà dell’ospedale a garantire un servizio funzionale e ed efficace di interruzione volontaria di gravidanza a causa della dilagante “epidemia” di obiettori di coscienza presenti nel reparto di Ginecologia. L’azienda Ospedaliera, infatti, ha un solo medico non obiettore, che è l’unico ad eseguire tutti gli interventi chirurgici di IVG, nella sede di Rogliano. Il Dr. Morelli ha fatto presente che erano state già disposte due nuove assunzioni di medici non obiettori, che sono state in seguito bloccate dalla Regione. La carenza di personale è naturalmente il leitmotiv dell’impossibilità di garantire un servizio di aborto adeguato per la portata dell’ utenza che ha l’Annunziata, infatti molte donne vengono dirottate a Catanzaro per effettuare l’IVG. Il collettivo fatto presente che l’obiezione di coscienza non può essere una motivazione valida per non affrontare le carenze di un servizio che dovrebbe essere accessibile a tutte con facilità e il dr. Morelli, seppur obiettore, ha concordato con noi sulla necessità di potenziarlo.

A questo proposito, sembra che nella sede dell’Ospedale di Cosenza ci sia già il cantiere per costruire un reparto che sarà destinato alla salute della donna, nel quale trasferire anche il servizio di aborto chirurgico, ora dislocato nella sede di Rogliano. La buona notizia è che in questo reparto, oltre all’IVG tramite raschiamento dell’utero, le donne di Cosenza e dell’intera provincia, potranno usufruire anche dell’aborto farmacologico, già ampiamente utilizzato in tutta Italia e all’estero. Il dr. Morelli si è assunto l’impegno di scrivere il progetto riguardante l’introduzione della pillola Ru486 nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza e di presentarlo nel giro di un mese alla Dirigente Generale, presente al tavolo.

“È presto per cantare vittoria – si legge nella nota del collettivo Fem.In. Cosentine in Lotta  – le nostre pressioni, infatti, continueranno ad essere rivolte ai vertici dell’Annunziata così come al Dipartimento Regionale competente al fine di concretizzare le assunzioni di medici e mediche non “affetti/e” dall’obiezione di coscienza. Nel frattempo aspettiamo impazienti il progetto del dr. Morelli e il via libera della dottoressa Marsico. In ultima analisi, ci risulta evidente che il servizio di aborto nel nostro ospedale non sia l’unica piaga del servizio sanitario territoriale, ma speriamo e vogliamo che l’introduzione di un metodo all’avanguardia come l’IVG farmacologico possa diventare la prima dimostrazione di come sia possibile e necessario migliorare la sanità dal basso, partendo dalle cittadine e dai cittadini che attraversano questo territorio”.

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