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Il progetto del Cimitero Internazionale dei Migranti arriva in Australia

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Il progetto del Cimitero Internazionale dei Migranti arriva in Australia

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Il Cimitero Internazionale dei Migranti arriva anche, con una prossima pubblicazione di un noto antropologo inglese, nella lontana Australia.

 

COSENZA – La grande opera umanitaria, che darà dignità alle vittime dei naufragi, elogiata dal Vaticano, conosciuta e apprezzata in tutti e cinque i Continenti. La notizia è stata accolta con emozione dal suo ideatore, Franco Corbelli, di Diritti civili: “E’ il volto vero e l’orgoglio della Calabria e dell’Italia nel mondo”.

“La storia del Cimitero internazionale dei Migranti, con uno studio di un noto antropologo britannico, sarà a breve pubblicata anche (in inglese) nella lontana Australia e contestualmente anche (in francese) a Parigi. E’ l’ennesima conferma del valore universale di questa grande opera umanitaria, che darà dignità alle vittime dei tragici naufragi, elogiata dal Vaticano e dalla famiglia del bambino siriano Alan Kurdi (a cui sarà intitolata) e apprezzata in tutto il mondo. E’ la migliore risposta ad ogni forma di odio contro i migranti, di razzismo e xenofobia. E’ il volto vero, solidale e accogliente della Calabria e dell’intero Paese”.30

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli è promotore della monumentale opera di Civiltà, per la cui realizzazione lotta ininterrottamente da 6 anni, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013: “Con la pubblicazione (in inglese) in Australia dello studio del noto antropologo del Regno Unito, Marc Andrew Brightman (da poco Professore ordinario anche in Italia, all’Università di Bologna) realizzato(in collaborazione con la professoressa italiana Vanessa Grotti; entrambi ritorneranno nel piccolo comune calabrese, nella prima metà di luglio) a Tarsia, esattamente un anno fa, si completa il quadro e l’interesse planetario sulla grande opera di civiltà che arriva e viene così conosciuta in tutti e cinque i Continenti. In questi anni infatti erano stati a Tarsia inviati di storiche testate degli altri quattro Continenti (come viene documentato sul sito del Movimento www.diritticivili.it e sulla pagina Fb).

Intanto a settembre è in uscita, in Francia, un libro ad opera di uno scrittore e di un fotoreporter che sono stati a Tarsia, il maggio dello scorso anno. Mentre all’inizio di agosto è preannunciato l’arrivo nel piccolo centro del cosentino di un noto regista tedesco per la realizzazione di un documentario e un film. I lavori della grande opera sono iniziati alla vigilia di Natale(sabato 22 dicembre) e si pensa di ultimarli già entro quest’anno.

L’opera, finanziata, grazie al Presidente Mario Oliverio, dalla Regione Calabria, viene realizzata, per la disponibilità e ospitalità del sindaco Roberto Ameruso, nel piccolo, accogliente comune di Tarsia, in un luogo molto bello e particolarmente simbolico, una collina della Pace, un’area di oltre 28mila mq, immersa tra gli ulivi secolari (che resteranno intatti)di fronte al Lago e al vecchio camposanto comunale (in parte ebraico) e a breve distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti di Tarsia, luogo di prigionia ma anche di grande umanità, dove nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza. Saranno il papà, Abdullah, e la zia paterna del piccolo Alan, Tima Kurdi, ad inaugurare il monumentale Cimitero dei Migranti, che, nel rispetto delle diverse culture religiose, darà una dignitosa sepoltura ai tanti poveri sfortunati profughi, uomini, donne e bambini che, fuggendo da guerre, persecuzioni e miseria, perdono la vita nel Mediterraneo, cancellando, in questo modo e definitivamente, la disumanità di quei corpi, di poveri migranti, recuperati in mare privi di vita e quasi tutti senza nome, seppelliti, con un semplice numerino, in tanti piccoli, sperduti cimiteri, che di fatto ne cancellano per sempre ogni ricordo e riferimento per i loro familiari, dei lontani Paesi del mondo, che non sapranno mai dove andare un giorno per cercarli, portare un fiore e dire una preghiera”.

 

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