Cosenza
Cosenza, Annunziata: dialisi, bloccata l’apparecchiatura
Dalle otto del mattino, i 22 pazienti hanno potuto effettuare la dialisi solo alle 10 grazie ad un buon samaritano intervenuto in extremis. Il tecnico è giunto da Vibo Valentia solo alle 11, ma non è l’unico problema
COSENZA – Ancora problemi per l’Annunziata, in particolare per i pazienti dializzati. Stamane ennesima protesta per il guasto all’apparecchio di osmosi che serve a far funzionare i reni artificiali. Abbiamo raggiunto il reparto e i pazienti erano tutti in attesa. Tentiamo di farci spiegare in cosa consiste l’apparecchio e ci raccontano una disavventura continua per poter effettuare una seduta con tutte le “sofferenze” che devono subire: «Ci metto anche la faccia se c’è bisogno, se volete vi dico il mio nome, perchè siamo stufi di subire: è una umiliazione continua (non riveliamo il nome del paziente per privacy)».
«Sono uscito un’ora prima, sono troppo nervoso, non possiamo essere trattata così. Il problema si ripresenta ogni settimana o, quando va bene ogni 15 giorni. Abbiamo tanti problemi qui dove effettuiamo la seduta. Questo macchinario quando si rompe non permette il lavaggio della macchina e il paziente non può effettuare la dialisi per non essere infettatati da eventuali malattie che ha il precedente paziente. Perché la macchina deve essere dializzata e pulita di nuovo e non funzionava. Il tecnico è dovuto arrivare da Vibo Valentia. E noi tutti ad aspettare.
Poi fortunatamente è successa una cosa che non posso dire per non mettere nei guai questo buon samaritano che ha fatto intervenire una persona che conosceva il macchinario per fare manutenzione e l’ha sbloccato un’ora prima che arrivasse il tecnico da Vibo. Ringraziamo Dio, e tutto è stato fatto gratuitamente.
Per non parlare del condizionatore. Ma perchè ci trattano come animali? C’è un condizionatore che emana aria fredda. Noi che facciamo la trasfusione, che puliamo il sangue sentiamo freddo. A volte devo effettuare la seduta con cinque coperte addosso e il giubbotto e salto sul lettino dal freddo. Ma che ne sanno loro di cosa significa essere un dializzato! Il tecnico del condizionatore è arrivato oggi a mezzogiorno da San Giovanni in Fiore. Possibile che si rompe un macchinario e i tecnici devono venire da fuori?»
LE MACCHINE NECESSITANO DI ASSISTENZA IMMEDIATA
Sul caso interviene Misiti M5S: “Ho appena ricevuto una comunicazione, da parte di un paziente dializzato, dell’ennesimo guasto, dell’apparecchio di osmosi che serve a far funzionare i reni artificiali del reparto di dialisi dell’ospedale Annunziata di Cosenza. Ancora un disservizio che va a gravare sulla pelle dei pazienti che già vivono nel quotidiano la loro malattia/disabilità”.
Lo afferma in una nota il deputato M5S Massimo Misiti. “Per poter ‘vivere’ – prosegue – il paziente con insufficienza renale ha necessità assistenza, di cure, di dialisi a cui si deve sottoporre anche più volte a settimana, ha bisogno di macchine che funzionino sempre, e queste a loro volta necessitano di assistenza immediata. Si è sempre tutti pronti a parlare di episodi malasanità, di medici ‘assassini e delinquenti’ di personale sanitario irresponsabile e menefreghista, c’è sempre di tutto e di più, e a volte quanto denunciato corrisponde anche a vero, io, oggi, mi pongo questa domanda: ma quanto c’è di sanità malata? Cosa c’è dietro a contratti e gare non molto trasparenti? Quanto costa tutto questo alla salute dei cittadini? quanto nuoce tutto ciò?
Oggi l’ennesimo disservizio: si guasta, e non è la prima volta, un apparecchio che serve a far funzionare le macchine per la dialisi dell’ospedale di Cosenza, ed in un momento storico di alta tecnologia in cui tutto si può risolvere on-line serve, al presidio sanitario bruzio invece serve un tecnico che fisicamente giunga da un altro capoluogo di provincia per risolvere il problema; è inammissibile, non si può non più accettare che alle denunce non ci siano risposte. È fuor di dubbio che tutto questo ora vada monitorato.
I pazienti dializzati in tutta la Calabria, da Reggio Calabria a Tortora, a Sibari, sono più di 1300, con la tendenza ad aumentare, e dovrebbero avere un’assistenza tale che permetta loro di vivere la propria disabilità in modo dignitoso. Non si può più accettare un insufficienza di postazioni e/o di personale. Il paziente con insufficienza renale non è un paziente che decide di star male e di legare la propria vita ad una macchina, ma se ciò succede questa deve funzionare”. “E’ necessario – conclude Misiti – far cambiare questa tendenza di denunce senza risposte e se necessario che si organizzi un ‘focus on’ sugli ospedali e i disservizi in campo sanitario a Cosenza e in tutta la Calabria”.
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