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Bonisoli a Cosenza: «Nessuna polemica con il sindaco Occhiuto»

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Bonisoli a Cosenza: «Nessuna polemica con il sindaco Occhiuto»

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La visita fugace a Cosenza del ministro dei Beni culturali si è svolta in un sopralluogo nel centro storico della città bruzia per capire come utilizzare i fondi stanziati in una visione futura

COSENZA – Nessuna polemica risponde il ministro Bonisoli alla stampa, al termine della passeggiata nel centro storico, riferendosi alle affermazioni del sindaco Mario Occhiuto che nei giorni scorsi aveva detto che “l’incontro con lui era saltato per “pressioni del Movimento 5 Stelle””. «Io ho cambiato tre volte la mia agenda cambiando l’orario del consiglio dei Ministri, sapete di che cosa abbiamo parlato ieri, avevo un minimo di priorità sulle decisioni prese ieri. Ho voluto comunque mantenere una tappa a Cosenza per vedere Cosenza, mi sono fatto un piccolo regalo».

Nessuna ingerenza degli attivisti dei 5 Stelle

«Io sono venuto a fare una passeggiata nel centro storico per le ragioni che ho parlato prima – sottolinea ancora una volta il ministro Bonisoli -. Questa è una mia abitudine a prescindere da Cosenza, se mi devo occupare di un progetto di investimento. E di questo stiamo parlando. A parte avere banalmente la consapevolezza anche solo a livello di struttura, di posizionamento, di quello che è la materia di cui mi sto occupando, mi aiuta a fare le domande giuste nel momento in cui devo capire se un certo progetto può aver senso oppure no. Palermo lo conosco, Napoli lo conosco abbastanza bene, Taranto mi manca e sarà la prossima visita che farò e Cosenza fino a questa mattina non la conoscevo».

L’immagine di Cosenza e la prospettiva futura

«Il potenziale c’è, ma per essere sfruttato ha bisogno di un intervento sistematico. Il pericolo di queste situazioni è di farne un pezzo, fare una cosa e poi diventar matti come alcune strutture modernizzanti che ho visto nel centro storico. Magari potevano avere un senso, non voglio criticare nessuno, ma onestamente oggi si vede che non aiutano quello che è lo sviluppo. E’ un progetto a mio avviso meritorio, un’occasione per la città che io coglierei e comincerei dall’urbanistica. Farei fare un primo intervento, una prima riflessione dal punto di vista dell’urbanistica, della viabilità e quant’altro.

Vi faccio un esempio concreto. Immaginate di attraverso fondi regionali, collaborazioni, agenzie e quant’altro, che si faccia uno sforzo comunicativo per raccontare in giro per il mondo il patrimonio culturale che c’è a Cosenza. Oggi i flussi turistici, quelli più interessanti viaggiano in aereo. Arrivano a Lamezia, li carichiamo su un pullman, su una navetta, ci inventiamo una forma di mobilità e li portiamo a Cosenza. Banalmente, cosa fanno? Che percorso fanno? Cosa vedono? Se noi vogliamo sfruttare l’occasione di avere questi soldi pubblici, che ci siamo sudati perché sono i soldi delle nostre imposte e li vogliamo spendere nella maniera più giusta, io partirei da questo»

I 90 milioni sono già stanziati

«I 90 milioni ci sono e li vogliamo spendere tutti – dichiara Bonisoli-. Io voglio finire il mio lavoro con i cassetti vuoti. Fondi destinati, allocati, non spesi ce ne sono troppo in giro per l’Italia, questo è un problema che abbiamo a livello di pubblica amministrazione. Dobbiamo spenderli tutti ma con un senso. Queste saranno le domande con cui io stimolerò quelli che sono gli enti locali, le controparti. I tempi dello stanziamento. I soldi sono pronti, non abbiamo problemi di cassa, sono già stanziati, dobbiamo partire».

La riunione romana

«Il primo passaggio è di fare un incontro preliminare a Roma, probabilmente non riesco a farla la prima di febbraio  – parla ancora il ministro dei Beni Culturali – e dovrò slittarla alla seconda settimana, ma nei primi 15 giorni di Febbraio vorrei avere fatto questo primo passo dove faremo le domande. In quella fase non ci saranno ancora le risposte o forse solo risposte parziali, ma quello è il momento di fare le domande di cui vi stavo parlando prima e cioè vorrei vedere una visione per il centro storico, chiederò se è possibile immaginare delle attività per il centro storico. Noi spendiamo dei quattrini, ma la visione che vorrei avere è di quello che sarà il centro storico tra trent’anni. Il punto è, qualsiasi cosa andiamo a spendere ha senso in una visione tra trent’anni oppure no? Altrimenti noi andiamo a sprecare i soldi dei contribuenti»

 

I cittadini del centro storico parlano con il ministro: il centro storico di Cosenza è abbandonato da mezzo secolo

«Ringraziamo il ministro per essere venuto qui ma teniamo a fare una premessa: il centro storico di Cosenza è abbandonato da mezzo secolo. Quando ci sono fondi a disposizione vediamo tutta questa gente venire e partecipare. La cosa che più ci importa è che sui fondi non si faccia propaganda, clientela, speculazione. Negli ultimi anni ci sono state quattro vittime in un rogo perché i mezzi di soccorso non potevano arrivare. Abbiamo avuto diversi crolli e abbiamo redatto una mappa a rischio crollo e ne abbiamo catalogati 50. Un quadro che ci da uno stato di salute del centro storico ed il quadro è alquanto allarmante.

C’è un problema di sicurezza dappertutto soprattutto nei vicoli. Mancano le colonnine antincendio, i defibrillatori, non possono arrivare i mezzi di soccorso. Questo impedisce a qualsiasi cittadino che voglia abitare qui di vivere una vita normale. Un anziano che si rompe la gamba rischia di diventare un ergastolano, non può più uscire di casa, mancano i servizi assistenziali per gli anziani, per le persone con disabilità mentali, per i ragazzi del quartiere. I rom che abitano a Santa Lucia sono abbandonati e nessuno sa chi sono e gli viene dato assistenza. Abbiamo diversi problemi.

Il recupero parte dai cittadini

Se ci deve essere una premessa è quella che il recupero deve partire dai cittadini che devono essere il motore del cambiamento e devono avere dignità. Vogliamo che ci sia partecipazione e trasparenza sui fondi; progetti partecipati, ascolto, quesiti da proporre ai cittadini in modo che siano la parte attiva, il fulcro del recupero del centro storico. Vogliamo che sia occasione di crescita per chi ancora ad oggi non ha lavoro, è disoccupato e precario. Però non vogliamo un lavoro che sia legato all’amministrazione o che sia di clientela ma che sia un’occasione di crescita professionale e anche economica. Mettere al centro i cittadini, la trasparenza, fare in modo che si parta dal basso e che ci sia un intendo di recuperare realmente il centro storico con progetti che non vadano a snaturarlo: spendere otto milioni per fare una ovovia che arriva al castello per mostrare i tetti bucati non va bene

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