Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Escherichia coli: fiumi e valloni contaminati in provincia di Cosenza, 13 condanne

Provincia

Escherichia coli: fiumi e valloni contaminati in provincia di Cosenza, 13 condanne

Pubblicato

il

L’operazione Calipso aveva portato al sequestro di dodici depuratori. Tra gli indagati sindaci, dirigenti e gestori accusati di non aver fatto nulla per tutelare la salute pubblica

 

CASTROVILLARI (CS) – Mare sporco e corsi d’acqua contaminati. Le continue lamentele di residenti e villeggianti della costa jonica cosentina hanno indotto la magistratura ad indagare sulla depurazione di un vasto circondario . Le indagini, partite nel 2011, avevano portato nel 2013 ad apporre i sigilli a dodici depuratori in provincia di Cosenza. Ventitré furono i ‘colletti bianchi’ indagati per disastro ambientale nell’operazione Calipso. Invece di vigilare, secondo l’accusa, avrebbero consentito che i reflui fognari non depurati venissero sversati nei torrenti senza essere trattati. Ciò avrebbe provocato la contaminazione anche di parte del mar Jonio cosentino documentata dalle analisi delle acque che riportavano in quel periodo cariche batteriche ben al di sopra dai limiti di legge soprattutto per quanto riguarda l’escherichia coli, l’azoto ammoniacale e i tensioattivi totali. Il Tribunale di Castrovillari nei giorni scorsi ha pronunciato la sentenza di primo grado per diciassette degli indagati rinviati a giudizio.

 

I CORSI D’ACQUA CONTAMINATI

I valori registrati hanno certificato un alto tasso di tossicità dei corsi fluviali dovuta alla contaminazione provocata dalla mancata depurazione dei reflui fognari. L’inquinamento è stato riscontrato nel torrente Lumio e nel vallone Pordolo Paraporto di Terravecchia, nel torrente Laurenzano di Bocchigliero, nel fiume Coriglianeto di Corigliano Calabro, nei fiumi Trionto e Coserie nonché nei terreni del Vallone Cuponi a Rossano, nel fiume Nikà e nel vallone Culitello a Campana ed infine nel bacino idrico del fiume Colognate e nel Vallone Maranigo a Paludi.

 

I DEPURATORI SEQUESTRATI

Sindaci, funzionari comunali e gestori degli impianti sono stati accusati di non aver fatto nulla per tutelare la salute dei cittadini. Le criticità igienico sanitarie dovute alla maladepurazione che la Procura di Castrovillari aveva evidenziato, provvedendo al sequestro degli impianti nell’estate del 2013, vennero puntualmente ignorate. Per legge avrebbero dovuto, entro i 60 giorni in cui i depuratori erano stati restituiti alle amministrazioni comunali per la messa in sicurezza, “acquisire l’autorizzazione allo scarico per il collettore fognario, effettuare il trattamento delle acque e procedere allo smaltimento dei fanghi” nel rispetto della normativa vigente. In realtà, secondo l’accusa, avrebbero omesso di compiere gli atti necessari ad avviare il corretto funzionamento dei depuratori.

 

GLI IMPUTATI

Accuse rivolte all’ex sindaco di Bocchigliero Luigi De Vincenti e al responsabile dell’Ufficio Ambiente comunale Domenico Filippelli dopo il sequestro del depuratore di località Duno, all’ex sindaco di Caloveto Francesco Pirillo e alla responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Valeria Baraldi dopo il sequestro del depuratore di località Santa Maria Tre Scaloni, all’ex sindaco di Campana Pasquale Manfredi e al responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Giuseppe Pedace dopo il sequestro del depuratore che si trova nel centro abitato del paese, all’ex sindaco di Corigliano Calabro a Giuseppe Geraci, al responsabile del settore Manutenzione comunale Antonio Giorgio Durante e al rappresentante legale della Impec Costruzioni Achille Taglialella dopo il sequestro dell’impianto in località Ciciriello, all’ex sindaco di Rossano Giuseppe Antoniotti, al dirigente comunale del settore Ambiente Giuseppe Graziani, il dirigente del settore Tutela territorio Salvatore Le Pera e al responsabile della cooperativa Futura Lavoro Salvatore Rugiano dopo il sequestro dell’impianto in località Foresta insieme al responsabile del procedimento Gaetano Spataro e il tecnico comunale Natale Passerino per il mancato trattamento delle acque del depuratore di località Seggio, all’ex sindaco di Paludi Antonio Aurelio Cesario e al responsabile dell’area Tecnica comunale Giovanni Cesario dopo il sequestro dell’impianto di località Paranilo, all’ex sindaco di Terravecchia Mauro Santoro e il responsabile della ditta Acri Alfonso Arcudi Acri per la cattiva gestione dell’impianto di località Lumio e del depuratore di località Lombardo Pordolo, all’ex sindaco di Longobucco Luigi Stasi al gestore dell’impianto di località Acqua dei Santi Vincenzo Malomo e al legale rappresentante della Giseco Italo De Martinis.

 

LA SENTENZA

Il giudice Francesca Marrazzo ha assolto Francesco Pirillo, Domenico Filippelli, Italo De Martinis e Luigi Stasi. Condannati invece Giuseppe Pedace a 4 mesi di detenzione, Luigi De Vincenti a 6 mesi di detenzione, Achille Taglialatela a 6 mesi di detenzione, Salvatore Rugiano a 6 mesi di detenzione, Giuseppe Graziani a 8 mesi di detenzione, Salvatore Lepera a 8 mesi di detenzione, Gaetano Spataro a 6 mesi di detenzione, Natale Passerino a 6 mesi di detenzione, Mauro Santoro a 8 mesi di detenzione, Alfonso Vincenzo Acri Arcudi a 8 mesi di detenzione, Vincenzo Malomo a 6 mesi di detenzione, Giovanni Cesario a 6 mesi di detenzione e Valeria Beraldi a 4 mesi di detenzione. Tra i legali del collegio difensivo gli avvocati Pasquale Filippelli, Francesco Nicoletti, Luigi De Gaetano, Vincenzo Palopoli, Domenico Pirillo, Giuliano Giuliani, Luigi Malomo, Michele Donadio, Antonio Tedesco, Francesco Parrotta, Amerigo Minnicelli e Filippo Giovanni Sero.

 

LEGGI ANCHE

Depuratori, sequestrati dieci impianti da Rossano a Longobucco

 

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA