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Mafie al voto, si chiede ai partiti di escludere i clan dalla campagna elettorale

Calabria

Mafie al voto, si chiede ai partiti di escludere i clan dalla campagna elettorale

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“Le mafie votano e fanno votare” a ricordarlo è il ministro dell’Interno reggino Minniti. In Calabria oltre 2.300 affiliati alla criminalità organizzata

 

REGGIO CALABRIA – “Abbiamo una sfida molto importante, i cittadini sono chiamati ad un percorso elettorale, e noi sappiamo perfettamente che le mafie, la ‘ndrangheta, votano e fanno votare”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Marco Minniti, nel corso del suo intervento alla cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario oggi a Reggio Calabria. “E’ importante che in questo percorso di avvicinamento al voto il segnale sia netto di rottura, si dica no, non vogliamo quei voti, non li chiediamo. La politica metta in campo una propria iniziativa, non puo’ limitarsi su questo terreno a seguire quello che la magistratura ha gia’ fatto”.

 

“La politica deve assumere lo stesso comportamento che ha assunto la Chiesa”. Lo ha detto ai giornalisti il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, commentando l’appello alla politica lanciato dal ministro dell’Interno Marco Minniti nel corso del suo intervento alla cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario a Reggio Calabria. “La Chiesa – ha aggiunto Cafiero De Raho – ha detto alla ‘ndrangheta ‘siete scomunicati’, e la politica dica: fuori da noi, non sarete mai piu’ inclusi, resterete per sempre esclusi rispetto alle nostre scelte“.

 

“Sono sempre più ricorrenti i segnali di una tendenza alla centralizzazione delle famiglie ‘ndranghetistiche”. Lo rileva il presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto. Nella relazione un ampio capitolo e’ dedicato agli assetti della criminalita’ organizzata sul territorio, alla luce anche dei dati diramati tempo fa dal ministero dell’Interno secondo cui – si legge – “2.303 affiliati sono presenti nel territorio del Distretto di Catanzaro, ove si considerino i dati aggregati delle quattro province” comprese nel distretto. E infatti – aggiunge il presidente della Corte d’appello – i dati forniti dal procuratore distrettuale, Nicola Gratteri, correlati alle risultanze provenienti dai tribunali, prefigurano l’esistenza nel Distretto di numerose associazioni criminali di tipo ‘ndranghetistico”.

 

Inoltre – spiega Introcaso – “le dinamiche espansive conducono all’esportazione dei moduli organizzativi locali calabresi in rapporto organico-funzionale con i nuclei originari da cui traggono genesi ma nuovi nelle attivita’ criminali nel senso di acquisire la specificita’ dei territori “occupati” e trasfonderla nell’economia legale. Questa modalita’ – prosegue la relazione del presidente della Corte d’appello – si riversa immediatamente nei settori maggiormente produttivi e piu’ facilmente aggredibili, gli appalti pubblici, con ricadute in termini di pregiudizio e corruzione del procedimento elettorale, di formazione e raccolta del consenso. Perche’ la procedura per l’appalto pubblico coinvolge gli amministratori eletti”. E ancora – e’ riportato nella relazione – “l’effetto criminogenetico delle attivita’ di ‘ndrangheta e’ in geometrica progressione e tragica pervasisita’”: in conclusione, nel Distretto si riscontrano “numerose “locali”” ma sono “sempre piu’ ricorrenti i segnali di una tendenza alla centralizzazione delle famiglie ‘ndranghetistiche, che da microcosmi a struttura familiare e localistica assumono caratteri di cellule interdipendenti e collegate al vertice di strutture sovraordinate”.

 

La relazione del presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, letta nella cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto di Catanzaro ha evidenziato come il settore civile mostri miglioramenti mentre resta la sofferenza del settore penale. Per quanto riguarda il civile “la produttivita’ dei tribunali del Distretto – rileva Introcaso – trova espressione nel soddisfacente indice di ricambio, nel senso che il numero degli affari definiti e’ superiore a quello degli affari sopravvenuti. Favorevole l’indice di smaltimento, in quanto risulta aggredito l’arretrato seppure nella modesta misura del 4,43%”. Quanto al settore penale, secondo la relazione di Introcaso “i tribunali hanno trattato un numero di processi sostanzialmente corrispondente al numero delle sopravvenienze, tuttavia la situazione continua a rimanere critica a causa dell’eccessivo numero di nuovi procedimenti. I Tribunali del Distretto – conclude il presidente della Corte d’appello di Catanzaro – registrano pendenze corrispondenti a 900 processi in trattazione collegiale, 27.291 in monocratico e, 22.240 (noti) pendenti davanti all’ufficio Gip”.

 

Immagine di repertorio

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