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Padre ringrazia le ostetriche dell’Annunziata per non aver fatto morire sua figlia

Cosenza

Padre ringrazia le ostetriche dell’Annunziata per non aver fatto morire sua figlia

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Ospedale Cosenza Annunziata interno

Durante il parto si era verificato a mia moglie ed a nostra figlia è il prolasso del cordone ombelicale. Un’emergenza molto rara che si verifica tra lo 0,3/0,6 % dei casi

 

COSENZA – «Il prossimo 20 di giugno – scrive in una lettera indirizzata alla redazione di QuiCosenza.it il signore B. B. – mia figlia compirà un anno. E difficilmente potrò dimenticare quanto successo un anno fa esatto. Evito di raccontare delle 14 ore di travaglio di mia moglie e dell’ansia dell’attesa perché fa tutto parte di quel percorso che porta alla nascita di un figlio. Ma è su quei 7 minuti nella sala parto dell’ospedale di Cosenza che voglio concentrare l’attenzione; quei 7 minuti che, ancora oggi, a distanza di un anno, mi fanno vantare di quel reparto. Mia moglie entra intorno alle 15:45 del 20 giugno 2018 in sala parto per fare un tracciato. 10 minuti più tardi esce una delle ostetriche a chiamarmi per andare da mia moglie a fornirle il supporto morale necessario in questi casi. 2 minuti dopo il mio ingresso, il caos. Sento solo gente urlare, chiamare a gran voce il nome della dott.ssa Romano che era lì di turno perché era necessario un cesareo d’urgenza. In gran rapidità si sviluppa tutto e nei 7 minuti successivi nasce mia figlia. Quello verificatosi a mia moglie ed a nostra figlia è il prolasso del cordone ombelicale. Parliamo di una emergenza molto rara che si verifica tra lo 0,3/0,6 % dei casi.

 

 

Fondamentalmente il cordone ombelicale si mette in una posizione tale che, durante le contrazioni, viene schiacciato negando l’afflusso di sangue ed ossigeno al bambino. Se il problema non viene superato tramite cesareo d’urgenza nel più breve tempo possibile si rischiano gravi danni celebrali per il neonato e nei casi più estremi la morte. Questo a dimostrare che, nel caso di mia figlia, la bravura delle ostetriche e dei medici del reparto è stata encomiabile. Non smetterò mai di ringraziare “collana di perle”, ovvero l’ostetrica di cui non conosco il nome, ma che portava appunto una collana di perle, che in attimi, si è accorta di ciò che stava succedendo ed è riuscita a porre rimedio al peggio adottando tutte le procedure necessarie in questi casi. In ogni ambito della nostra vita c’è qualcuno che sbaglia e qualcuno che non lo fa. Però, a seguito dei fatti successi nei giorni scorsi all’ospedale di Cosenza, sento di dire che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, che il reparto di ginecologia dell’ospedale dell’Annunziata è un ottimo reparto, in cui lavorano persone preparate. Ed è anche merito loro, se giovedì prossimo, festeggeremo carichi di spensieratezza e felicità il compleanno di nostra figlia».

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