Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Processo Marlane: Slai Cobas «Vogliamo la verità»

Archivio Storico News

Processo Marlane: Slai Cobas «Vogliamo la verità»

Pubblicato

il

PRAIA A MARE – Quella lunga scia di morti. «Ora il processo alla Marlane Marzotto di Praia a Mare, incontestabile creatura dello Slai Cobas, ha finalmente imboccato la strada giusta; si è giunti alla fase dibattimentale,

le cui udienze per le prove testimoniali sono state calendarizzate quindicinalmente fino al termine dell’anno in corso. Sarà un vero e proprio “tour de force”, forse quale tardivo riconoscimento al nostro impegno spalmato su quindici anni di sforzi comuni. Ora il processo va». E’ quanto si legge in un comunicato a firma dello Slai Cobas Cosenza. «Dopo la testimonianza fiume resa da un nostro ex iscritto – poi approdato ad altro sindacato – quale portatore di patologia – prosegue la nota sindacale – è la volta del coordinatore provinciale quale iniziatore con altri delle infinite lotte in uno con la struttura nazionale da sempre coi lavoratori coi fatti e non con le parole. La soddisfazione per noi è veramente grande, ma ci è difficile capire cosa ci facciano quelli della Cgil in questo processo essendo stati localmente i nostri più accesi antagonisti e così Wwf e Legambiente, presenze fantasma queste nel panorama delle lotte che hanno contrapposto con successo lo Slai allo strapotere della multinazionale del tessile. Per ora – conclude lo Slai Cobas – il management vicentino si è reso contumace, ma stiano pur certi che prima o poi saranno chiamati alla sbarra a rendere conto del loro operato. Ed intanto non accenna ad esaurirsi lo stillicidio di morti, in ordine di tempo l’ultimo è di tre giorni fa, aveva 71 anni ed era un ex tecnico della tintoria Marlane».

L’inchiesta sulle morti si era aperta con le denunce di Luigi Pacchiano, ex operaio della Marlane, che aveva scoperto di aver preso il cancro. Denunce che, con dovizia di particolari, ha ripetuto in aula, davanti ai giudici che si stanno occupando del processo. «Ricordo che quel giorno sarei dovuto andare a ballare, visto che sono un amante del liscio, poi andando in bagno mi sono accorto che urinavo sangue. È stato l’inizio del mio calvario».

Il processo, vede alla sbarra 13 ex responsabili e dirigenti dell’azienda tessile del gruppo Marzotto, accusati di omicidio colposo per la morte di alcuni lavoratori dello stabilimento. L’ex operaio è considerato uno dei principali teste a disposizione dell’accusa. Pacchiano è stato ascoltato per oltre cinque ore dal pm Roberta Carotenuto, dal collegio difensivo e dai legali delle parti civili. Nel corso della sua ricostruzione dell’attività che veniva svolta all’interno della fabbrica l’ex operaio – che è stato anche un esponente sindacale aziendale dello Slai Cobas – ha denunciato le estreme condizioni di lavoro a cui erano costretti i lavoratori dello stabilimento. In particolare Pacchiano ha riferito che gli operai lavoravano in un unico ambiente, fortemente compromesso dalle esalazioni provenienti dalla lavorazione dei filati. Soprattutto nel procedimento di tinteggiatura. Secondo la sua ricostruzione l’azienda non avrebbe adottato alcuna cautela per tutelare i dipendenti. «Solo ad alcuni – ha detto fra l’altro – precisamente agli operai della tintoria, veniva dato mezzo litro di latte per disintossicarsi».

Pacchiano ha, inoltre, denunciato che non c’erano visite mediche periodiche all’interno dell’azienda. Né un sistema di ventilazione tale da garantire una buona aerazione dei locali. L’ex operaio si è soffermato a raccontare la scoperta delle scorie tossiche a Santa Domenica Talao e delle altre sotterrate fuori dallo stabilimento. Si trattò, in quella circostanza, di un vero e proprio blitz documentato con un filmato più volte trasmesso sui canali televisivi nazionali e a seguito del quale la Procura della Repubblica di Paola aveva avviato indagini che accertarono, secondo quanto ha riferito Pacchiano, altissime concentrazioni di nichel, vanadio, cromo esavalente, cromo totale, mercurio, zinco, arsenico, piombo e Pcb. I difensori degli imputati, prima della deposizione di Pacchiano, giunta dopo mesi e mesi di rinvii, avevano presentato delle eccezioni. Il collegio giudicante ne ha rigettato alcune, riservandosi di decidere su altre. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 12 ottobre, quando sarà ascoltato l’altro teste dell’accusa, l’ex operaio dello stabilimento, Alberto Cunto. Il presidente del Tribunale di Paola, Domenico Introcaso, ha fissato inoltre un calendario delle udienze che si svolgeranno a cadenza quindicinale, fino al 21 dicembre.

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA