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Truffa all’Inps: in manette Antonio Caravetta dell’Udc
COSENZA – Il “mare” della legge s’abbatte sull’Alto Jonio cosentino. Dalle prime luci dell’alba, le fiamme gialle del Comando provinciale di Cosenza,
hanno disarticolato un’organizzazione delinquenziale, dedita alla truffa ai danni dell’Inps. Sono stati 15 i provvedimenti di custodia cautelare agli arresti domiciliari, ventuno gli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria ed un obbligo di dimora, disposti dal Gip su richiesta della Procura di Rossano. Tra gli arrestati c’è il consigliere provinciale Antonio Carmine Caravetta, dell’Udc. Tra gli indagati compare un infedele dello Stato. Un esponente delle fiamme gialle, infatti, in servizio presso il Comando provinciale di Cosenza, avrebbe fatto il doppio, partecipando all’attività investigati e al tempo stesso “spifferando” ai suoi compari che c’era aperta un’inchiesta sull’organizzazione. Gli inquirenti hanno scoperto l’esistenza di 4.098 falsi braccianti agricoli. Beni per 66 milioni di euro sono stati sequestrati. Tra i beni sequestrati figurano anche un patronato sindacale Epas con sede a Schiavonea di Corigliano Calabro e 23 tra società, cooperative e ditte individuali agricole. Nel corso dell’operazione sono state eseguite anche 84 perquisizioni e notificati 92 avvisi di garanzia. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata ai danni dell’Inps, peculato, corruzione, abuso d’ufficio, falso, accesso abusivo a sistemi informatici e violazione della normativa in materia elettorale. Nel dispositivo di custodia cautelare ai danni degli indagati si legge che «l’organizzazione procurava ad un ampio numero di soggetti indennità di disoccupazione, di malattia e di maternità con correlativa contribuzione figurativa, dietro il corrispettivo di una somma di denaro» Quella smantellata è un’organizzazione, che avrebbe avuto un peso anche sotto forma di sostegno elettorale a favore di Caravetta in occasione delle votazioni comunali a Corigliano Calabro e provinciali svoltesi nel 2009. In sostanza l’organizzazione, secondo l’accusa, avrebbe controllato e condizionato le preferenze elettorali dei falsi braccianti agricoli, assicurando, in cambio, l’accesso abusivo e illegale al sistema di tutela previdenziale col diretto coinvolgimento di alcune strutture sindacali. Nell’organizzazione, secondo l’accusa, sono coinvolti imprenditori agricoli, sindacalisti, consulenti del lavoro, commercialisti, amministratori locali e falsi lavoratori.
IL RUOLO DI CARAVETTA – Antonio Carmine Caravetta, secondo l’accusa, nel 2009, oltre che per la Provincia, avrebbe “comprato” voti anche per l’elezione al Consiglio comunale di Corigliano Calabro, poi sciolto per infiltrazioni mafiosi nel giugno del 2001.
Caravetta, secondo l’accusa, gestiva, di fatto, il patronato Epas di Schiavonea di Corigliano che avrebbe avuto un ruolo primario nella truffa che ha visto coinvolti imprenditori agricoli, sindacalisti, consulenti del lavoro, commercialisti, amministratori locali e falsi lavoratori, ognuno dei quali con uno specifico ruolo nel meccanismo di drenaggio delle risorse pubbliche. L’organizzazione procurava a falsi braccianti agricoli che, in realtà, erano praticanti in studi legali, dipendenti del patronato Epas, casalinghe, studenti universitari, indennità di disoccupazione, di malattia e di maternità e la relativa contribuzione figurativa dietro il pagamento di una somma di denaro. Grazie all’elevato numero di persone coinvolte (oltre 4.000), secondo l’accusa, Caravetta, con l’aiuto dell’organizzazione, sarebbe riuscito ad ottenere il sostegno elettorale nelle elezioni per il Consiglio comunale di Corigliano Calabro e per quello della Provincia di Cosenza, venendo eletto in entrambe le competizioni. In cambio, i falsi braccianti avrebbero avuto, sistematicamente, l’accesso abusivo e illegale al sistema di tutela previdenziale. Le indagini, avviate nel 2009, sono state rese possibili grazie alla collaborazione della direzione dell’ufficio Inps di Rossano.
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