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Slow Food: Petrini esalta i tesori gastronomici dela “Sibaritide-Pollino”
 
																								
												
												
											ROSSANO – «Un gruppo di giovani riuniti in una condotta Slow Food cerca di riportare consapevolezze e un po’ di ricchezza in questo vasto lembo di Calabria (la Sibaritide ed il Pollino), facendo conoscere le terre, i prodotti, le persone (..).
Per fortuna nuove generazioni riescono a superare vecchi ostacoli, uniscono laddove ci si divideva, portano attenzione e valorizzazione dove c’era indifferenza e un po’ d’inconsapevolezza sulle proprie potenzialità (..)». Con queste parole, firmando un bell’editoriale sul quotidiano nazionale “La Repubblica” di qualche giorno fa, il celebre gastronomo, giornalista, scrittore italiano Carlo Petrini, Presidente Internazionale di Slow Food (www.slowfood.it), elogia lo sforzo e l’avventura avviata con la neonata condotta “Sibaritide-Pollino”, la N.613, costituita a Rossano e con sede a Saracena. Il fiduciario è Lenin Montesanto. Il titolo dello speciale del presidente Petrini, dedicato ai due territori della Sibaritide e del Pollino uniti da Slow Food è tutto un programma: “Vivere slow: nelle terre della Magna Grecia, clementine, pesche, liquirizia, lenticchie e vini doc. Un tesoro nascosto tra Sibari, Rossano e Saracena”.
«Un potenziale turistico straordinario – continua l’editoriale – con un’agricoltura che propone il giusto mix tra grandi aziende e piccoli contadini vignerons. (..) A Rossano, non si può non nominare Amarelli, azienda che da circa tre secoli produce liquirizia, estraendola dalle piante della costa ionica. Un bellissimo museo aziendale ci parla di questa epopea d’ingegno e imprenditorialità, e di una delle produzioni storiche più valide del territorio. Ma accanto ai grandi – prosegue Petrini – ci sono anche i piccoli. Risalendo verso il Pollino s’incontra Saracena, un borgo famoso per il suo curioso Moscato. Slow Food, attraverso un presidio, vuole aiutare a preservare i tradizionali metodi di produzione, puntando a un riconoscimento di denominazione di origine. Sono in molti a farlo in via informale, per autoconsumo, ma sono anche tante le piccolissime aziende che danno un prodotto interessante e dalle potenzialità tutte da sfruttare. L’azienda Viola, la Feudo di Sanseverino, la Pandolfi, Gallicchio, Diana e Ferrara, sono le principali; solo una di esse supera di poco le 10.000 bottiglie all’anno».
 Giovedì, nel Paese del Moscato Passito, in Piazza S.Lio, si festeggerà il ritorno del Presidio Slow Food per un prodotto dal metodo di produzione ultrasecolare. All’evento, saranno presenti, tra gli altri, anche Piero Sardo, presidente Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Luciano Pignataro, giornalista de Il Mattino e coordinatore per il sud della guida Slow Wine e Nicola Fiorita, presidente Slow Food Calabria.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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