Calabria
Carceri e torture di Stato, un altro politico in sciopero della fame
 
																								
												
												
											“Non più tortura di Stato. Giustizia volta al reinserimento sociale del condannato come esige la Costituzione”
ROMA – All’appello per il completamento della riforma dell’Ordinamento Penitenziario lanciato da Rita Bernardini (coordinatrice della Presidenza del Partito Radicale) si unisce Rocco Ruffa – membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e tesoriere dell’associazione radicale nonviolenta “Abolire la miseria – 19 Maggio” – “Non più torture di stato nelle nostre carceri”; “Giustizia volta al reinserimento sociale del condannato come esige la Costituzione” sono alcune delle motivazioni che si leggono nel comunicato in favore di questa battaglia nonviolenta ovvero -come da tradizione radicale- Satyagraha (in sanscrito). “Dalla Mezzanotte del 22 è iniziato lo sciopero della fame in sostegno del Ministro Orlando, affinché completi la riforma; tre giorni di sciopero per il sottoscritto che sono poca cosa di fronte alle sofferenze alle quali sono costretti i detenuti delle carceri italiane; un appello lanciato da Rita Bernardini al quale ho aderito convintamente avendo toccato con mano, assieme al Segretario Giuseppe Candido (segretario di Abolire la miseria) nel corso di molteplici visite la crisi che attraversa il nostro sistema penitenziario. La necessaria riforma dell’ordinamento penitenziario attende l’emanazione dei decreti delegati affinché la detenzione non equivalga ad una tortura ovvero ad un trattamento inumano e degradante”.
Questo è quanto si legge nel comunicato di Ruffa, che prosegue: “Questa sofferenza, che spesso si ripercuote anche sugli operatori penitenziari, è figlia di carenze strutturali e, oggi più di ieri, di un ritrovato sovraffollamento (che in realtà non è mai cessato del tutto) che produce la violazione del dettato Costituzionale nella parte in cui prevede che la pena del condannato deve tendere al reinserimento sociale. Noi Radicali chiediamo, nell’unico modo che conosciamo, l’applicazione della legge ovvero l’approvazione in questa legislatura della Riforma dell’Ordinamento Penitenziario, peraltro ancora priva delle parti riguardanti il lavoro e l’affettività.” Nell’ultima parte dell’appello, tra l’altro, si legge che: “Come associazione Abolire la miseria, ci rivolgiamo anche ai consiglieri regionali tutti della Calabria per rivolgere loro un sentito ringraziamento e per chiedere loro un ulteriore sforzo. La scorsa settimana, infatti, è stata finalmente messa la parola fine all’iter (lungo oltre due anni) per l’emanazione di una legge istitutiva della figura del garante dei detenuti. Ora serve che sia nominato e che entri in funzione l’ufficio del Garante. Su questo, come Radicali, siamo fiduciosi perché la proposta di legge sul Garante è divenuta legge regionale all’unanimità mentre, per eleggerlo (art. 3 comma 1) sono sufficienti i ⅔ dei consiglieri  regionali.”
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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