Rende
Sistema Rende: l’ingerenza di Principe sulla gestione comunale
 
																								
												
												
											“Ribadisco di aver seguito sempre le regole nell’ambito dell’attività amministrativa da me svolta, ciò sia con riguardo al bar Colibrì, sia ai debiti fuori bilanci, sia con riguardo dei terreni di proprietà della famiglia di mia moglie”
RENDE (CS) – Riassume così il presidente del collegio giudicante Carpino, la lunga dichiarazione spontanea resa da Sandro Principe, ex sindaco di Rende e già sottosegretario al lavoro, oggi imputato nel processo “Sistema Rende” l’inchiesta sui presunti intrecci tra politici ed esponenti del clan Lanzino, nel rispondere alle “accuse velate” se così possiamo definirle dell’ex sindaco di Rende, l’avvocato Vittorio Cavalcanti che ha sottolineato più volte l’ingerenza (intervento arbitrario o abusivo in fatti di pertinenza non propria, ndc) di Principe durante il suo mandato amministrativo. Tanti i punti toccati dall’ex sindaco Cavalcanti, (a breve vi daremo notizia nel successivo articolo, ndc) ai quali Sandro Principe non si è sottratto chiarendo punto per punto
Principe, difeso dall’avvocato Sammarco è stato prosciolto per il reato di corruzione elettorale, ma è stato rinviato a giudizio per i reati di corruzione in atti amministrativi e concorso esterno in associazione mafiosa. Umberto Bernaudo, ex sindaco di Rende difeso dall’avvocato Calabrò e Pietro Ruffolo, ex assessore, difeso dagli avvocati Caruso e Tenuta sono stati rinviati a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale e prosciolti per la corruzione in atti amministrativi. Giuseppe Gagliardi, ex consigliere comunale e assessore, difeso dall’avvocato Amantea è stato prosciolto per la corruzione in atti amministrativi e rinviato a giudizio per la corruzione elettorale. Su di lui non gravava il concorso esterno in associazione mafiosa. Per gli inquirenti Principe, Bernaudo e Ruffolo si sarebbero accordati con gli esponenti della cosca che avrebbero poi beneficiato con «condotte amministrative di favore». Inoltre, i tre politici avrebbero agevolato la cosca in cambio di “procacciamento di voti” per le elezioni comunali, provinciali e regionali, rispettivamente le prime due del 2009 e la terza del 2010.
UN IMPEGNO LINEARE
L’aula numero nove del Tribunale di Cosenza è abbastanza affollata tra avvocati, giornalisti, carabinieri e la scorta che accompagna il pubblico ministero Pierpaolo Bruni, all’epoca dei fatti sostituto Procuratore della Dda di Catanzaro, Oggi Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Paola. Ha appena terminato di essere escusso l’ex sindaco di Rende Cavalcanti e prima di iniziare il controesame da parte del collegio difensivo, Sandro Principe ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee. «Ho trascorso una trentina d’anni di impegno sempre lineare nel mio partito che ahimè non c’è più, ma anche nelle istituzioni, ad avere un profilo che mi pare sia stato sempre un profilo di persona leale con le Istituzioni, che ha fatto sempre il bene collettivo. Qualche traccia c’è sul territorio, nel rispetto della legge che è stato sempre un elemento importante nella mia attività. Non immaginavo di dovere, in un’aula di giustizia, parlare della mia attività politica, di come si costruisce una leadership che mi ha portato anche a delle conseguenze significative, perchè io sono stato attinto da una pallottola con indosso la fascia tricolore, mentre si inaugurava la chiesa realizzata dal Comune, da una istituzione che di solito non realizza chiese.
Ritenevo che l’attività politica e la ricostruzione di un profilo politico non riguardasse le aule di giustizia se non quando questa attività può in qualche misura diventare ostativa rispetto alla legge. Fatta questa premessa, mi sento turbato. Oggi ho sentito parlare molto di politica, quasi interamente di politica e questo turbamento è naturale perchè avviene non su una pubblica piazza, in un consiglio comunale, in un convegno, ma avviene in un aula di giustizia. Siccome dobbiamo attenerci al rispetto della legge, sotto il primo profilo aggiungo una sola cosa: si è tentata di dare una immagine ad una attività più che trentennale di aver lasciato sul campo dei problemi finanziari! Mi permetto di aggiungere che riguarda generazioni di dirigenti non Sandro Principe. Sento il dovere, come politico, di difendere una classe dirigente che ha costruito una città. Qui stiamo parlando di nove, dieci milioni di debiti fuori bilancio, rispetto ad una città che ha un patrimonio di oltre 280 milioni di euro.
Questo collettivo, non Sandro Principe, è riuscito a costruire e aggiungo, e mi taccio, che in questi anni nel territorio comunale di Rende si sono attuati lavori per oltre un miliardo e mezzo di euro.
BAR COLIBRI’
Parliamo del bar Colibrì: le persone che hanno titoli giuridici dovrebbero pesare le parole perchè se in un bando pubblico, che non predispone il Sindaco e la Giunta ma il dirigente, quest’ultimo inserisce la clausola che l’offerta anche se è unica è valida, se il sindaco dicesse al dirigente c’è un’unica offerta, annulla la gara, io penso che il sindaco commetterebbe un abuso. Del resto sono miserie, mi faccia dire, perchè in questa area urbana con una unica offerta è stata aggiudicata la Metropolitana leggera, non 300 euro al mese di canone, ma 160 milioni di euro di investimento.
DEBITI FUORI BILANCIO
Principe si rivolge sempre a Cavalcanti e si sofferma sul rispetto della legge che il teste ha sempre sottolineato durante l’escussione in aula. “Ci sono delle persone che vogliono ammantare delle difficoltà a svolgere determinati ruoli cercando sempre dei colpevoli immaginari. Parliamo dei debiti fuori bilancio. Le somme urgenze. Siccome è stata una discussione in sede pubblica con un segretario comunale, qual’era il suggerimento: verificare se c’era un arricchimento sostanziale da parte del Comune. Nel senso che se Sandro Principe, anche con la procedura errata ha eseguito un lavoro e questo lavoro si accerta che ha prodotto un arricchimento di proprietà pubblica, c’è una procedura lineare prevista dalla legge che tutti gli amministratori dovrebbero conoscere, l’approvazione in sanatoria.
Si dice chiaramente per evitare di incorrere nel reato di falso, sulla fase di una perizia tecnica accertare se i lavori ci sono o meno. Dopo di ciò approvarli con la procedura della sanatoria e stabilire oggettivamente cosa è successo. Questo poteva portare ad un confronto tra i tecnici dell’amministrazione e le ditte ed arrivare anche a delle transazioni evitando dei giudizi: ed immancabilmente così è successo. Tanto è vero che le amministrazioni che sono venute dopo hanno dovuto riconoscere sentenze del Tribunale di Cosenza che ha condannato l’Ente a pagare l’intera somma, mentre con quella procedura si poteva arrivare ad un risparmio enorme. Se si fosse scelta questa o un’altra soluzione tecnica, l’ipotesi di bilancio è normale. Il numerino va messo: il bilancio può essere una favola, una utopia; per realizzare l’utopia e mettere il numerino. Se non si realizza rimane e rientra nel ramo successivo. Io ho seguito esattamente la legge e nelle ipotesi citate dal teste, Sandro Principe ha parlato il linguaggio della legge, non altri.
LA NOMINA DELL’ARCHITETTO LUPINACCI
Io ero capogruppo di 13 consiglieri che erano la maggioranza assoluta su 24 e ribadisco l’illegittimità della nomina del Lupinacci che non aveva i titoli per fare il dirigente. La legge è chiara: o devi avere cinque anni di dirigenza in una azienda privata, o in una azienda pubblica oppure un dottorato di ricerca. Mentre è stato fatto passare quasi equipollente ad un dottorato di ricerche un semplice contratto di cinquemila euro all’anno per fare qualche lezione.
LE REGOLE RENDESI
Cavalcanti racconta in una delle tante risposte date alle domande dell’accusa che Principe ripeteva la frase “le regole rendesi” a proposito della concessione o meno per la realizzazione di un distributore di benzina sulla statale 107 località Piano Monello, che a dire di Cavalcanti Principe non era d’accordo. Anche a questa affermazione arriva la smentita: “Anche qui c’è una terminologia volutamente messa in campo da vari soggetti per colpire l’immaginario collettivo – continua a parlare Sandro Principe -, mentre il teste ha ammesso che io richiamavo il rispetto di un indirizzo assunto dall’amministrazione comunale. Evitare le pompe di benzina in città, anche per motivi di sicurezza. Si stava predisponendo un regolamento. Io mi sono permesso di dire “aspettiamo il regolamento“. Poi questa è stata concessa dal sindaco Manna e ha creato grandi problemi, addirittura di sicurezza sulla Statale 107
IL FANTOCCIO
“Faccio il sindaco ma non faccio il fantoccio” fu il titolo di un articolo pubblicato da un quotidiano dopo una intervista dell’ex sindaco Cavalcanti. Titolo che rispecchiava le dichiarazioni di ostruzionismo all’attività amministrativa di Cavalcanti da parte della coalizione, o più precisamente da parte di Principe”. Anche qui Principe dà la sua spiegazione dei fatti. “Il sindaco dell’epoca voleva far visitare il museo civico di Rende dall’associazione Fai; siccome c’erano lavori in corso mi sono permesso di dire: “ma come fai a portare una scolaresca?” Forse il troppo affetto per la città, forse pensando ai Mattia Prete che ho comprato quando ero sindaco. Ho domandato “Come porti una scolaresca in un museo quando ci sono lavori in corso? Ti sfregiano incautamente un Mattia Preti, l’assicurazione non ti paga; un ragazzo cade e si rompe una gamba!”. Cavalcanti – ha terminato di spiegare Principe – uscì con una frase “mi incateno se fate queste cose rispetto al Museo Civico”. Da qui tutta una strumentalizzazione.
“Chiudo ribadendo la mia linearità assoluta nel mio rapporto correttissimo con le istituzioni, cittadini e operatori della mia città – sottolinea Principe – che ancora oggi esprimono una grande considerazione”. Poi un breve passaggio sulle terre dei suoceri tirati in ballo durante l’escussione del teste in aula: “Voglio parlare solo un attimo dei parenti di mia moglie persone emigrate in America che si sono fatti qualche soldino pulendo le scarpe e i cappelli e ritornando in Calabria negli anni ’30 hanno comprato dei terreni a Santa Chiara. L’Amministrazione che io ho avuto l’onore di presiedere ha rispettato i confini naturali o fatti dall’uomo e non ha utilizzato il pennarello dell’architetto”. (segue…)
https://www.quicosenza.it/news/le-notizie-dell-area-urbana-di-cosenza/rende/258883-sistema-rende-in-aula-presente-principe
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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