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Incidente stradale: in due a giudizio per la morte di Verrina

Cosenza

Incidente stradale: in due a giudizio per la morte di Verrina

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L’imprenditore Emilio Cataldo Verrina di 40 anni, morì il 26 febbario 2016 a Rende, sulla statale 107 nei pressi del campo sportivo Marco Lorenzon

 

COSENZA – Sono trascorsi tre anni dalla morte di Verrina in cui la giustizia ha indagato per trovare i presunti colpevoli che il prossimo aprile dovranno presentarsi davanti al giudice ed iniziare una lunga fase processuali che li vedrà colpevoli o assolti della morte di un ragazzo che da lì a poco sarebbe diventato papà e che perse la vita tragicamente, schiacciato nella sua Smart. Quella sera, su quella strada c’erano detriti sparsi dappertutto e cinque macchine coinvolte.

 

 

Per uno dei due presunti colpevoli il processo è già in corso. G.A. è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo aggravato perché con la propria condotta di guida non aveva evitato l’impatto con l’autovettura guidata dal Verrina causandone la morte. Per il secondo automobilista oggi imputato della morte di Verrina il processo inizierà il prossimo mese di Aprile davanti al giudice monocratico Granata. La dinamica quella ricostruita dagli investigatori prima e avallata dalla Procura dopo la sentiremo in aula. Ma a contribuire ad identificare anche il secondo imputato sono state anche le indagini difensive dell’avvocato Andrea Trevisan della costituita parte civile. Quest’ultimo nel mese di Aprile 2018 depositò alla Procura della Repubblica di Cosenza una nuova querela sulla base di nuove fonti di prova acquisite e di una articolata consulenza tecnica di parte dalla quale emerse la necessità di indagare anche un’altra persona anch’essa già inizialmente coinvolta nell’incidente mortale  ma la cui posizione era stata ritenuta non sufficientemente gravata dagli elementi iniziali a suo carico.

 

La Procura della Repubblica di Cosenza considerata la gravità dei nuovi elementi emersi dispose la riapertura delle indagini procedendo ad effettuare ulteriori indagini. Venne iscritto nel registro degli indagati anche un altro automobilista D.S.G. il quale – secondo l’ipotesi della Procura – avrebbe avuto un ruolo determinante nella causazione dell’incidente mortale.

A seguito della conclusioni delle indagini D.S.G. venne ritenuto  responsabile della tragica morte del noto imprenditore e la Procura della Repubblica di Cosenza formulò richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo aggravato in quanto, percorrendo la statale 107 alla guida del proprio veicolo Ford Focus Station wagon nel non avere adottato gli specchietti retrovisori della propria autovettura: quelli anteriori chiusi su se stessi e quelli posteriori avevano la cui visuale impedita dal materiale posizionato nella parte posteriore del veicolo.

In tal modo non avrebbe consentito al Verrina di rientrare nella propria corsia di marcia cagionando l’impatto con la vettura che sopraggiungeva nella corsia opposta e la successiva morte. Per questo in sede di udienza preliminare il giudice ha rinviato a giudizio anche il secondo automobilista accogliendo la richiesta formulata dalla Procura e le argomentazioni formulate in udienza da parte del difensore  delle costituite parti civili, l’Avvocato Andrea Trevisan del foro di Cosenza il quale ha insistito come l’imputato avesse nel caso una colpa specifica per aver violato delle norme previste dal Codice della strada e  si era reso responsabile del decesso di Emilio Cataldo Verrina.

