Cultura & Spettacolo
Assunzione di responsabilità: un dovere, ma anche libertà
Più che assumersi la responsabilità per qualche azione compiuta, o che si dovrebbe compiere, oggi si preferisce addebitarla a qualcun altro o fare in modo che qualcun altro se ne faccia carico. Questa abdicazione avviene, un po’ dappertutto.
Non si tratta semplicemente di declinare la propria responsabilità, cosa già abbastanza disdicevole, ma di additare gli altri come colpevoli di qualcosa già accaduta, o di lasciare che qualcun altro si assuma (al posto nostro) la responsabilità per qualcosa che dovrà essere effettuato, pur di non di rischiare di essere coinvolti in situazioni che potrebbero rivelarsi sconvenienti.
Pur vivendo in un’epoca di crescente deresponsabilizzazione, e di disimpegno morale, accade però che, paradossalmente, siano in molti ad ambire, nelle aziende in cui lavorano, ad incarichi di “responsabile”, di qualsiasi cosa, purché possano fregiarsi di tale “titolo” ed ovviamente intascare la relativa indennità, e per ottenere ciò sono disposti a tutto. In pratica, essi vogliono ottenere l’onore senza l’onere, non capendo che lasciare agli altri la responsabilità è come ammettere di essere sostituibili, di poter essere rimpiazzati e di essere quindi superflui per quel ruolo e di far sorgere anche il dubbio di averlo usurpato. Rifuggire l’assunzione di responsabilità è una prassi abbastanza diffusa non solo nella sfera pubblica ma anche in quella privata, come nei piccoli atti della vita quotidiana.
27Può accadere anche che una persona, quando è del tutto evidente la sua responsabilità, per un suo comportamento sbagliato, non riuscendo a scaricarla su persone terze, provi, in maniera del tutto ignobile, a spacciarlo come legittimo. Questo tentativo vergognoso, a volte anche maldestro, viene messo in atto perché non si vuole ammettere la propria colpa, in quanto una tale ammissione comporterebbe l’assunzione di responsabilità, e di conseguenza la necessità di provvedere alla riparazione del male causato.
L’assunzione di responsabilità presuppone dunque un atteggiamento attivo e non passivo, motivo per cui spesso essa viene elusa. Senza tener presente, però, che sottrarsi alle proprie responsabilità significa rinunciare a relazionarsi con gli altri, dal momento che qualsiasi relazione non può prescindere da vincoli e da obblighi. Inoltre, questo comporta il dover rinunciare, paradossalmente, alla libertà, perché la responsabilità, come dice Emmanuel Lévinas, in Altrimenti che essere, viene prima della libertà.
Assumersi la responsabilità delle proprie azioni è anche un modo per dare una testimonianza di altruismo, della capacità di sapersi preoccupare per gli altri, e per questo richiederebbe passione. Ma, qualora questa passione non dovesse esserci, è bene che la responsabilità venga assunta anche solo per dovere. Del resto, dal momento che la nostra salute, il nostro benessere economico, la qualità del nostro vivere quotidiano dipendono dalla responsabilità di altri, non sarebbe giusto non fare anche noi la nostra parte, assumendoci le nostre responsabilità per quello che ci compete. Non farlo significherebbe negare la nostra stessa essenza di esseri umani.
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