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Omicidio Rodrigues, Silvana è stata bruciata viva

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Omicidio Rodrigues, Silvana è stata bruciata viva

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Rinvenute particelle di fuliggine nelle vie respiratorie. Rimane il dubbio se sia stata strangolata. Sul giaccone di Carrozzino non ci sono tracce biologiche

 

BELVEDERE – Processo Rodrigues, la 33enne che sarebbe stata strangolata e bruciata nei pressi del cimitero di Belvedere Marittimo il 12 dicembre del 2015. Imputato Sergio Carrozzino, 46 anni (che ha già scontato 15 anni di carcere per un altro omicidio) accusato di omicidio commesso per futili motivi con l’aggravante dell’efferatezza e di occultamento di cadavere. Secondo gli inquirenti, l’assassinio della donna sarebbe avvenuto all’esterno della sua macchina. Poi il presunto omicida avrebbe trascinato il cadavere all’interno dell’abitacolo prima di appiccare il fuoco. A segnalare resti umani in un’auto furono i vigili del fuoco. Gli investigatori in aula dichiararono che nell’auto vi erano resti umani che non si trovavano sul lato guida ma a cavallo del cambio. L’auto era di proprietà del marito della vittima, la quale si era recata al supermercato una prima volta con il marito e una seconda da sola per comprare un paio di collant. A incastrare il 46enne sarebbero state le immagini della videosorveglianza dell’Eurospin che avrebbero ripreso l’uomo mentre si trovava nei pressi della vettura della vittima. L’imputato sarebbe stato riconosciuto anche da alcuni testimoni che avrebbero dichiarato la sua presenza nei pressi degli autobus parcheggiati nella piazzola antistante il supermercato.

 

Silvana al momento dell’incendio era ancora viva

silvana-rodriguezL’udienza di Corte d’Assise presieduta dal giudice Garofalo, che chiude l’istruttoria dibattimentale ha visto al banco dei teste i Ctu della pubblica accusa e della difesa. Primo ad essere sentito il Ctu Vercillo che fa un’analisi dell’esame autoptico eseguito sul corpo «Erano esposte in maniera diretta alcune parti del corpo; il posizionamento degli arti finisce per proteggere addome e torace mentre si espongono altre parti come faccia, mani, polsi, gomiti posteriori, parte anteriore piede e ginocchio. In conseguenza di queste posizioni c’erano fratture che interessavano prevalentemente gli arti, con distacco (fratture post- morte). C’era l’aspetto caratteristico dell’osso fino a diventare nero per la carbonizzazione. In alcune parti del corpo a livello di scatola cranica c’era uno stato avanzato della distruzione dell’osso, uno stato di calcificazione avanzato.

 

L’encefalo non presentava natura traumatica e non c’erano emorragie. Sono stati colpiti le vie respiratorie laringe, trachea, polmoni. Significato importante per i soggetti esposti alle fiamme per capire se fosse viva o morta. Abbiamo effettuato un esame diretto visivo delle vie aeree e un esame microscopico istologico. Abbiamo trovato particelle di fuliggine, di nero fumo. Penetrano quando c’è un’attività respiratoria segno che il soggetto era ancora vivo. Nella laringe, trachea e bronchi sono state trovate particelle di fuliggine. L’edema polmonare presuppone una sofferenza cardiaca e quindi una morte asfittica. Non abbiamo trovato lesioni tipo traumatico come strangolamento, fratture cartilagini. Non si può escludere che la morte sia avvenuta per strangolamento o soffocamento. Può essere possibile che la donna fosse in uno stato di incoscienza nell’auto. Possiamo solo dire che al momento dell’incendio era ancora viva In collaborazione col dipartimento di genetica abbiamo eseguito un prelievo dal cadavere e un altro dalla sorella, la saliva. Il Dna estratto ha confermato l’identità genetica, quindi una compatibilità stretta con la famiglia».

 

Il giaccone di Carrozzino non presenta tracce ematiche, né biologiche

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