Calabria
Tansi: “non m’interessano gli intrallazzi ma evitare che un terremoto seppellisca la gente” (AUDIO)
Carlo Tansi è durissimo ed ha commentato in diretta su Rlb i suoi post di Facebook delle ultime ore puntando il dito contro l’Economato della Regione che non ha ‘interesse’ a risparmiare sui fitti e che ha bloccato il progetto delle sedi decentrate
COSENZA – Carlo Tansi, responsabile della protezione civile regionale da qualche giorno pubblica sul suo profilo Facebook post e messaggi durissimi contro chi non ha a cuore la sicurezza dei calabresi. Almeno il suo intento è questo: far emergere una situazione che solo lui fino ad oggi sta cercando di combattere. Quella di fare uscire sindacalisti, politici e dirigenti dalla protezione civile, un ‘organo’ bipartisan, che non ha colore politico e che ha come unico interesse quello di tutelare l’incolumità dei cittadini. Ma i post di Tansi hanno, negli ultimi giorni, scatenato centinaia di commenti di utenti che sono, a chiare lettere, dalla sua parte. La nostra redazione ha provato a contattare il presidente della Regione Mario Oliverio per avere spiegazioni, ma senza esito. E perciò ha pensato di chiedere allo stesso Tansi di ‘capire’ le ragioni che lo hanno spinto a scrivere duramente su Facebook il suo pensiero minacciando le dimissioni.
ASCOLTA L’INTERVISTA A CARLO TANSI
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Post: “La giunta regionale ha bocciato la modifica del regolamento del volontariato ProCiv: lo avrebbe tolto dalle grinfie della politica”. In molti avranno pensato, ma allora è uno scontro ‘politico’?
“Non ci sono scontri tra me e Oliverio – dice Tansi – perché la protezione civile non ha colore, è e deve essere una struttura bipartisan. Ma in Calabria però ha un ruolo particolare. Se nella nostra regione dovesse verificarsi un terremoto, non sarebbe Amatrice o L’Aquila. In Calabria si sono verificati terremoti, come quello del 1908, che hanno fatto 120 mila morti, o quello del 1783 che ha fatto 35 mila vittime. E questo quando la popolazione calabrese era la metà di quella attuale. Io vorrei cercare di mettere la protezione civile calabrese al passo con quelle più evolute delle altre regioni e soprattutto con una capacità di reattività e di resilienza al pari di quelle che sono le regioni rispetto alle calamità adeguate ai rischi e alle caratteristiche del territorio”.
Tansi: “Dirigenti che non hanno neanche la terza media e hanno fatto carriere folgoranti… io devo prendermi responsabilità”
“Io vengo dal CNR e l’ambiente della politica o della Regione, non mi appartiene. Gli intrallazzi, gli interessi il fatto che ci siano dirigenti che non hanno neanche la terza media e hanno fatto carriere folgoranti… io devo realizzare il mio quadro e vado avanti fino in fondo perchè devo prendermi la responsabilità di operare in una delle regioni più a rischio, se non quella più a rischio, d’Italia. E avevo proposto di levare il volontariato dalle grinfie della politica e dei sistemi sindacali. Ho chiesto: chi è nelle cariche direttive del volontariato regionale della protezione civile non deve avere cariche politiche, sindacali o appartenere alle pubbliche amministrazioni. Quello che ho proposto ma è stato bocciato. Traete voi le conclusioni”. Interessi dunque, anche sulla sicurezza dei calabresi.
La bocciatura delle sedi decentrate, prima a Cosenza e poi a Reggio
“Abbiamo realizzato anche a Reggio, una nuova sede a costi quasi zero, risparmiando 64mila euro di fitti e lo abbiamo fatto anche nelle altre province, realizzando sedi decentrate come a Catanzaro. Complessivamente si risparmierebbero 325mila euro all’anno di fitto. Ma a Reggio Calabria, per la “solita” burocrazia non riusciamo ad andare nella nuova sede. Probabilmente dunque c’è interesse nel continuare a pagare fitti. E questo nonostante la Regione abbia messo in campo la politica dei ‘fitti zero’. Evidentemente anche all’interno della Regione, nonostante la volontà del presidente, c’è qualcuno che rema contro”. Ma lo ripetiamo in merito alla battaglia di Tansi, Oliverio ancora tace.
La bocciatura sulle sedi? L’ufficio “Economato” della Regione
“Non c’è una persona, non c’è un nome ma un apparato monolitico che si oppone al cambiamento. Soggetti vigliacchi che quando hanno i fari si nascondono come scarafaggi e per questo a volte, sono costretto ad assumere questi atteggiamenti (riferendosi a Facebook). L’ufficio che ha bloccato il trasferimento a Cosenza è l’ufficio Economato della Regione ed è lo stess che sta cercando anche di bloccare Reggio”. Sul sito della Regione Calabria, l’ufficio Economato, Logistica e Servizi Tecnici è retto dal Dirigente di Settore, dott. Ernesto Forte.
“Da questo ufficio spiega Tansi – ho ricevuto una lettera in cui mi si diceva che questo trasferimento non era possibile. Poi però, ho ricevuto una lettera dall’ufficio di Presidenza in cui si diceva che era possibile il trasferimento. Io non ci capisco più niente, so solo che devo trasferire le sedi perchè se si verifica un terremoto a Cosenza o in provincia, chi le va a prendere le vittime sotto le macerie? Io non penso al rischio idrogeologico che si può risolvere relativamente facilmente. Il terremoto non avvisa, è subdolo, io mi preoccupo della sicurezza dei calabresi”.
Il post: “Ho capito dove è la centrale operativa della ndrangheta. Non lo dico sennò mi becco l’ennesima querela… ma è facile indovinare”
Nell’intervista rilasciata ai microfoni di Rlb, Carlo Tansi sorride e risponde “Ho tre querele per diffamazione e non voglio aggiungerne una quarta. Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Per ora posso dire che non mi fermo. Su Vaglio Lise (sede di Cosenza non concessa) abbiamo ripiegato sull’attuale, in via degli Stadi e il Comune ci darà spazi maggiori all’esterno soprattutto per portare autobotti ma anche un mezzo USAR, che per ora sono tutte e tre a Catanzaro. Sono mezzi vitali in caso di terremoto ed eventuale crollo perchè riescono a trovare le persone ancora in vita, sotto le macerie e a creare dei varchi. Se c’è un terremoto questo enorme mezzo deve arrivare da Catanzaro. Ci vogliono ore che sono vitali per le persone e la loro sicurezza. La politica dovrebbe farsi carico di queste responsabilità morali quando dopo si permette di snobbare anche le telefonate dei giornalisti: responsabilità morale!”.
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