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Il calvario di Giusy: combattere il cancro o la malasanità? Presentato esposto ai Nas

Cosenza

Il calvario di Giusy: combattere il cancro o la malasanità? Presentato esposto ai Nas

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Il  calvario di chi è costretto a rivolgersi alle strutture sanitarie calabresi “elemosinando” quello che dovrebbe essere un sacrosanto diritto. L’Anmi di Rossano rifiuta di eseguire una risonanza perchè il radiologo “non se la sente”

 

COSENZA – Giusy racconta con molta amarezza il suo calvario e lo fa attraverso il canale più impattante, più vicino ai suoi amici e alla gente comune, Facebook. Giusy ha 33 anni ed è la moglie di Diego, al quale un anno fa è stato diagnosticato un tumore al testicolo, raro, meno comune e purtroppo più aggressivo. E qui inizia non solo un incubo familiare nell’affrontare una malattia di per sè terribile, ma anche un continuo sbattere contro un muro di carenze e di scarsa professionalità.

Ricostruiamo in breve la vicenda: ai primi sintomi e dolori Giusy accompagna Diego in ospedale a Cosenza dove in un primo momento i medici liquidano la coppia con una semplice infezione. Ma tutto sembrava molto strano. E così seguono analisi, indagini, ecografia fino al consulto di un urologo che ritiene necessario l’intervento chirurgico per l’asportazione del testicolo. Dopo l’intervento il calvario prosegue perchè dall’esame istologico e dagli accertamenti il carcninoma aveva già creato delle metastasi. Altro che infezione!

Dopo una Tac è seguito un consulto medico con un oncologo che non avrebbe neanche aperto il Cd per leggere la Tac, fidandosi del referto di chi l’aveva effettuata e dando per buono quanto i medici avevano detto in un primo momento: “non c’è nulla, è tutto ok”. Ma le analisi e i marcatori dicevano ben altro.

Giusy e Diego, come molti altri calabresi e cosentini, non si sono fidati di quella diagnosi apparsa troppo superficiale e si sono rivolti all’Istituto Tumori di Milano dove hanno incontrato uno specialista che da 40 anni studia solo questi tipi di tumore, il quale non appena aperta la Tac, ha aperto anche un’altra prospettiva alla coppia cosentina ben diversa da quella dei medici calabresi. E’ seguito un nuovo intervento, stavolta a Milano (con spese di vitto e alloggio tutte a carico della giovane coppia), per asportare le metastasi che erano arrivate già all’addome. E ancora a settembre scorso, sempre a Milano, Diego ha dovuto affrontare ben 4 cicli di chemioterapia terminati a gennaio.

Giusy su Facebook: “qui, neanche gli esami diagnostici”

Arriviamo ad oggi, e al duro ma allo stesso tempo giustificato post su Facebook di Giusy: “Da quando Diego si è ammalato, con la sanità Calabrese ci abbiamo avuto a che fare abbastanza da scapparcene a Milano. Nonostante le Tac sbagliate, le diagnosi approssimative e l’assoluta frivolezza e incompetenza nel trattare un tumore raro come quello che ci ha colpiti, dobbiamo quanto meno, eseguire gli esami diagnostici qui”!

“Abbiamo dato fondo ai nostri risparmi tra voli, alloggi vari, visite private da medici, analisi, tac e risonanze, ecografie (pagate profumatamente per accelerare i tempi) e giorni passati a Milano. Perché vi dico questo? Perché abbiamo la visita tra una settimana a Milano (il 22 febbraio) all’Istituto Tumori che lo ha preso in cura e dobbiamo portare esami importantissimi per determinare il proseguimento della terapia”

La risonanza ‘annullata’: “I medici non se la sentono”

