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Rapina in gioielleria: giudizio immediato per Picicco e D’Elia

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Rapina in gioielleria: giudizio immediato per Picicco e D’Elia

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COSENZA – Giudizio immediato. E’ la richiesta avanzata dal sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza, Salvatore Di Maio, al gip Luigi Branda per Francesco Picicco e Cesare D’Elia, ritenuti responsabili della rapina alla gioielleria “Momenti Preziosi”

di via degli Stadi, avvenuta nello scorso mese di luglio. I due, difesi, dagli avvocati Antonio Quintieri e Franz Caruso, legali di fiducia di Picicco e dal penalista Cristian Cristiano, difensore di Cesare D’Elia, hanno negato le accuse, riguardanti ogni loro eventuale coinvolgimento nel fatto criminoso. Per il pm, titolare dell’inchiesta, però non è così. L’accusa infatti è convinta, anche sulla base dei riscontri investigativi, effettuati dai detective della sezione antirapina della Squadra Mobile di Cosenza, diretta dal commissario capo Antonio Miglietta, che sono loro due i malviventi che misero a segno la rapina, penetrando nel negozio di preziosi e asportando un bottino del valore di 150mila euro. Il processo si terà il 18 dicembre prossimo. Il giudizio immediato è un rito speciale caratterizzato dalla mancanza dell’udienza preliminare previsto e disciplinato dall’art. 453 del codice di procedura penale.

LA RAPINA – I due rapinatori, entrambi armati di pistola, entrarono in azione il 13 luglio scorso. I malviventi, fecero irruzione nell’esercizio commerciale, all’intern del quale erano presenti la titolare e una cliente. Sotto la miaccia dlele armi, inmposero alle due persone di sdraiarsi per terra e tenere ben incollata la faccia sul pavimento. Mentre le due donne, si attenevano alle disposizioni dei malviventi, i ladri si impossessavano di tutto quello che trovavano. Il bottino, come detto, fruttò quasi 150mila euro. Prima di darsi alla fufga, i due malviventi, prelevarono l’hard-disk delle registrazioni del sistema di video-sorveglianza per non lasciare tracce del loro passaggio.

GLI ARRESTI – Il primo a finire nella rete dei detective della squadra Mobile fu, lo scorso 19 settembre, Francesco Picicco, 24 anni, vecchio “cliente” delle forze dell’ordine. A lui gli iquirenti, arrivarono non solo attraverso la visione dei filmati, ricavati dalle telecamere a circuito chiuso, installate all’esterno e nelle vicinanze della gioiewlleria rapinata, ma anche per via di quel particolare che una testimone riferì ai segugi dell’antirapina che uno dei rapinatori aveva come segno distintivi: un lucertolone tatuato sul collo. Il 4 ottobre scorso, 4 ottobre 2012, invece, per lo stesso reato, finì in manette Cesare D’Elia, 24 anni. A lui, seguendo lo stesso percorso: immagini e testimonianze.

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