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Siria: Assad “accetta” la tregua del sacrificio
(AGI) – DAMASCO – Quando le speranze di una tregua, seppure temporanea, sembravano svanite, l’ipotesi si riaffaccia. Il governo siriano ha acconsentito a far tacere
le armi durante la Festa del Sacrificio: lo assicura l’inviato internazionale di pace, Lakhdar Brahimi, che ha da poco incontrato Bashar al-Assad. Secondo il diplomatico algerino, Damasco fara’ l’annuncio tra oggi e domani, sicuramente prima che venerdi’ inizi la Festa del Sacrificio. Per ora c’e’ solo la sua parola, non confermata da Damasco: il ministero degli Esteri ha precisato che la decisione finale deve ancora essere presa e sara’ annunciata domani. La festa, con cui i musulmani ricordano la disponibilita’ di Abramo a sacrificare il figlio Ismaele (e non Isacco come e’ scritto nell’Antico Testamento) in ossequio ai dettami di Dio, quest’anno comincia venerdi’ 26 e durera’ quattro giorni. Brahimi, che e’ reduce da un tour nella regione, ha aggiunto di aver contattato alcuni “gruppi combattenti” e ha assicurato che “la maggioranza di loro ha accettato in linea di principio la tregua. Il capo del consiglio militare dell’Esercito Libero Siriano, generale, Mustafa al-Sheikh, ha pero’ gia’ detto che il primo passo lo deve fare Damasco. Secondo Brahimi, se la tregua si concretizzera’ si potra’ “costruire su di essa un’iniziativa per ottenere un cessate-il-fuoco piu’ solido e lungo, che si iscriva dentro un processo politico”. Finora tanto il governo siriano che i ribelli non hanno mai accettato ufficialmente l’ipotesi di far tacere le armi, e hanno sempre condizionato il passo al fatto che l’altra parte si muova per prima. Un passo in piu’ era riuscito al predecessore di Brahimi, Kofi Annan: aveva fatto accettare alle parti il cessate-il-fuoco, che poi pero’ era stato sistematicamente violato. Brahimi informera’ oggi i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu dei risultati del suo tour in Medio Oriente. Mosca intanto ha fatto sapere che i ribelli siriani hanno armi anti-aereo, tra cui gli Stinger di fabbricazione americana. Sul terreno, si continua a morire: la situazione e’ cosi’ pesante che il cardinale Tarcisio Bertone ha dovuto annunciare un rinvio della missione dei vescovi ‘emissari’ di Benedetto XVI. Posticipata per ragioni di sicurezza la loro visita, il patriarca cattolico siriano, Gregorio III Laham, incontrera’ nel pomeriggio alla Farnesina il ministro degli Esteri, Giulio Terzi. Subito dopo, il capo della diplomazia italiana si vedra’ con l’ex premier siriano, Riad Hijad, uno degli uomini (non tantissimi, in verita’) della cerchia piu’ ristretta di Assad riparato all’estero, a conferma del progressivo isolamento del regime.
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