Archivio Storico News
Clan Muto e politica, il processo Plinius si chiude in appello con otto condanne
 
																								
												
												
											CATANZARO – L’operazione scattata nell’estate 2013 portò all’arresto di 38 persone tra cui anche il sindaco di Scalea Pasquale Basile.
Si è concluso con due condanne ridotte e sei confermate il processo d’appello per gli imputati giudicati con rito abbreviato coinvolti nell’inchiesta antimafia denominata “Plinius”, con cui l’Antimafia ha delineato stretti legami fra la criminalita’ dell’alto Tirreno cosentino (in particolare la cosca Valente-Stummo, ritenuta legata al clan Muto) e la gestione politica del Comune di Scalea. L’inchiesta sfociò in un blitz che portò all’arresto anche di cinque assessori del Comune di Scalea, nonchè del primo cittadino. Non a caso, proprio quello stesso giorno, il Comune venne commissariato e successivamente, con Decreto del 25 febbraio 2014, ne fu disposto lo scioglimento per infiltrazione mafiosa con affidamento della gestione a una commissione speciale. Ieri la Corte d’appello di Catanzaro ha rideterminato la pena per l’ex assessore al Commercio del Comune di Scalea, Franco Galiano (45 anni), condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione a fronte dei 7 anni e 8 mesi comminati in primo grado; pena rideterminata anche per Pietro Valente (47 anni), cui i giudici hanno riconosciuto il vincolo della continuazione fra i reati contestatigli, a cui è stata comminata una pena pari a 10 anni di reclusione a fronte dei 12 anni e 8 mesi inflitti in primo grado.
Confermata nel resto la sentenza emessa il 31 marzo del 2014 dal giudice distrettuale dell’udienza preliminare di Catanzaro, Assunta Maiore, che al termine degli otto giudizi abbreviati (gli altri imputati di Plinius furono citati a giudizio immediato davanti al tribunale collegiale) emise otto condanne, un po’ piu’ basse di quelle richieste dal pubblico ministero, Vincenzo Luberto, infliggendo (le pene tennero cosi’ conto dello sconto di pena di un terzo per la scelta del rito alternativo al dibattimento): 4 anni e 8 mesi di reclusione all’altro ex componente della Giunta, Antonio Stummo, (32 anni); 4 anni e 8 mesi a Francesco Saverio La Greca (40), di Santa Domenica Talao; e infine 3 anni e 4 mesi ciascuno a Roberto Cesareo (48), Andrea Esposito (40), Antonio Pignataro (52), tutti e tre di Cetraro, e Franco Valente (54), di Scalea. Condanne che lo scorso 10 febbraio, al termine della propria requisitoria, il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Salvatore Curcio, ha chiesto ai giudici di confermare ottenendo quasi completamente ragione. La Corte ha chiesto 70 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza, cui potra’ seguire l’eventuale ricorso in Cassazione.
 
                         
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
Social