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Donne e bambini minacciati di sgombero dall’ordine delle Canossiane. Le suore: ‘Ci serve l’edificio’ (FOTO)
 
																								
												
												
											COSENZA – Non possono permettersi di pagare l’affito e di alloggi popolari da assegnare, a Cosenza, non v’è neanche l’ombra.
CIrca cento persone tra cui donne, bambini e anziani rischiano di finire in strada per una dura presa di posizione delle suore dell’ordine delle Canossiane. Da diciassette mesi hanno occupato l’edificio di viale della Repubblica da anni abbandonato, lo hanno reso vivibile e ne hanno fatto la propria dimora. Ora su di loro pende un’ordinanza di sgombero giustificata dalla presunta esistenza di un imprenditore del settore sanitario, che vorrebbe acquistare l’immobile per trasformarlo in una clinica privata. Ignorando completamente il monito di Papa Francesco, che in occasione del suo insediamento in Vaticano invitò ”ad aprire le porte dei conventi ai bisognosi”, le sorelle pare sinora abbiano rifiutato qualsiasi tentativo di mediazione. Sia da parte del Comune che avrebbe proposto di acquistare lo stabile, sia da parte dello stesso vescovo dell’Arcidiocesi Cosenza Bisignano Salvatore Nunnnari che avrebbe chiesto di ‘chiudere un occhio’. Gli occupanti devono andare via, al più presto. Questo il diktat imposto dalle monache, in barba a qualsiasi sentimento di carità e solidarietà che, teoricamente, dovrebbe guidare ogni loro azione. Intanto tra le mura dell’ex istituto delle Canossiane la preoccupazione e la paura di restare nuovamente senza un tetto cresce giorno dopo giorno.
“Sono di Cosenza ho quaranta anni, una moglie, due figli – afferma un padre di famiglia che vive all’interno dello stabile dall’inizio dell’occupazione – e mi ritrovo ad abitare in questo posto perchè ho perso il lavoro da circa due anni e mezzo. Non potendo pagare l’affito sono stato sfrattato e non avevo alcuna alternativa. L’unica soluzione che ci è stata proposta dai servizi sociali è stata quella di accogliere mia moglie e i bambini in un centro, mentre io mi sarei dovuto arrangiare dormendo in macchina. Ciò avrebbe significato smembrare la mia famigllia, non è umano. Tanti migranti che vivono in questo edificio sono nella mia stessa situazione e se non fossero qui sarebbero costretti a vivere sotto i ponti, in una baracca o in un furgone. Condizioni in cui non si possono far crescere dei bambini. Non si può far vivere i propri figli in strada. E’ una cosa ingiusta per tutti a prescindere dalla nazionalità. Questo edificio era nel completo degrado lo abbiamo ripulito e sistemato, ma ora le suore ci vogliono mandare via. Ancora oggi rinnovo la richiesta per l’assegnazione di un alloggio popolare, ma è tutto fermo”. L’unica suora delle Canossiane che ha inteso rispondere sulla questione è una sorella di Rogliano, unica sede dell’ordine in Calabria. ”Vedere il nostro stabile in quelle condizioni – ha affermato la monaca con voce sommessa – per noi è un gran dolore. Noi non c’entriamo nulla è dai superiori di Roma che è partito l’ordine di far sgomberare al più presto. Noi non volevamo mandarli via, ma abbiamo bisogno dell’edificio”.
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