 

 

Il racconto dei testimoni la sera dell’impatto fatale

Il racconto dei tragici momenti vissuti dagli automobilisti in coda quando Verrina si ribaltò con la propria autovettura perdendo la vita. Naturalmente i fatti e le dinamiche furono accertate in seguito, per come su riportato, fino agli odierni processi

“Verrina è originario di Bocchigliero e commerciante di arredi nella cittadina rendese. Cinque i veicoli rimasti coinvolti e tre i feriti trasportati in ospedale per precauzione. In tanti sono rimasti scossi per quella piccola macchina, una Mercedes Smart che si è ribaltata più volte sulla strada fino a scontrarsi con una Peugeot 207, finendo la sua corsa. Sul posto i primi a giungere sono stati i sanitari del 118 e i vigili del fuoco del distaccamento di Rende. All’arrivo dei soccorsi lo scenario è stato devastante. Più autovetture erano ferme tra le due carreggiate. Sparsi anche pezzi di carrozzeria e ruote. Un giovane, alla guida di una Renault Clio, ancora terrorizzato racconta la sua versione dei fatti. “Stavo procedendo verso Cosenza – spiega – quando alla curva in prossimità dello stadio, mi sono visto occupata la corsia da una Smart che procedeva in senso contrario. Ho cercato di scansarla e anche l’autista ha cercato di rientrare sulla sua corsia di marcia. Nel fare manovra mi ha toccato con lo specchietto ma ho visto che ha urtato contro la 600. Poi non ho visto più nulla”.

 

 

Alle spalle della Clio c’è una Fiat 600, condotta da una giovane ragazza, accompagnata al pronto soccorso, bloccata di traverso al centro della carreggiata. Ha il fianco sinistro laterale anteriore e la ruota sfasciati. Quasi certamente, secondo il racconto del giovane automobilista, la Smart nel rientrare nella propria corsia di marcia avrà impattato contro la 600 che, a sua volta, è finita in testacoda. A questo punto il quadro diventa contorto. Perché rimangono ancora due macchine incidentate da collocare. Per come racconterà un altro automobilista agli agenti della stradale, la Smart inizia a ribaltarsi più volte come una trottola. Da qui lo scontro con una Ford Focus guidata da un uomo di nazionalità marocchina, sempre nella corsia di marcia, in direzione Paola, per poi arrestare la corsa su una Peugeot 207 che sopraggiungeva nella corsia opposta e viaggiava verso Cosenza. La Smart, dopo avere sbattuto sul cofano, sarebbe stata sventrata dall’auto in corsa

(Questa la ricostruzione di quella tragica sera fatta dagli automobilisti coinvolti che fornivano la loro versione dei fatti alla polstrada in quel momento, ndc).

Non sappiamo se il 48enne fosse ancora vivo. Un’infermiera dell’Annunziata, in transito in quel momento, ha subito cercato di infilarsi tra le lamiere per prestare i primi soccorsi ed esercitare un massaggio cardiaco. Ma il tempo ha deciso di portare via Emilio e su di lui i sanitari non hanno potuto far altro che accertarne il decesso. Sul posto nell’immediatezza è intervenuta la polizia municipale di Rende e gli operatori dell’Anas, per chiudere il tratto della strada statale e deviare il traffico, mentre era in arrivo la polstrada dal distaccamento di Paola. In macchina del 48enne il cellulare non smetteva di squillare. Ad un tratto una ragazza inizia  a gridare. Ha riconosciuto la macchina. Chiede se la Smart ha gli specchietti retrovisori rossi, ma le forze dell’ordine non rispondono, per non diffondere false notizie.

 

 

La salma non si può toccare fino all’arrivo del medico legale e al via libera da parte della Procura. La ragazza però è certa. Fa il suo nome, racconta di essere la cognata e di continuare a chiamarlo al cellulare ma di non avere risposta. In lacrime e con la quasi certezza sparisce dal luogo dell’incidente. Poco più tardi arriva il cognato del 40enne che chiede di poterlo vedere. Purtroppo non può fare altro che riconoscerlo e allontanarsi tra lo sgomento e il dolore. Gli accertamenti rimangono in mano agli agenti della polizia stradale che devono verificare se, tutte le testimonianze raccolte, combacino con i rilievi effettuati. All’arrivo del medico legale, i vigili del fuoco estraggono dalle lamiere il corpo inerme del 40enne”.

 

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