Cosenza
Litiga con la madre e le taglia la gola, nuovo processo per Amendola
 
																								
												
												
											A marzo del 2017 in un raptus di follia Vincenzo accoltellò la madre Elisa Amendola. In primo grado venne condannato a 11 anni e 4 mesi
COSENZA – Si ritorna in Appello per riesaminare il caso sulla entità della pena. Vincenzo Amendola, all’epoca dei fatti 37enne, difeso dall’avvocato Giovanni Cadavero, dovrà attendere ancora un’altra sentenza dei giudici sulla pena da scontare. Subito dopo la conferma della condanna in primo grado, con rito abbreviato, anche da parte dei togati della Corte di Appello di Catanzaro ad 11 anni e 4 mesi, la difesa ha deciso di presentare ricorso in Cassazione. La pena inflitta al 37enne è troppo alta e da rivedere per una serie di motivazioni addotte dalla difesa che vengono accolte dagli Ermellini annullando il giudizio espresso dalla Corte di Appello di Catanzaro e rinviando gli atti per un nuovo processo che ridetermini la pena. Nel processo è costituita parte civile una delle sorelle di Vincenzo Amendola.
I FATTI
Taglia la gola alla madre per soldi, al culmine di un litigio che durava da diverse ore. Poi si reca da un parente che abita vicino a casa e gli dice: “ho fatto una cazzata, ho scannato mamma”. Valentino Amendola, 37 anni finisce in manette, con l’accusa di tentato omicidio; la madre versa agonizzante in una pozza di sangue. In gravi condizioni, è stata trasportata in rianimazione, all’Annunziata dal personale del 118. I fatti accadono poco dopo le tre. Secondo il racconto reso agli investigatori della mobile terza sezione reati contro la persona, il 37enne al culmine di una lite entra nella camera della madre e inizia a picchiarla. Si presume che molti pugni siano stati dati al capo per i troppi ematomi constatati successivamente dai sanitari che ne avrebbero aggravato le condizioni di salute.
Dopo avere scaricato tutta l’ira avrebbe prelevato un coltello da uno dei cassetti della cucina ritornando dalla madre per finirla. L’impeto di rabbia è terminato quando la lama è affondata nella gola della donna, caduta agonizzante a terra mentre il pavimento si tingeva di rosso. Il giovane ritornato lucido dal momento di follia si è recato subito da uno zio, un parente che abita vicino l’abitazione in via Lucania, una traversa di via Panebianco. Ha suonato il campanello e, alla vista del parente ha raccontato il fatto. L’uomo nell’immediatezza ha allertato il 118. La donna presentava anche delle vistose ferite al cranico.
Sul posto giungono  i tecnici della scientifica e gli investigatori della mobile che effettuano il sopralluogo. In casa è stato rinvenuto e posto sotto sequestro il coltello ancora sporco di sangue. Anche le scarpe dell’aggressore erano intrise di sangue. I detective della mobile  hanno visionato le immagini della videosorveglianza, sentito lo zio del ragazzo e successivamente il ragazzo con all’attivo precedenti per rapina, furto, lesioni. Probabilmente, secondo fonti investigative, il 37enne non è assuntore abituale di droga ma ne farebbe uso. Potrebbe essere questa una delle cause che ha scatenato la ferocia inaudita del giovane che abitava con la madre con la quale aveva ormai da tempo un rapporto litigioso.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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