Cosenza
Cosenza, Alberto Novello nuovo pentito? Non è una novità
Ha cambiato una serie di avvocati e soprattutto più volte fu trasferito di carcere in carcere, fino a chiedere, sembra, di avere colloqui con i familiari… isolati
COSENZA – Dal giorno dell’arresto per il ritrovamento delle armi Alberto Novello 27 anni ha iniziato l’elastico del forse sì e forse no. Licenziato il suo avvocato storico per un po’ di tempo è stato tenuto “al riparo” dai possibili avvicinamenti in carcere, così da aiutarlo a riflettere sulla decisione da prendere. Per un breve periodo è stato trasferito a Castrovillari. Poi sembrava che avesse allontanato l’idea di diventare un nuovo pentito e ritorna in carcere a Cosenza con un nuovo cambio di legale. Partecipò anche ad una udienza del processo Mater ma fu tenuto a debita distanza dai suoi “compagni di merenda”: loro in cella, nell’aula nove del Tribunale di Cosenza e lui di fronte, seduto dall’altra parte della “barricata”, tenuto sempre lontano da chi poteva fargli “del male o del bene” a secondo dei punti di vista. Di Novello poi si perdono le tracce per un po’ e cambia ancora legale di fiducia. Detenuto nel carcere di Cosenza chiede di poter accedere ai colloqui isolato dagli altri. E qui si comprende che qualcosa sta cambiando perchè ogni volta che decide di fare il passo licenzia l’avvocato, poi però ricompare in aula con un avvocato diverso, quasi a far capire la sua indecisione. Cambia nuovamente avvocato, per ben altre due volte, fino a quando durante l’ultima udienza del processo Mater, il pm Giuseppe Cozzolino ufficializza quello che da tempo si mormorava perchè a rappresentarlo è l’avvocato Karen Garrini difensore di altri collaboratori di giustizia.
Novello si è unito a quell’ultima lista di nuovi pentiti che sono stati svezzati nei vari clan. Di lui un altro pentito, uno dei Foggetti ne legittimò la presunta appartenenza ai Rango – Zingari. Quindi si unisce a Noblea e De Rose che sono le gole profonde dell’inchiesta ultima portata a termine dalla Procura e dall’Arma, “Alarico”, a Pellicori che ha fatto “saltare” il suo clan di appartenenza, il clan Perna, a Luciano Impieri, a Micetto alias Celestino Abbruzzese che rende dichiarazioni anche sull’omicidio Chiodo Tucci. Ma ricordiamo che ci sono anche Franco Bruzzese, Adolfo Foggetti, Giuseppe Montemurro, Marco Massaro. La maggior parte dei nuovi pentiti decidono di collaborare quando la condanna è troppo pesante oppure quando sentono il fiato sul collo di un “processo che dà all’aceto” e che li vedrà presto alla sbarra.
Intanto tutto fa brodo perchè l’importante è che parlino, non importa la motivazione di decidere di saltare il fosso. Nel caso di Novello tutto iniziò con il ritrovamento delle armi avvenuto un anno fa, a marzo del 2018 in via Silvio Sesti, alle spalle del Tribunale. Novello fu fermato per un controllo ed oppose resistenza. Da qui le perquisizioni presso la sua auto, una Hyundai Atos, portarono alla scoperta di un arsenale all’interno di un borsone: un fucile Kalashnikov modificato per sparare a raffica, rubato alcuni anni fa in una casa di Bisignano, tre pistole clandestine, caricatori: uno a tamburo da 75 cartucce e uno a banana da 30 cartucce, centinaia di proiettili, 150 grammi di cocaina divisa in sei involucri (in un’altra macchina parcheggiata poco distante, una Fiat Stilo), e divise originali dei Carabinieri: due divise ordinarie, una storica, un cappotto e pantaloni. Vennero rinvenuti anche dei pizzini
Il prossimo 31 maggio sarà sentito in aula “da produttore a consumatore” ossia da imputato ad accusatore. E il processo Mater si rinnova e prende una ventata di freschezza, dopo essere quasi diventato un processo piatto con una interminabile fila di teste che, dopo avere giurato di dire la verità, disconoscevano le dichiarazioni rese ai militari dell’Arma, quasi ad avere firmato un verbale con dichiarazioni false, avevano amnesie e soprattutto non riconoscevano in aula il pusher che gli forniva la droga. Chissà adesso che parla Novello ritorna la memoria a tutti
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