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Lavoro, cresce il dramma disoccupazione
 
																								
												
												
											Dopo l’estate bollente, arriva l’autunno caldo. L’impennata costante della colonnine di mercurio non c’entra nulla con l’incipit della notizia.
La temperatura bollente è quella relativa al settore del lavoro, sempre più “un miraggio”
alle nostre longitudini e latitudini. L’impegno delle principali categoria sindacali e delle organizzazioni libere non sortisce gli effetti sperati, complice anche una classe politica, locale, regionale e nazionale, miope e disinteressata ai bisogni della gente e alla crescita dei territori. Nonostante le segreterie di Cgil, Cisl e Uil siano quotidianamente “zeppe” di gente di ogni condizione sociale, ogni età e ogni qualifica professionale, in attesa di risposte sulle proprie certezze occupazonali e garanzie economiche, nessuno riesce a fare niente. Il dramma della povertà si amplifica sempre di più. Così come questa situazione di immobilismo contribuisce alla crescita esponenzialmente paurosa degli “strozzini”. Non è un mistero per nessuno, infatti, che l’usura è uno dei reati più in voga in Calabria. L’ultimo dramma rischia di scoppiare a fine anno. Il 31 dicembre i contratti a tempo determinato scadranno, se per quella data il presidente Scopelliti non avrà trovato una soluzione, il comparto salute imploderà a causa di mancanza di personale. Trovare una soluzione non è semplice, il piano di rientro dal deficit sanitario comporta, tra gli altri vincoli, il blocco del turn- over ovvero l’impossibilità di assumere nuove unità lavorative. Fino ad oggi il settore della sanità si è retto grazie al contributo di un esercito di precari: migliaia di camici bianchi, sanitari, professionisti il cui contratto è stato via via rinnovato nel corso di questi ultimi dieci anni. Dal 2013 questo escamotage potrebbe non essere più utilizzabile alla luce dei vincoli imposti dal governo centrale. I direttori generali delle Asp calabresi lo sanno bene, ne è consapevole anche lo stesso governatore che in questi mesi più volte ha chiesto pareri per superare il blocco delle assunzioni. La partita, per ora, si sta giocando su più fronti. L’ultimo intervento in ordine di tempo è della Corte dei Conti.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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