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‘Scusate se non siamo affogati’, serata benefit per le vittime di tortura oggi a Cosenza Vecchia

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‘Scusate se non siamo affogati’, serata benefit per le vittime di tortura oggi a Cosenza Vecchia

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COSENZA – ‘Venivano ogni mattina a prendermi. Mi coprivano gli occhi e mi trascinavano in un’altra stanza. Le braccia penzoloni, le corde alle caviglie. Non avevo scampo, contavo i secondi, i minuti, le ore. Come un animale al macello aspettavo la mia fine’.

Un racconto di una delle tante tragedie vissute da chi approda sulle nostre coste dopo viaggi estenuanti in fuga da guerre, persecuzioni e miseria costretto a subire torture di ogni genere. Oggi, Venerdì 10 Marzo, a partire dalle 18.30, nel centro Auser di via Minzoni nel rione Spirito Santo a Cosenza Vecchia si terrà l’iniziativa dall’associazione La Kasbah a sostegno dell’attività dell’Equipe Medica Multidisciplinare per l’emersione delle torture e delle violenze subite dai richiedenti asilo politico. La serata si aprirà con la proiezione del documentario “A Passo d’Uomo” a cui parteciperà una delle registe, la giornalista cosentina Maria Teresa Improta. Seguirà una cena etnica con cibi tipici di alcune comunità di migranti presenti in città e si concluderà con il concerto del gruppo musicale ‘Dedalus’. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la cittadinanza sulle realtà vissute dalle persone che migrano in Europa in cerca di in unfuturo per sè e per i propri figli nonchè di raccogliere fondi per la ristrutturazione dei locali destinati alle attività dell’équipe multidisciplinare che dovrà lavorare sulle vittime di tortura.

 

”Per la prima volta – afferma Maria Teresa Improta – questo documentario, girato tra Parma e Roma, sarà proiettato stasera in Calabria con la speranza di poter scalfire l’ondata di razzismo che sta investendo il nostro Paese e da cui Cosenza, da sempre identificata come città dell’accoglienza, credo debba assolutamente estraniarsi. ‘A Passo d’Uomo’ è un documentario interamente autoprodotto che racconta la storia di migranti vittime di tortura arrivati in Italia dopo essere stati sottoposti a ripetute violenze. L’idea nasce dalla volontà di chiarire quale sia il trascorso delle persone che fuggono dal proprio paese per mettersi in salvo. Un obiettivo che ha spinto l’associazione di documentazione sociale Le Giraffe, di cui faccio parte, ad approfondire la tematica della tortura raccogliendo il contributo di professionisti del settore, legali e sanitari, nonché delle stesse vittime. L’Italia nei principi fondamentali della sua Costituzione sancisce che “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Per garantire ciò riceve del denaro dalla comunità internazionale e deve accogliere i migranti con dignità non con gli scandali di cui ha dimostrato essere capace da Roma a Rogliano passando da Lamezia Terme a Falerna in cui i migranti sono stati usati per saldare i debiti di albergatori in crisi”.

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