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Omicidio Lenti Gigliotti, Pulicanò: «U Tupinaro mi disse che Patitucci aveva tagliato la testa»

Cosenza

Omicidio Lenti Gigliotti, Pulicanò: «U Tupinaro mi disse che Patitucci aveva tagliato la testa»

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Il collaboratore di giustizia Mattia Pulicanò entra a  far parte del gruppo Lanzino Ruà con il grado di picciotto e parla di Patitucci come del suo mito per le azioni compiute

 

COSENZA – Omicidio Lenti Gigliotti sul banco dei teste si attendeva Franco Pino, imputato insieme a Francesco Patitucci del duplice omicidio dei due affiliati alla cosca. I due hanno scelto il rito ordinario. Era il giorno in cui avrebbe risposto alle domande dell’accusa e della difesa, ma per motivi di salute nell’udienza odierna è stato sentito solo il collaboratore di giustizia dal 2014, Mattia Pulicanò, testimone assistito. Pulicanò ha risposto alle domande poste dal pubblico ministero della Distrettuale di Catanzaro Falvo, in Corte d’Assise, nell’udienza presieduta dal giudice Garofalo, a latere Granata

Gli altri due imputati del duplice omicidio Gianfranco Bruni e Gianfranco Ruà scelsero il rito abbreviato e furono giudicati colpevoli e condannati a 30 anni di carcere, ma senza l’aggravante dell’associazione mafiosa, il 27 novembre del 2017. Tutti sono considerati dagli inquirenti elementi di spicco della ‘ndrangheta cosentina. Francesco Lenti e Marcello Gigliotti furono uccisi attirati in una trappola perché considerati ormai scomodi e disubbidienti al clan Pino – Sena. Furono invitati ad un “maiale” e invece furono uccisi. Gigliotti venne fucilato e Lenti decapitato. I loro corpi furono trovati vicini, coperti dalla neve a pochi metri dall’auto completamente bruciata, all’interno della quale era stato abbandonato un fucile. A difendere Patitucci e Pino sono gli avvocati Marcello Manna, Vittorio Colosimo, Luigi Gullo e l’avvocato Laura Gaetano.

PULICANO’: E’ STATO UN PERIODO SBAGLIATO

«Ho iniziato a collaborare nel marzo 2014 perché venendo da un contesto familiare estraneo alla criminalità, il mio è stato un periodo sbagliato, in cui ho fatto tante cose sbagliate ed ho deciso di rientrare sulla retta via e questo mi ha portato a collaborare. Prima di collaborare con la giustizia ho commesso dei reati dallo spaccio di droga, all’estorsione, intimidazioni e per questi fatti sono stato condannato – parla il pentito Pulicanò in videoconferenza dal sito protetto -.

Facevo parte, affiliato, al gruppo Lanzino Ruà; la mia attività criminale è iniziata nel 2006 e affiliato nel 2008 da Francesco Patituccio, Mario Piromalli e Salvatore Aiello in una casa di Gianfranco Bruni “U Tupinaru” a Spezzano della Sila. Quando ho iniziato a collaborare con la giustizia aveva il grado di picciotto.

Alla domanda se conosce Patitucci Francesco risponde: «Ho conosco Francesco Patitucci nell’agosto 2006; era uscito in permesso premio. Mi fu presentato da Gianluca Marsico e da Gianfranco Bruni alias “U tupinaro”. Poi Patitucci è uscito a settembre ma lo hanno riarrestato per Missing poi è uscito tra novembre e dicembre ed è iniziato il nostro rapporto assiduo: andavamo a mettere col nipote le bottiglie per fare le intimidazioni ai costruttori a Montalto Uffugo dove abitavo, andavamo insieme oppure il nipote andava da solo. Vendevo per loro conto, del gruppo cocaina: mi occupavo del traffico di cocaina insieme a Mario Piromallo e Salvatore Aiello. Tutto questo è durato dal 2007 fino a settembre 2009 che poi sono stato arrestato; ho fatto un periodo di detenzione per poi uscire nel gennaio 2013. Poi con il regime di affidamento in prova fino al 2014 data del mio arresto e collaborazione con la giustizia»

Sulla conoscenza o meno di Ruà Gianfranco e U Tupinaru: «Non conosco Gianfranco Ruà; lo conosco di nome ma non di vista in quanto lui fu arrestato negli anni 90…ero un bambino. Bruni Gianfranco “u tupinaru” lo sconosco bene dal 2005 sono entrato nel suo gruppo da metà del 2006.

LE ABITAZIONI DI BRUNI E PATITUCCI

Bruni e Patitucci li ho frequentati personalmente e conosco le famiglie. Le due case di Francesco Patitucci alla prima abitava a contrada Andreotta a Castrolibero con la compagna e il figlio. La casa entrando sulla sinistra la prima porta c’era la cucina, sulla destra la camera da letto, di fronte un salone e e poi un grosso terrazzo. La seconda casa in cui si spostò a Cosenza, non ricordo se 2008 – 2009, nella zona di città 2000 era una casa con tante stanza, una specie di labirinto.

Patitucci non aveva la patente guida in quanto era sorvegliato speciale. Molte volte l’ho accompagnato io, altre volte lo accompagnavano altri e poi aveva la macchina: infatti ha avuto molti fermi. E’ successo tantissime volte nel corso degli anni che l’ho accompagnato io

Bruni Gianfranco l’ho conosciuto tramite un amico di famiglia anche questo pregiudicato. Poi ho iniziato ad avere rapporti con lui, Bruni. Bruni vive con la moglie e due figli e abita in via degli stadi ma ha altre case a Spezzano Sila e Camigliatello Silano. Ho frequentato soprattutto la casa di via degli stadi.

IL DUPLICE OMICIDIO LENTI GIGLIOTTI

La pubblica accusa poi fa presente al teste che inizierà a chiedere chiarimenti sul duplice omicidio Lenti Gigliotti per cui è stato chiamato a testimoniare nonostante in quegli anni Pulicanò non fosse ancora nato

«Io sono nato il 13 luglio del 1987, non ero ancora nato ai fatti successi per il duplice omicidio Lenti Gigliotti. Era il fatto che si sentiva parlare sempre nel gruppo. Era diventata una sorta di legenda che Francesco Patitucci avesse tagliato la testa ad uno di loro due. Il gruppo era composto da Gianfranco Bruni, Gianluca Marsico, Mario Piromallo, Salvatore Aiello, Vincenzo Greco il nipote di Patitucci.

Questo fatto rispecchia la figura di Francesco Patitucci. A me Gianfranco Bruni di questo fatto me ne parlò ancor prima di conoscere Patitucci. Mi disse che partecipò all’omicidio e che Francesco era quello che aveva tagliato la testa, ma non ricordo chi dei due venne decapitato. Oltre a Bruni me la disse Gianluca Marsico. Se ne parlava di questo fatto. È un fatto che va di pari passo con la figura di Francesco Patitucci con il quale ne parlai una volta sola. Si fece una specie di battuta alla quale mi sorrise. In un ambiente criminale in cui si vive mettendo paura al prossimo perché chi fa questa vita la fa per mettere paura al prossimo e chi riesce a mettere più paura al prossimo è quello che decapita la testa ad un amico.

Gianfranco bruni mi disse chi era Francesco e che era quello che gli aveva tagliato la testa ma ripeto, non ricordo a chi dei due. Invece con Francesco Patitucci dissi una frase in merito a quel fatto e lui sorrise

A Patitucci i primi tempi che lo conoscevo gli disse che sapevo chi era, perché era un uomo coraggioso; parlando di quel mio periodo vedevo un mito una persona che faceva una cosa del genere, il contrario di quello che vedo oggi. Gianfranco Bruni disse che c’era pure lui e si occupò di decapitare ma non ricordo chi dei due».

SONO DIVENTATO UN IMPRENDITORE DI OTTIMO SUCCESSO

Il controesame passa alla difesa, gli avvocati Manna e Gullo ai quali è difficile capire come mai il collaboratore di giustizia sapesse di dover parlare del duplice omicidio

“Lei quando è stato citato oggi per questa causa sapeva di cosa dovevamo parlare?” Chiede la difesa al collaboratore di giustizia. «Si, mi è arrivata la carta per un procedimento a carico di Patitucci». La difesa insiste e chiede ancora come facesse a sapere il tenore delle domande che si sarebbero tenute in aula e Pulicanò prima spiega che nelle sue dichiarazioni alla Procura della Distrettuale aveva parlato di questi argomenti riguardanti Patitucci per cui era stato facile intuirlo: So che Patitucci era imputato in corte d’Assise e nelle dichiarazioni della mia collaborazione ho parlato di questo omicidio.