“Ebbene: abbiamo prenotato con un mese di anticipo una “risonanza magnetica per addome superiore e inferiore con metodo di contrasto” che è un esame indispensabile. Prenotiamo al CUP dell’ospedale di Cosenza e ci mandano il 4 febbraio da ANMI centro diagnostico a Rossano, convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale. Questi, mai raggiungibili al telefono, ci hanno chiamati 2 volte per spostarci l’esame fino alla giornata di ieri 13 febbraio 2019. Arriviamo da Cosenza per l’appuntamento alle 15:30; Diego a digiuno dalla sera prima, entra nel macchinario alle 17:00. Dopo 40 minuti esce il radiologo il quale dopo aver parlottato con le ragazze della reception (troppo prese dal loro cellulare per rispondere a quel telefono che squilla ininterrottamente da quando ho messo piede lì) dice: “questo (riferendosi a Diego) deve fare, con e senza, metodo di contrasto! Io non me la sento. Riprogrammatelo per lunedì”.

“Alla mia richiesta di spiegazioni – racconta ancora Giusy – mi risponde impacciato e visibilmente imbarazzato che alla macchina manca un pezzo e che non riescono ad acquisire le immagini come vorrebbero. Esasperata e innervosita espongo la mia frustrazione e alla fine ci congediamo con la promessa che lunedì ripeteremo l’esame. Ma di ritorno verso casa (già in strada da 15 minuti) ci ricontattano per comunicarci che vogliono che ritiriamo l’impegnativa presentata nel pomeriggio con la prescrizione dell’esame. E così torniamo indietro (erano le 18:30)”.

Purtroppo non è finita qui: “Sull’uscio della porta, senza neanche farci accomodare, la cortese signorina della reception, ci dà in mano la famosa ‘ricetta rosa’ e ci dice che loro, l’esame non vogliono farlo perché, parlando i medici “non se la sentono” e ci invita ad andare da un’altra parte”.

“Ora – prosegue Giusy – capite bene le ragioni per cui una persona, malata di tumore, esasperata dalla vita e dalla cattiva (anzi assente) sanità nella propria regione, vorrebbe imbracciare un fucile e sparare? Il centro in questione, l’ANMI di Rossano, è accreditato dal SSN eppure, non sono in grado di eseguire un esame. Per incompetenza dei medici che ci lavorano. Ci hanno lasciati così, in balìa di un esame che andrà fatto obbligatoriamente, di fretta e a pagamento. Una spesa che si aggiunge a tutto quello che abbiamo affrontato prima”.

La preoccupazione è anche quella di non riuscire ad effettuare in tempo la risonanza, seppure a pagamento nonostante l’esenzione e di avere già pagato tutto per partire alla volta di Milano, volo compreso. “Ora, aldilà delle polemiche e del solito sconcerto – conclude Giusy – vogliamo alzare il culo tutti e pretendere che queste cose non accadano mai più a nessuno? Che non siamo cavie da laboratorio o numeri su cui lucrare, con cui ingrassare le loro casse? Pretendiamo professionalità, non possono sempre passarla liscia”.

In merito a quanto accaduto, Giusy ha presentato un esposto oggi ai carabinieri del NAS e di conseguenza alla Procura. Nel frattempo si spera che chi di competenza agisca per mettere fine a vicende di questo tipo ma soprattutto l’augurio è che Diego possa effettuare il suo esame al fine di partire alla volta di Milano, dove (ed è inutile girarci attorno) sarà curato come qui nessuno è riuscito a fare.

Aggiornamento 18 febbraio 2019

Diego, qualche giorno dopo dalla pubblicazione dell’articolo, seppur a pagamento, è riuscito a sottoporsi in una struttura privata alla risonanza. Giusy intanto, ha raccontato la vicenda ai microfoni di Rlb

ASCOLTA L’INTERVISTA 

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La replica del direttore sanitario

https://www.quicosenza.it/news/le-notizie-dell-area-urbana-di-cosenza/cosenza/277878-combattere-il-cancro-o-la-malasanita-la-replica-del-direttore-sanitario-dellanmi-di-rossano

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