Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Psichiatria: per i TSO cosentini mancano posti letto nell’intero Meridione

Cosenza

Psichiatria: per i TSO cosentini mancano posti letto nell’intero Meridione

Pubblicato

il

Un uomo è stato costretto a restare in casa in stato di agitazione per circa due giorni. Aumentano i ricoveri tra i giovanissimi

 

COSENZA – La carenza di personale continua a generare mostri nella sanità cosentina. Solo ieri si è riusciti a trovare un posto letto ad un 43enne del Tirreno cosentino per il quale era stato richiesto un Trattamento Sanitario Obbligatorio d’urgenza circa 48 ore prima. Un lasso di tempo infinito per la famiglia costretta a convivere in silenzion con il dramma della malattia mentale. La provincia di Cosenza attualmente riesce a fornire assistenza a meno della metà dei richiedenti: il 48% nel 2018 (81 TSO su un totale di 169). Gli altri vengono trasferiti nelle altre Asp calabresi e spesso fuori regione a centinaia di chilometri di distanza. In questi giorni si è superato il limite. Nell’intero Sud Italia pare non ci siano posti letto per i ricoveri psichiatrici d’urgenza provenienti dal cosentino. L’unica soluzione è aspettare. Una situazione preoccupante soprattutto nella stagione estiva quando le patologie mentali si acutizzano e si raggiunge il picco delle richieste di TSO.

 

 

Sono infatti solo quattro i presidi sanitari in provincia (ad Acri è stato chiuso) che possono accogliere i pazienti psichiatrici: gli ospedali di Cosenza, Cetraro, Corigliano (per i TSO) e la clinica privata Villa Verde (solo per i ricoveri ordinari). Per un totale di circa 20 posti per gli acuti, gli altri dovrebbero invece essere seguiti dai Centri di Salute Mentale. Numeri che variano in base alla disponibilità di personale in quanto, per legge, deve esistere un rapporto fisso da rispettare tra il numero di infermieri e degenti. Così succede che per assurdo nel reparto di Psichiatria dell’Annunziata siano occupati solo la metà dei posti, però non vi sia la possibilità di fare ricoveri e si debba trasferire i pazienti in altre città o regioni. Ricoveri della durata di sette giorni (se non vi sono particolari esigenze terapeutiche) che provocano ulteriori disagi per il paziente che, prelevato all’improvviso con la forza dal luogo in cui si trovava, non ha la possibilità di portare con sé pigiama, intimo, ecc., mentre viene allontanato in maniera coatta dagli affetti familiari. Al momento delle dimissioni dovrebbe poi provvedere in maniera autonoma a rientrare nella propria città. Se però non ha denaro e non ha mezzi per muoversi in teoria dovrebbero intervenire i servizi sociali del Comune in cui risiede. Bisogna però ricordare che sono numerosi i municipi del cosentino che non hanno assistenti sociali nel proprio organico. In tal caso sembrerebbe siano i Centri di Salute Mentale del territorio ad occuparsene.

 

 

LA PROCEDURA

 

Nel 2013 con il riassetto della rete psichiatrica in Calabria tutte le urgenze sono state affidate al 118. Agli psichiatri dei Centri di Salute Mentale (Cosenza, Rende, Montalto Uffugo, Acri, Amantea, Castrovillari, Corigliano, Paola, San Giovanni in Fiore, Scalea, Roggiano Gravina, Rogliano, Rossano e Trebisacce) è affidato il solo compito di eventuale consulenza nell’immediato ed assistenza sul lungo termine dopo le dimissioni. Se un cittadino si trova in stato confusionale viene quindi soccorso da un medico che non è uno psichiatra. Ciò paralizza per almeno quattro ore l’ambulanza intervenuta che dovrà attendere ‘’per toccare il paziente’’ l’ordinanza del Sindaco e la conferma del giudice tutelare per poi procedere con la terapia obbligatoria.

 

 

COME SONO CAMBIATI I PAZIENTI PSICHIATRICI A COSENZA

 

Dagli anni Ottanta ad oggi l’aumento di ricoveri tra i giovanissimi (19-21 anni) è aumentato vertiginosamente. A spiegarlo è chi da quasi 40 anni lavora nei servizi psichiatrici cosentini. Ad oggi a suo dire, nell’Asp di Cosenza i ragazzi che vengono presi in carico hanno perlopiù disturbi della personalità provocati dall’uso di stupefacenti. Se si amplia la fascia d’età fino ai 40 anni si nota la maggiore diffusione di disturbi alimentari, psicosi croniche e depressione. Cosenza non è immune alle nuove dipendenze e fenomeni legati al disagio giovanile. Sono già due i casi di hikikomori  registrati, una dipendenza che induce all’isolamento totale dal mondo reale e a rifugiarsi nei dispositivi informativi.  “La crisi sociale – spiega il dottore – è strettamente connessa alla malattia mentale. La vita del nuovo millennio è troppo veloce, tesa, con pochi rapporti umani ed i giovani sono i più esposti. Di contro ne soffrono i più  anziani dove è la solitudine a farla da padrone”.

 

LE PROPOSTE

Per alcuni medici la soluzione più immediata sarebbe quella di riservare un posto letto per i TSO nei reparti di Psichiatria della provincia di Cosenza. L’Asp di Cosenza ha così aperto un tavolo tecnico per vagliare l’opportunità di poter applicare questo protocollo negli ospedali di Cosenza, Cetraro e Corigliano. C’è chi invece guarda oltre, cercando un rimedio definitivo al problema creando dei Centri Gestionali della Crisi come è stato fatto in Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Toscana. Si tratta di strutture intermedie che possono accogliere pazienti trattabili in 48 ore come quelli provocati dall’abuso di alcool, eroina, cocaina. “Ogni ricovero – afferma chi lavora da decenni in Psichiatria – è una sconfitta. Se nei presidi sanitari territoriali come i CSM si lavorasse con personale sufficiente in grado di agire sulla prevenzione, sulla diagnosi precoce e seguire il paziente, sostenendo le famiglie, i pazienti non avrebbero scompensi così frequenti e si ridurrebbe alla base il numero di richieste di Trattamento Sanitario Obbligatorio”. Indicazioni che rilevano ancora una volta le criticità dei servizi territoriali dell’Asp di Cosenza che condanna i pazienti psichiatrici a subire disagi estremi.

 

Immagine di repertorio

Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA