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Omicidio Galizia, un perizia sull’Alfa Romeo utilizzata “per l’agguato”

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Omicidio Galizia, un perizia sull’Alfa Romeo utilizzata “per l’agguato”

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Per quanto riguarda la compatibilità dell’Alfa Romeo 156 in uso a Galizia e quella ripresa dalle videocamere: «Ho individuato una compatibilità di classe, stessa marca e modello. Sono state effettuate analisi di comparazione, valutazione, verifiche in ambito balistico di impronte di classe e unicità e caratteristiche. Tra gli elementi di classe ossia conformi ad un’Alfa 156 sono stati riscontrati cerchi in lega a 5 fori, logo Alfa Romeo centrale, indicatori direzionali di colore grigio chiaro. Questi sono elementi comuni ad altre autovetture.

Per le impronte di unicità, si nota un’ombra sulla parte inferiore portiera anteriore sinistra. Per la comparazione sono state utilizzate le immagini dell’ufficio postale e del supermercato in cui si vedono caratteristiche sul cofano parte superiore. La combinazione di tutti gli elementi ha documentato che l’autovettura è identica. Ad ulteriore conferma l’ottimizzazione tecnica della targa della macchina sequestrata.

 

L’agguato, il livello di distanza dei percorsi e tempi di compatibilità

«L’Alfa poteva essere impiegata nel corso dell’evento delittuoso perché i tempi di percorso permettono tra i punti indicati: prima dell’evento delittuoso l’auto transita davanti l’ufficio postale alle 10:10:55, direzione San Lorenzo. Dopo ritorna indietro alle 10:19, otto minuti in cui abbiamo valutato che l’auto poteva essere impiegata nel corso dell’evento delittuoso. Potrebbe essere giunta al cimitero alle 10:13, 10:14, 10:15. Tecnicamente è possibile compiere due percorsi: dall’ufficio postale a casa di Galizia e poi al cimitero; dall’ufficio postale al cimitero. Nel primo caso la distanza dalle poste a casa di Galizia è di 550 metri con un tempo medio di percorrenza di 50 secondi. Poi da casa di Galizia al cimitero sono in totale 1432 metri percorribili in 2 minuti e 40 secondi. E’ il percorso più semplice in quel contesto di luoghi per arrivare al cimitero, ma non posso escludere altri percorsi. Un totale di 1985 metri, (2 chilometri) percorribili in 3 minuti e 30 secondi senza soste.

Da tenere presente però che giunti al bar a destra c’è un altro rettilineo che porta al cimitero, un’altra strada percorribile. Poi c’è il secondo percorso dall’ufficio postale al cimitero in cui i tempi diminuiscono a due minuti e 5 secondi per 1255 metri di distanza stradale. In quest’ultimo caso arriverà al cimitero alle 10:11 – 10:13. Il percorso è fatto senza soluzione di continuità, senza soste. Quindi se Galizia ha compiuto l’evento delittuoso avrebbe impiegato un minuto e mezzo.

 

La dinamica all’interno del cimitero

Secondo l’analisi del Ctu «L’assassino sarebbe potuto entrare dall’ingresso laterale del cimitero per arrivare alla scena dell’omicidio della signora Elda (omicidio criminis 1, 73 metri); Poi segue la scena dell’inseguimento della seconda vittima (criminis 2, 53 metri) e poi il percorso per uscire dal cimitero, l’allontanamento in 79 metri (misure google maps). Il consulente ha percorso queste distanze a passo normale e non concitato come sarebbe accaduto in quei momenti impiegando un minuto e 30 secondi, per cui, secondo il consulente, l’omicidio sarebbe stato realizzato anche in minor tempo. Da un calcolo effettuato dal cimitero l’assassino si sarebbe potuto allontanare alle 10:18 e alle 10:19 transitare dalla telecamera dell’ufficio postale, punto di riferimento certo.

 

Incalza la difesa di Galizia, non è stata esaminata la presenza di strade alternative. Analisi poco approfondite sull’Alfa romeo.

Tocca alla difesa smontare la consulenza tecnica. Francesco Boccia difensore di Luigi Galizia insieme a Cesare Badolato chiede al consulente se esiste un’altra strada, un altro percorso che dal bar porta al cimitero senza passare dall’ufficio postale e se la strada interna tracciata dalle telecamere sia a doppio senso di circolazione. Il Ctu ha risposto che esiste sì, una strada alternativa e che non sapeva se la via interna fosse a doppio senso di circolazione. Il difensore ha continuato a mantenere l’attenzione sui percorsi alternativi chiedendo ancora al consulente se dal cimitero per raggiungere Spezzano Albanese ci fossero percorsi alternativi. La consulenza ha risposto che non ne era a conoscenza e non lo aveva accertato perché l’analisi si era basata solo sui percorsi della videosorveglianza.

L’altro difensore Cesare Badolato si è soffermato sulle caratteristiche della macchina, in particolare sull’identificazione chiedendo al consulente se avesse accertato che in zona non vi fossero altre auto uguali e soprattutto se avesse accertato la versione dell’auto in uso al Galizia, se avesse verificato l’interno della vettura posta sotto sequestro fosse compatibile con l’auto che viene ripresa dalle telecamere, quanti modelli e versioni sono dotati di un bracciolo che è invece presente nell’auto di Galizia. A queste domande il consulente ha risposto che aveva accertato personalmente in paese la presenza di altre autovetture Alfa Romeo, tipologicamente similari. Nei filmati in cui viene ripresa l’autovettura sembrerebbe che il braccio dell’autista sia sorretto da un bracciolo. Sempre Badolato si è poi soffermato sul percorso e ripartenza dal cimitero alle 10:18 nella ricostruzione ipotetica c’è un primo momento in cui l’auto viene ripresa dalla telecamera dell’agenzia assicurativa in cui secondo il consulente è di 405 metri per una velocità di 45 secondi. Con una serie di domande la difesa ha dimostrato come in una strada anche trafficata secondo i calcoli riportati dalla consulenza c’era difformità di tra metri e chilometri orari.

 

L’esame dei tabulati del cellulare di Galizia e quello del custode del cimitero

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