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Trasporti: sit in di protesta all’Autostazione

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Trasporti: sit in di protesta all’Autostazione

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COSENZA – La protesta fa capolinea all’Autostazione. Dalle 6 di stamattina gli autisti dei pullman delle Ferrovie della Calabria, unitamente ai colleghi di tutte le altre ditte private, hanno deciso di incrociare le braccia, inscenando una civile e chiassosa protesta all’Autolinee, per rivendicare il mancato

pagamento di tre stipendi, nonchè il riconoscimento della quattordicesima e il rimborso dell’Irpef. Il sit in, organizzato dalle principali sigle sindacali di categoria, in collaborazione con organizzazioni dei lavoratori autonome, ha fatto registrare una massiccia partecipazione. Sono stati tanti, infati, i pullman che sono stati incolonnati a fila indiana, al di fuori delle corsie di partenza e arrivo dei bus di linea. Per regolamentare meglio il traffico sono intervenuti anche i vigili urbani che, hanno evitato l’intasamento della trafficata arteria viaria, interessata dallo scipero. A controllare che la protesta, rimanesse un atto di rivendicazione sindacale, senza alcun condizionamento per l’incolumità altrui, sono intervenuti, con il suporto di telecamere e fotografie, anche gli agenti della Digos della questura di Cosenza, coordinati dal vicequestore aggiunto Pietro Gerace. Nel corso del sit in, attualmente ancora in atto, non si sono verificati momenti di tensione, nè problemi per la circolazione stradale, gestita in maniera esemplare dagli agenti della polizia locale. Tra gli autisti serpeggia il malcontento. «Come si può pensare di andare avanti in questo modo. Sono due mesi e mezzo che non riceviamo un centesimo. Eppure siamo sempre qui, per rispondere alle esigenze dell’utenza che utilizza i nostri mezzi per muoversi. Seppur comprendiamo il disagio che la nostra azione ha determinato, siamo, oltremodo, convinti – dichiarano compatti – che l’opinione pubblica comprenderà il diagio che viviamo da mesi. Vivere senza soldi in tasca e senza alcuna certezza economica ed occupazionale, non è concepibile. Non sappiamo più – dicono senza fronzoli e mezzi termini – come  andare avanti. Allo stato, la nosta situazione di disagio non interessa: le tasse arrivano e devono essere pagate, molti di noi hanno i conti bancari in rosso e gli istituti di credito “chiudono” i rubinetti e non ci fanno più credito, anche i commercianti di nostra fiducia, non ci danno più nemeno la spesa a credito. Ai nostri figli non sappiamo cosa dire. Molti di noi sono monoreddito e se viene a mancare lo stipendio, diventa tutto più difficile. Qualcuno, male informato, ha dichiarato che abbiamo messo in atto lo sciopero per la carenza di carburante. Nulla di più falso. La Regione Calabria ha erogato 500mila euro per il gasolio. Ma a noi non ci serve la benzina, ci servono risposte concrete e segnali tangibili per i nostri stipendi. Siamo stanchi – continuano – di ricevere come risposte pacche sulle spalle, promesse di risoluzioni della vertenza e altro. Siamo stanchi delle chiacchiere, vogliamo i fatti. La politica, non tanto nazionale, ma soprattutto quella regionale e locale, si dovrebbe interessare più dele nostre esigenze e non tenerci in considerazioni solo per le elezioni». Della questione è stato informato anche il prefetto Raffaele Cannizzaro, sempre sensibile ad intervenire nei tanti casi di disagio, di cui, purtroppo, il nostro territorio è quotidianamente affetto.

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