Poi, sempre incalzato dalle domande della difesa e spazientito ha puntualizzato «Ad oggi grazie alla scelta che ho fatto sono diventato un imprenditore di ottimo successo, sono molto contento di come sta andando la mia vita. Venire qui stamattina significa mancare due giorni dall’azienda e necessita la mia presenza»

La difesa ancora domanda come facesse ad avere conosciuto Patitucci durante un permesso premio se quest’ultimo da 27 anni non ne ha mai usufruito. «Nel 2008 sono stato affiliato in un garage dell’abitazione a spezzano della Sila di Bruni. Conosco Patitucci nel 2006 in un permesso premio e l’ho conosciuto qualche giorno prima al bar Manna della riunione che si teneva a casa di Gianfranco Bruni per riappaciare Bella Bella oggi defunto e Cicero». Anche sulla posizione insieme al nipote di Patitucci la difesa solleva dubbi perché nel periodo menzionato dal collaboratore di giustizia Greco sarebbe stato arrestato per detenzione di arma.

Poi gli viene chiesto ancora la sua conoscenza con Patitucci e se con quest’ultimo avesse avuto processi giudiziari: «Io non ho mai avuto un 416 bis – dichiara Pulicanò -. Sono stato arrestato per traffico di cocaina. Ho confessato di fare parte di un’associazione. Con Patitucci Francesco non sono mai stato imputato. Ho avuto una segnalazione con lui, una volta, perché un carabinieri ci vide insieme in un negozio. Qualche sera dopo l’incendio di una gioielleria mi vennero a fare una perquisizione a casa perché mi avevano visto con Francesco»

Pulicanò spiega che della vicenda del duplice omicidio ne parlava insieme a Greco Vincenzo, Marsico Gianluca e Bruni Gianfranco, Mario Piromallo detto Renato e Salvatore Aiello. Chiarisce, rispondendo a domanda della difesa se gli fosse stato chiesto qualcosa durante l’interrogatorio: «ho detto quello che sapevo il 22 giugno del 2018 in un interrogatorio per altre vicende».

PATITUCCI CONTABILE DEL GRUPPO

«Non sono mai stato condannato per 416 bis  – continua il controesame del pentito – ma appartenevo al gruppo Lanzino Ruà e Patitucci aveva il ruolo del contabile del gruppo e deteneva la bacinella. Sono stato affiliato normalmente nel 2008 ed ho iniziato ad avere rapporti con loro dal 2006 al 2014 tranne il periodo di detenzione dal 2009 al 2013. Nel gruppo mi occupavo del traffico di stupefacenti, cocaina, insieme a Salvatore Aiello e Piromallo. Il nostro referente era Patitucci. La bacinella è stata detenuta dal tupinaro da fine del 2006; poi è stato arrestato nel 2008 per Missing e la bacinella passò in mano a Patitucci. Ma avevamo sempre rapporti con Patitucci per le intimidazioni che si facevano alle imprese».

Ultima domanda sulla conoscenza con Angelo Colosso: «Lo conobbi un giorno a casa di Patitucci che gli portai dei soldi, era il periodo di Pasqua, se non erro del 2009 e c’era Mario Piromallo, Gianluca Marsico e Colosso. Non ho commesso reati insieme a Colosso che io ricordi. Per la sostanza stupefacente i miei rapporti erano con Roberto Porcaro, Piromallo, Aiello, Bruni e Patitucci . Poi c’erano altre persone che bazzicavano bel gruppo ma io avevo rapporti prettamente con loro».

La difesa ha chiesti di sentire Marsico Gianluca, Piromallo e Greco Vincenzo sulle base delle dichiarazioni del collaboratore Pulicanò e la Corte si è riservata per la prossima udienza in cui dovrebbero essere sentiti gli imputati Franco Pino e Francesco Patitucci

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